di Mario Lavia*
Oggi si capirà meglio se è Michele Santoro
a lasciare la Rai o la Rai a cacciare Michele
Santoro. Non è un dettaglio ininfluente. Il
risultato però non cambia: il rapporto Rai-
Santoro non c’è più, «è stato risolto», col
risultato che – comunque la pensiate
(remember Samarcanda?) – gli utenti
perderanno il programma informativo di
punta.
Va detto e ripetuto per la milionesima volta:
Santoro può non piacere. Ma non è questo il
punto. Il punto è che la televisione pubblica
non può permettersi di lasciar andare via un
peso massimo dell’informazione premiato
dagli ascolti e vettore formidabile di introiti
pubblicitari, non può consentire senza dare
l’anima per impedirlo che il giornalista
salernitano emigri verso altri lidi.
Gliel’avevano giurata fin dall’inizio. Ma si
pensava che, toltosi di mezzo Mauro Masi, la
musica sarebbe cambiata. Non per stendere
improbabli e non richiesti tappeti rossi ma per
riportare in Rai un minimo di logica aziendale:
questo era parso il mandato di Lorenza Lei.
Però oggi viale Mazzini torna a somigliare
un pochino di più ad una Spoon river
dell’informazione dove spadroneggiano i
Minzolini di turno che non hanno timore di
recar danno agli utenti pur di assecondare il
padrone politico. Già, perché non si fa peccato
a pensare che l’aria si sia fatta ancora più
pesante – per paradossale che possa sembrare
– dopo la famosa sberla delle amministrative.
Sarà una coincidenza, ma resta il fatto che a
dieci giorni dalla chiusura delle urne
Berlusconi vede coronato un vecchio sogno,
liberarsi di quel Santoro che lui stesso aveva
indicato come concausa della disfatta. E se
coincidenza non è, allora si è autorizzati a
pensare che Lorenza Lei, a differenza
dell’inetto Masi, stia eseguendo la sentenza
emessa da Arcore.
Sappiamo che non è tutta colpa sua, anche
saremmo più rinfrancati se venissimo a sapere
che dal divorzio consensuale l’azienda pubblica
non ci rimette un euro. Ma il danno
d’immagine resta, comunque, peraltro foriero
di altre cattive notizie.
Quanto al popolare giornalista, è probabile
che non ne potesse più, è possibile che come
qualunque affermato professionista preferisca
andare dove lo porta il cuore, e non solo...
Liberissimo di farlo. Se traslocherà a La7, buon
pro per La7. Attendiamoci da lui tonnellate di
vittimismo e una grande uscita di scena da
martire, quello che gli viene meglio: fa parte
anche questo della mediocre sceneggiata che si
sta svolgendo a viale Mazzini. A rimetterci non
sarà certo Santoro, ma i tanti signor Rossi che
il giovedì sera volevano capirci qualcosa.
*tratto da Europa