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Articolo 21 - Editoriali
Claudia Zuncheddu, medico di base ''Pronta a partire per far da mediatrice in nome della solidarieta' e dell’umanita'''
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di Ottavio Olita

“Sono pronta a partire  per solidarietà, per affetto, perché sono amica dei tuareg; non certo perché mi interessa la visibilità mediatica. Parto da medico che ha aiutato quelle popolazioni sia nella loro terra, sia in Sardegna; parto da persona solidale; parto a sostegno di una giovane donna che ha operato ed opera per fare del bene; parto perché proprio lì, in quelle aree, ci sono 700 bambini per la cui istruzione primaria continuo a impegnarmi direttamente, parto perché posso essere  utile per esercitare una qualche mediazione, se ce ne fosse bisogno”. Claudia Zuncheddu, medico di base, cagliaritana, è anche consigliera regionale indipendentista, ma non fa alcun riferimento a questo lato del suo impegno civile per quanto riguarda la drammatica vicenda di Rossella Urru.
Anni fa entrò in contatto con il Mali e il territorio circostante partecipando da appassionata rallysta a estenuanti gare nel deserto africano, compresa la Parigi-Dakar. E se ne innamorò tanto da mettere a disposizione di quelle popolazioni la sua competenza professionale principale: curare i bambini, le donne e gli uomini, in un’area dove è difficile trovare anche un’aspirina. Entrò così in contatto con un potente capo militare di una tribù tuareg che poi venne curato anche in Sardegna. Proprio dal sodalizio con quell’uomo che lei definisce di grande umanità e sconfinata cultura, nacque la decisione dell’impegno a favore dei più piccoli.

“Nel 2006 ho fatto aprire e finanziato vari nuclei scolastici  ai quali fanno capo 700 bambini. Ora, provando soddisfazione ed orgoglio, ho saputo che i più grandicelli hanno superato l’esame di quinta elementare e sono iscritti alla sesta classe. La mia preoccupazione per quell’area, nella quale probabilmente ancora si trova sequestrata Rossella, è che da lì non sto più ricevendo notizie dirette. Ci sono continui atti di ribellismo, c’è una grande incertezza. In questo quadro mi spaventa l’ipotesi che i militari francesi, o i loro servizi, possano davvero mettere in atto un qualche blitz armato che sarebbe pericolosissimo soprattutto per gli ostaggi. Spero che il ministero degli esteri italiano stia operando intensamente. Così come sarebbe necessario un più incisivo intervento di tutte le istituzioni, compresi il Parlamento, la Chiesa - quest’ultima, in particolare, al fianco dei missionari che già svolgono un importante ruolo - e il mondo islamico italiano che potrebbe intervenire, sapendo che sarebbe ascoltato”

Ma la sua eventuale iniziativa individuale non rischierebbe di intralciare i contatti diplomatici?
Io non intendo assolutamente interferire. La mia è un’azione esclusivamente umanitaria che seguirebbe miei contatti privati. I segnali che attendo non sono né di tipo diplomatico, né politico, sono esclusivamente di tipo amichevole e solidale. Questo perché io so di appartenere in modo profondo e paritario a due famiglie, a due culture che si assomigliano: quella sarda e quella tuareg.

La passione che anima Claudia Zuncheddu è la stessa che sta unendo migliaia di sardi in ogni angolo dell’isola e anche nella altre regioni d’Italia o degli altri paesi del mondo in cui, a centinaia di migliaia, sono emigrati. E’ questa profonda solidarietà e generosità che devono aver colpito Giorgio Napolitano che proprio per Rossella, per i suoi amici e per i suoi familiari, ha voluto fisicamente dare un importante segnale di vicinanza.

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