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Articolo 21 - Editoriali
Questa azienda non puo’rinunciare a Vieni via con me
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di Loris Mazzetti*

Caro Fabio,
la tua lettera a Repubblica, di cui condivido parole e virgole, ha sicuramente contribuito a far approvare i palinsesti autunnali in Consiglio di amministrazione, permettendoci così di continuare, su Rai3, l’esperienza di Che tempo che fa, con gli stessi autori, con Luciana Littizzetto (che coppia straordinaria sareste per il Festival di Sanremo), Massimo Gramellini e tutti quelli che vi hanno lavorato nella passata edizione. Manca all’appello la puntata del lunedì (questo non è il momento dei cambiamenti), la conferma del sabato e della domenica è già una vittoria. So che la parola vittoria non ti piace, soprattutto dopo aver aumentato, anche nell’ultima edizione, gli ascolti e aver portato 16,5 milioni di pubblicità nelle casse della Rai, ma così è. Questo lo scrivo per i nuovi vertici della Rai: Fazio è attaccato all’Azienda come lo è stato Enzo Biagi, lo dimostrano le umiliazioni ricevute, fatte di silenzi, di assenze, di minacce, che avrebbero spinto chiunque a lasciare il servizio pubblico per  La 7, che da quando c’è Mentana è diventata la tv concorrente di Rai 3 e l’arrivo di Santoro ci farà molto male.
Caro Fabio la strada verso la messa in onda del nostro programma è ancora lunga anche se il dg Lei ha detto in Consiglio che nelle prossime ore firmerà il tuo contratto, quello di Floris, della Dandini e di Milena Gabanelli. Bene. Dobbiamo immediatamente rimboccarci le maniche per recuperare il tempo che abbiamo perso per difendere Che tempo che fa e il tuo contratto. Nella lettera a Repubblica chiedi all’Editore “un atteggiamento leale”, poi aggiungi, “che non si può fare tv contro la volontà del proprio Editore e se mai ce ne fosse stato bisogno l’esperienza di Vieni via con me ha provveduto a ricordarmelo”. Se avessimo seguito l’intenzione dell’Editore la trasmissione con Roberto Saviano non sarebbe mai andata in onda. Hanno tentato di tutto, il primo documento ufficiale è stato firmato da Rai3 a marzo 2010 e solo a settembre è arrivato l’ok di Masi. Mancavano due mesi esatti alla prima puntata. Apprendere che Vieni via con me non andrà in onda in Rai mi amareggia molto e credo anche i circa 10 milioni di italiani che lo hanno seguito. Se questo accadrà (farò di tutto perché ciò non avvenga), la considero una mia sconfitta. Penso al mio primo incontro con Saviano, quando gli presentai Biagi, alla sua prima volta a Che tempo che fa per parlare di Gomorra, il successo degli speciali, ho assistito alla nascita della vostra amicizia. Roberto ha fatto la televisione con noi perché si fidava. Leggere che Vieni via con me non si farà per colpa “dell’indifferenza e dell’ostilità da parte dell’Azienda” mi indigna. I responsabili di questa triste pagina della Rai sono in grande malafede. Questa loro decisione denota mancanza di rispetto per chi lavora e per chi paga il canone. Ben otto sono state le lettere inviate dalla direzione di Rai3 al direttore generale Masi, a partire da febbraio, con la richiesta del rinnovo del tuo contratto e dei programmi da te proposti. Otto mancate risposte. Non si possono mettere in discussione trasmissioni come Che tempo che fa, Vieni via con me, Ballarò, Parla con me e Report. Il Cda, oggi, ha agito con responsabilità: si è verificato “il miracolo”, altrimenti il 20 giugno con quali palinsesti i vertici della Rai si sarebbero presentati agli inserzionisti? In qualsiasi altra tv un programma come Vieni via con me sarebbe stato considerato una risorsa.
Ti ricordi, Fabio, che gli unici complimenti ufficiali sono arrivati dalla concorrenza: Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. In Rai hanno chiamato solo gli amici. Il virus che ha infettato la nostra Azienda è la dipendenza dalla politica, grazie alla quale si costruiscono le carriere anche quelle dai curricula impresentabili. E’ troppo facile, oggi,  parlare di responsabilità e indicare con l’indice chi non ha fatto il proprio dovere comportandosi da cane da guardia del padrone (chi sostituirà Santoro negli ascolti e nell’incasso pubblicitario?), in un momento in cui anche grazie al risultato dei referendum, B. è sempre più debole e le elezioni sempre più vicine. Nei prossimi mesi in Rai ne vedremo delle belle a proposito di voltagabbana, il passato insegna. Mi auguro che i lavoratori, dai manovali ai dirigenti passando per i giornalisti, prendano coscienza di cosa sta accadendo: è in discussione l’autonomia del servizio pubblico e il posto di lavoro. Mentre da una parte vengono tagliati i budget di rete, dall’altra si buttano via, in una sol puntata, 4 milioni di euro grazie alla stupidità di chi ha affidato a Sgarbi un programma tv, contemporaneamente non si fa la giusta pressione al ministro Romani, che continua a tenere in scacco la Rai, negando l’inserimento del canone nella bolletta dell’energia elettrica in modo da eliminare l’evasione fiscale (26%, la più elevata in Europa).
Caro Fabio mentre leggevo: “Perché non vogliono farmi lavorare”, mi è venuto in mente don Milani quando disse: “Gli uomini non sopportano che si scriva la verità e se tu provassi a farlo finisci parroco a Barbiana nel migliore dei casi o sul rogo, cioè disoccupato, nel peggiore”.

*lettera pubblicata su Il fatto quotidiano

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