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Berlusconi e Mussolini
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di Nicola Tranfaglia

Berlusconi e Mussolini

E’ proprio vero che la seconda volta in cui ritorna nella storia qualcosa di già visto si tramuta spesso da tragedia in farsa. Lo diceva Marx e ora succede, mi pare, a proposito dello scontro tra democrazia e dittatura. Me lo ricorda il capo attuale del nostro governo Silvio Berlusconi quando cita una frase dei diari, peraltro falsi, di Mussolini che avrebbe detto: “Dicono di me che sono un dittatore ma il vero potere ce l’hanno i miei gerarchi. Quello che io posso è dire al mio cavallo di andare a destra o a sinistra.”
Berlusconi è stato attento a dire che Mussolini era considerato un dittatore ma non lo era, facendo così una vistosa marcia indietro a sue precedenti affermazioni.
Ma ha voluto soprattutto affermare che non ha il potere che gli viene attribuito. Del tutto d’accordo con suoi tardivi seguaci come Ernesto Galli della Loggia e Giampaolo Pansa che rispettivamente sul Corriere della Sera e su Libero sostengono da anni che il problema politico per l’Italia è quello di accrescere i poteri del capo dell’esecutivo se si vuole che governi in maniera efficace.
Siamo di fronte a una ennesima boutade del Cavaliere che non perde occasione per stupire e piacere all’uomo della strada?
Direi di no se si pensa che il suo intervento all’assemblea di Confindustria è stato un flop gigantesco e che la sua richiesta di avere Emma Marcegaglia nel governo al posto di Scaiola ha suscitato un gelo come non si avvertiva da quattro anni nella sala confindustriale.
Vero è che Silvio Berlusconi avverte, da attento uomo di spettacolo, che sul consenso di cui godono lui e il suo governo si stanno addossando fortissime  nubi che derivano dagli ultimi scandali come dalla pesante manovra economica caratterizzata da fortissimi tagli di cui si vedranno le conseguenze nei prossimi giorni e settimane.
Di qui il suo rilancio in cui, in attesa che alla legge sul legittimo impedimento e a quella sulle intercettazioni, la prima già in vigore ma sottoposta a referendum per iniziativa dell’Italia dei Valori, la seconda in via di approvazione rapida alla Camera dei Deputati, il leader populista vuole unire a tutti i costi una riforma istituzionale che gli conceda maggiori poteri come esecutivo e l’impossibilità non solo per i giudici ma anche per le istituzioni di controllo come la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato di intervenire in maniera penetrante sul suo modo di governare. Vuole anche  impedire al parlamento qualsiasi funzione, come hanno appena denunciato la settimana scorsa in maniera concorde il presidente Fini e l’on. Franceschini capo gruppo del Partito democratico.
L’obbiettivo, insomma, della citazione di Mussolini e di una sua indiretta riabilitazione è chiaro e ci riporta sempre all’ossessione di Berlusconi che vuole finire questa legislatura con poteri che ci avvicinano sempre di più a un regime di populismo autoritario.
C’è ancora qualcuno che dubiti di questo orizzonte nella maggioranza o nelle opposizioni?
A quanto sembra ce ne sono molti, se di fronte alle ultime sortite, ci sono singoli e partiti  disposti ancora a dialogare con il capo attuale del governo.

www.nicolatranfaglia.com


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