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Articolo 21 - Editoriali
Quattro chiacchiere con un amico spagnolo sul nostro sistema previdenziale
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di Marco Calamai

Forse è stato un errore fatale del governo Monti: proponendo un’iniqua riduzione delle pensioni ha aperto la discussione di massa sulle tante incredibili ingiustizie del sistema italiano. Internet è entrata nella scena mediatica, anche su questa questione. Come d’altronde sta avvenendo per i rappresentanti in Parlamento a proposito di stipendi e vitalizi. Finalmente. Penso che pochi conoscessero davvero queste cifre.  Ora anche all’estero si sta scoprendo, ad esempio, che ci sono in Italia pensioni superiori a 200 mila euro (quelle per le quali il Ministro Fornero starebbe chiedendo mentre scrivo una riduzione del 20 o del 25%).
 “Come è possibile?” - mi ha detto stamane un amico a Madrid - “qui in Spagna il valore massimo della pensione annua lorda è  di 34.500 Euro“. E mi ha chiesto: ”Ma allora, a quanto ammonta la pensione massima in Italia?”. Non avevo la risposta e l’ho cercata sulla rete. Ho trovato tanta informazione sul sistema delle pensioni in generale, su quelle minime in particolare. Ma sulle pensioni massime non ho trovato niente di preciso.  Poi ho chiesto lumi a un esperto. Mi ha spiegato: in Italia non esiste una pensione massima per legge. Lo Stato non fissa un tetto alle pensioni come fa ad esempio la Spagna. Da qui il fatto che ci siano pensioni che in Europa non sarebbero concepibili. Mi ha anche fatto l’esempio di ex dirigenti INPS in pensione con più di 200 mila Euro annue. Ho pensato: bell’esempio per i pensionati che non arrivano ai mille euro al mese.  E che bell’esempio per il resto d’Europa.  L’amico spagnolo ha voluto approfondire: ma i partiti di sinistra non hanno mai denunciato questa situazione? Ho risposto: purtroppo la sinistra italiana non è mai stata seriamente sensibile a queste ingiustizie. Una bella pensione fa gola a tutti. Non siamo più ai tempi del vecchio Pci, quando un dirigente del partito prendeva lo stipendio di un operaio di terza categoria. Per le pensioni si è verificata, specie negli ultimi anni, la stessa omertà che c’è stata nei riguardi di tante altre ingiuste prebende. Nuova domanda: “Come si spiega questo atteggiamento”? Purtroppo la risposta, gli ho detto, sta in una certa concezione e tipologia del potere che ha favorito sempre di più caste, lobby e amicizie di varia natura. Si tratta dello Stato sociale/clientelare che per premiare alcuni elargisce poi i suoi favori ad altri. Il che spiega, tra l’altro, un debito pubblico del 120%. Il doppio, guarda caso, di quello spagnolo.  Si tratta di quel “familismo amorale” di cui scrisse negli anni cinquanta un sociologo americano. Solo che allora si riferiva al Sud agricolo e arretrato. Ora, purtroppo, il fenomeno si è esteso a gran parte del tessuto sociale italiano. “Allora, se capisco bene” - ha affermato l’amico spagnolo – “non sarà facile per Monti avviare a soluzione questi problemi“. Gli ho risposto: credo proprio di no, ma almeno le sue proposte hanno il vantaggio di mettere finalmente il dito sulla piaga. Ora il pericolo è un’ondata di populismo che può colpire una democrazia già fragile e ondeggiante. Poi, con una nota di ottimismo ho aggiunto: ma forse è l’inizio di una svolta nella coscienza del paese.

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