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Articolo 21 - Editoriali
Il canone dell’indifferenza
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di Loris Mazzetti

L’indifferenza ha superato il livello di guardia. Il presidente Napolitano ha chiesto agli italiani: “Una reazione morale”. Per don Gallo è l’ottavo vizio capitale. L’indifferenza, contagiosa e mutante, non è soltanto quella a cui ha fatto riferimento Napolitano (l’assuefazione alla tragedia dei profughi in cerca di salvezza o di una sopravvivenza meno miserabile), si presenta anche in forme diverse, ad esempio la politica del leghista Borghezio, mimetizzata  da difesa della proprietà, del lavoro, di un confine, con un solo obiettivo: colpire gli ultimi. L’indifferenza è contagiosa e il danno più grave si ha quando avvolge i giovani diventando cultura. La tv ha una grande responsabilità. Chi tradisce principi e valori, per i soldi, per la carriera, per il potere, è raccontato come un furbo che ce l’ha fatta,  poco importa se per raggiungere lo scopo i mezzi usati sono: la corruzione, la menzogna, la truffa, il tradimento. Per gli ultimi che infrangono le regole c’è il carcere, per i potenti l’impunità. L’indifferenza è anche omertà. Si gira la testa dall’altra parte pur sapendo che nell’affare economico c’è il rischio di infiltrazioni mafiose, si lascia mescolare la sabbia nel cemento con il quale poi si costruiscono i palazzi, si “dimentica”  di installare un pilastro nella Casa dello studente de L’Aquila, si arriva a drogare un compagno di squadra, mettendo a repentaglio la sua vita, per falsificare il risultato di una partita di calcio. L’indifferenza è anche il mancato rispetto per il voto dell’elettore, passare da una parte politica all’altra in cambio del pagamento del mutuo, della garanzia di essere rieletto o peggio ancora di un ministero, o far finta di credere che la telefonata di B. alla questura di Milano sia servita per evitare una crisi internazionale, pur sapendo che Ruby Rubacuori non era la nipote di Mubarack. L’indifferenza, oggi è sotto gli occhi di tutti, è anche il silenzio dei lavoratori della Rai nei confronti della chiusura di Annozero, che diventa mancanza di rispetto nei confronti di oltre 6 milioni di telespettatori che, pagando il canone, hanno il diritto di continuare a vedere il programma in onda su Rai2. Anche se l’uscita è avvenuta consensualmente, Santoro è stato regalato alla concorrenza. Il servizio pubblico, senza Annozero in onda, subirà un danno economico e d’immagine. Siamo certi che la giusta conclusione della vicenda sia rappresentata dal commento del sottosegretario Giovanardi: “Ma chissenefrega di Santoro”?
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