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Articolo 21 - Editoriali
L'odissea dei 20.000 nuovi precari
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di redazione*

Riceviamo e di seguito pubblichiamo la lettera aperta di denucia da parte del Coordinamento Nazionale Abilitati e Abilitandi per le GaE

Siamo un gruppo di studenti universitari, iscritti ai corsi di laurea in Scienze della formazione primaria e ai corsi per l’abilitazione in strumento musicale e didattica della musica: ci siamo immatricolati negli anni accademici 2008/2009, 2009/2010, 2010/2011. Scriviamo questa lettera per portare all’attenzione dell’opinione pubblica una situazione davvero grave che ci riguarda e che in questi anni ha continuato a passare pressoché inosservata, nonostante le nostre continue proteste, fino a culminare in questi giorni. Noi siamo 20000 insegnanti abilitati e abilitandi, ma ci troviamo esclusi dall’unico canale di reclutamento esistente per poter accedere alla professione: la graduatoria ad esaurimento. Nonostante frequentiamo il medesimo corso di specializzazione dei colleghi immatricolati fino al 2007/2008, loro hanno avuto accesso alle graduatorie, mentre a noi questo accesso continua ad essere negato, senza che esista, però, un nuovo sistema di reclutamento, nonostante sia una promessa ormai talmente vecchia da essere ammuffita.  Ci troviamo in questa situazione ormai da due anni, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presa in giro che si è consumata nei nostri confronti in Parlamento nei giorni scorsi. Il Decreto Sviluppo, infatti, doveva, tra gli emendamenti approvati, contenerne uno che finalmente ci consentiva la sospirata entrata in graduatoria, dopo anni di lotta; i parlamentari sostenitori della causa ci avevano ormai rassicurati sulla pressoché certezza di vittoria, supportata anche dal fatto che la proposta era stata trasversalmente accolta da deputati di entrambi gli schieramenti politici. Ma la mattina del 20 giugno, poche ore prima che il governo ponesse la fiducia, l’emendamento è stato eliminato in extremis, lasciandoci di nuovo senza nessuna speranza nel domani. È proprio il caso di dirlo: oltre al danno, la beffa.  A questo punto noi ci sentiamo di dire “basta”. Siamo stanchi di subire questa continua lesione dei nostri diritti! È inutile che in così tanti, dai Presidenti di Corso di laurea, ai docenti, al Ministero dell’Istruzione stesso, ci ripetano che i nostri corsi di laurea sono abilitanti all’insegnamento, se poi non esiste un modo in cui possiamo spendere questa abilitazione; paradossalmente risultiamo formalmente uguali agli altri venuti prima di noi, ma sostanzialmente diversi nelle opportunità: questa non è vera uguaglianza. E quale unica colpa abbiamo? Quella di essere più giovani, perché nati dopo. Ennesima conferma, questa, del fatto che l’Italia non è un Paese per giovani. Il Governo continua, giustamente, a pensare alla stabilizzazione dei precari di lunga data, ma non si cura minimamente dei nuovi precari che sta creando, che si stanno già abilitando con enormi sacrifici ad una professione che però viene loro di fatto negata. È giustizia questa? No. È la tanto sbandierata meritocrazia del Ministro Gelmini? Nemmeno. Noi rivendichiamo il diritto di esercitare la professione dell’insegnante, per la quale ci stiamo formando con impegno e dedizione. È stato il Ministro Gelmini ad attivare i corsi di laurea in questi anni e noi abbiamo superato una selezione per riuscire ad ottenere un posto al loro interno; ora il Ministro stesso deve assolutamente predisporre procedure di reclutamento alle quali possiamo accedere. Che siano le graduatorie ad esaurimento o un nuovo canale poco importa, ma ci devono essere date delle garanzie. Vogliamo avere la possibilità di dimostrare che siamo insegnanti bravi e preparati, che meritano di stare all’interno della Scuola. Vogliamo avere la possibilità di contribuire al futuro del nostro Paese. Ma vogliamo anche poter vedere il nostro futuro. Perché vogliamo lavorare. Vogliamo sposarci. Vogliamo poter mettere al mondo dei figli sapendo di poterli mantenere. Vogliamo anche noi un futuro.  
 

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