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Una Carta per dare voce a chi non ne ha
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di Sara Zambotti

Una Carta per dare voce a chi non ne ha

Una voce  anche per chi parla piano o urla molto senza riuscire a farsi sentire: perché spesso di salute mentale di parla poco e male: e di persone affette da problemi psichici si parla ancora peggio, con stereotipi e titoli appiccicati  alla complessità dei problemi personali, semplificando e facendo soffrire persone in stato di debolezza,momentanea o duratura non importa. Per questo presso la sede della Federazione Nazionale Stampa a Roma si è aperto un percorso, una discussione tra operatori della salute mentale e giornalisti, un primo  incontro su media e salute mentale per continuare il lavoro avviato un mese fa nell’ambito dell’incontro internazionale “Trieste 2010: Che cosa è salute mentale?”. In quell’occasione, Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua hanno coordinato un primo incontro tra giornalisti, operatori della salute mentale e utenti dei servizi per confrontarsi su come i media rappresentano la salute mentale. Da questo incontro triestino (intitolato Un Insano Gesto) è emersa la proposta di redigere una Carta per un giornalismo della speranza, una “Carta di Trieste”, che funzioni da protocollo etico/deontologico per giornalisti e operatori dell’informazione che trattano notizie concernenti cittadini con disturbo mentale e questioni legate alla salute mentale in generale. Per discutere la bozza di questo documento si sono incontrati oggi Peppe Dell’Acqua (direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste), Massimo Cirri (Caterpillar Radio2 e conduttore di La Terra è Blu, trasmissione dedicata alla salute mentale), Iva Testa (giornalista Rai), Santo Della Volpe (TG3 a Articolo21), Roberto Natale (Federazione Nazionale Stampa), Lorenza Magliano (Psichiatra dell’Università di Napoli), Laura Berti (giornalista Rai), Carla Toffoletti (giornalista Rai), Manuela Cadringher (giornalista Rai) e Sara Zambotti (Radio2).
La carta contiene alcune raccomandazioni per gli operatori dell’informazione tra cui l’invito a:
- usare termini appropriati e non discriminatori per definire sia il cittadino con disturbo mentale che il disturbo di cui è affetto;
- valutare la possibilità di far intervenire direttamente il cittadino con disturbo mentale in uno spazio mediatico rispettoso e protetto;
- interpellare il più possibile gli operatori della salute mentale ed esperti del settore;
- non ridurre la salute mentale alle sole notizie negative di violenza e pericolosità ma raccontare anche le molte storie di guarigione;
- evitare l’uso di metafore fuorvianti che rinforzano luoghi comuni errati sulla salute mentale (per esempio l’uso in forma aggettivale come “la politica schizofrenica”, “il sistema dei trasporti impazzito”).
Inoltre, è emersa la necessità di prevedere formalmente il dovere di rettifica laddove questi criteri non vengano rispettati e di inserire un glossario di riferimento. La stesura di questa prima bozza sarà ultimata nelle prossime settimane e una prima versione strutturata verrà pubblicata sia sul sito di Articolo21 che sul Forum Salute Mentale per essere letta e commentata liberamente.  Parallelamente, la carta verrà discussa con quanti più soggetti possibili: i sindacati, le istituzioni sanitarie regionali, i direttori delle testate giornalistiche di stampa, TV e radio, gli operatori, gli utenti dei servizi. LA versione condivisa e definitiva della carta verrà presentata pubblicamente nel mese di giugno 2010 con un evento a Trieste a cui parteciperanno anche testimonials del mondo dello spettacolo che si sono dimostrati interessati alla tematica. Inoltre è stata ribadita la necessità di diffondere questi contenuti all’interno dei corsi e dei manuali di formazione dei giornalisti e degli operatori dell’informazione come è stato possibile fare con la carta di Roma sull’immigrazione.
La strada è aperta, ovviamente aperta a tutti i contributi; anche , se non soprattutto, attraverso il nostro sito di Articolo21, aperto ad accogliere suggerimenti e proposte.

 


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