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Articolo 21 - Editoriali
Il decreto rimpatri è legge. Cie di nuovo aperti alla stampa
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di redazione

Nonostante le critiche mosse dall'opposizione, dal mondo dell'associazionismo, da quello cattolico, il decreto legge che consente di trattenere un immigrato irregolare dentro i Cie fino a 18 mesi ieri è divenuto legge, dopo l'approvazione in Senato con 151 voti a favore e 129 contrari. Passa dunque l'ennesima stretta sull'immigrazione tanto voluta dalla Lega e dal Ministro dell'Interno, mascherata dalla necessità di recepire l'ugualmente contestata direttiva rimpatri varata dalla UE. La nuova legge non estende soltanto i tempi di trattenimento ma da la possibilità di espellere in maniera coatta e immediata il cittadino straniero ( anche comunitario) ritenuto pericoloso per l'ordine pubblico.  Afar discutere è l'ennesimo ordine del giorno proposto dalla Lega per una stretta ulteriore. E' passato infatti un odg che impegna il governo ad "esigere in tutte le competenti sedi internazionali che alle forze aeronavali attualmente impegnate nell'operazione Unified Protector (quella per la tutela dei civile dagli attacchi in Libia) siano assegnati compiti anche nel campo della prevenzione dei flussi migratori non controllati diretti dal maghreb verso l'Europa", oltre alla richiesta di un "aumento delle pene, fino all'ergastolo, per chi si occupa dell'organizzazione e del trasporto di clandestini verso il nostro paese".
L'unica novità, in qualche modo positiva arriva per i giornalisti: ad essere passato è anche un ordine del giorno a firma PD che mira ad annullare la contestata circolare Maroni e chiede che “giornalisti e operatori dell'informazione” possano nuovamente accedere ai CIE.
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