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TAGLI E BAVAGLI: Giuseppe Laterza, “Una settimana di libri per le libertà”
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di Gian Mario Gillio*

TAGLI E BAVAGLI: Giuseppe Laterza, “Una settimana di libri per le libertà”

L’appello lanciato al Salone del libro di Torino dal mondo dell’editoria libraria, con l’editore Laterza tra i promotori, ha raccolto numerose firme e adesioni. “Libertà di stampa e i libri” è il titolo voluto per dire no al ddl sulle intercettazioni. Oggi parte dalle 18 al Teatro Quirino di Roma: “In libreria i libri sulla libertà”. Iniziativa congiunta di editori, scrittori e librai. Ne abbiamo parlato con l’editore Giuseppe Laterza.

Laterza, cosa vi ha spinti a promuovere con così tanta convinzione un appello contro il ddl sulle intercettazioni? Inoltre, avete deciso di andare oltre e proprio oggi al teatro Quirino di Roma, dalle diciotto, lancerete l’iniziativa che vi vedrà impegnati per una settimana in numerose librerie sparse sul territorio nazionale.
La riflessione iniziale, partita da Stefano Mauri, è che la legge –  in discussione questo pomeriggio al Senato –  non tocca solamente giornali e giornalisti, ma riguarda anche le Case editrici e le loro pubblicazioni. Ci sono in commercio molti libri realizzati con lo stile dell’inchiesta giornalistica, anch’essi sono potenziali destinatari del ddl, un esempio fra tutti i libri di Chiarelettere, ma anche le nostre pubblicazioni, come molte altre, sarebbero pesantemente toccate dal provvedimento. Molti editori e autori – l’ha ricordato bene Roberto Saviano – non avrebbero potuto portare alla luce i lati oscuri della nostra Repubblica con la legge che oggi è al vaglio del Senato. La libertà d’informazione è una nave alla quale dobbiamo aggrapparci nel mare in cui, tutti noi, nuotiamo. La democrazia è la terra ferma, il luogo da raggiungere.
Questa settimana, se mi permettete un inciso, oltre all’evento di questo pomeriggio che inaugurerà l’iniziativa “In libreria i libri sulla libertà”, vorrei segnalare anche il Festival di Trento promosso insieme alla Provincia, il Comune e l’Università di Trento e che avrà come filo conduttore proprio l’informazione, la scelta e lo sviluppo.

Il decreto di legge discusso oggi in Senato è un nuovo attacco alla democrazia e alla libertà di stampa. Avete previsto anche la lettura della nostra Carta Costituzionale nel programma d’incontri?
Sì. Le posso dire che abbiamo previsto proprio presso la libreria Laterza di Bari, martedì pomeriggio dalle diciotto alle venti, la lettura di articoli della nostra Costituzione proposti da Luciano Canfora.

In questi ultimi tempi l’editoria soffre per le continue manovre governative. Dapprima l’eliminazione del diritto soggettivo per i giornali poi il provvedimento ad aprile che ha, di fatto, eliminato le tariffe agevolate per l’invio di libri. Saranno tema di discussione di questa settimana?
Il tema dell’abrogazione delle tariffe agevolate sarà affrontato dagli editori e certamente continuerà a occuparsene anche la nostra Associazione di categoria, l’Aie. Tuttavia non è previsto nella programmazione di questa settimana. Ovviamente la libertà che noi vorremmo rilanciare con queste iniziative, permetterà a chi volesse affrontare l’argomento di poterlo fare come meglio ritiene anche in occasione dei reading. Riteniamo tuttavia importante dare un “taglio alto”, permettetemi l’espressione, alla nostra iniziativa. Infatti la serie d’incontri nelle librerie avrebbe senso, anche se per miracolo il Senato dovesse trovare una convergenza d’intenti per l’eliminazione della legge. Quand’anche si dovesse giungere a un accordo, la nostra iniziativa avrebbe senso comunque. Solo il fatto che si sia potuto arrivare a pensare una legge come questa la dice lunga sullo stato di salute della nostra democrazia. Si tratta di una vera aberrazione, degna solo dei regimi dittatoriali, questo ci deve far riflettere. Solo partendo dai classici della letteratura, proprio come intendiamo fare questa settimana, potremo capire veramente cosa vuol dire parlare di libertà. Parola che oggi è utilizzata con declinazioni improprie. Leggere, come faremo, Montesquieu, John Stuart Mill, Calvino, sarà davvero utile. Solo tornando ai grandi intellettuali del passato potremo ripensare e riscoprire il vero significato della parola “libertà”.

Nel ddl è stata ridotta di un terzo la sanzione a carico dell’editore. Tuttavia si parla ancora di 310 mila euro. Lo ritiene sufficiente?
Non sono un giurista, ma in questi giorni ho potuto parlare con molti di loro, uno ad esempio è Stefano Rodotà (che ha promosso l’altro recente appello) e le posso dire che esistevano già progetti in parlamento per regolare le intercettazioni e la loro pubblicazione. Ed è vero che alcune intercettazioni sono uscite in modo inappropriato sui alcuni giornali. Molti degli editori che hanno firmato il nostro appello, fermamente convinti di trovarsi di fronte ad una pessima legge, si sono tuttavia detti preoccupati per l’uso improprio che alcuni giornalisti o editori hanno fatto delle intercettazioni non rilevanti ai fini delle indagini. La sanzione al giornale o all’editore deve essere inflitta solo se è effettivamente riscontrato un abuso che si riferisce alla pubblicazione di quelle parti d’intercettazioni che il magistrato e gli avvocati hanno deciso non essere rilevanti ai fini dell’indagine. La sanzione è dunque accettabile, non sono aprioristicamente contrario al principio della sanzione. Una società funziona sulla base della responsabilità personale e collettiva e sul principio di un’etica condivisa. Per dirla con un semplice esempio: non si passa con il semaforo rosso solo perché si teme la multa, lo si fa perché si ritiene che sia un principio d’ordine. Se invece si passa lo stesso, la multa può essere un buon deterrente.

Avete condiviso la vostra iniziativa anche con le associazioni di categoria come la Fnsi o l’Usigrai, Mediacoop, oppure riguarda esclusivamente voi editori?
L’appello è nato esclusivamente dalla volontà di editori e librai e non sono state coinvolte le Associazioni di categoria. Abbiamo ritenuto che l’iniziativa dovesse essere condivisa da persone e individui, proprio come si evince dalle firme dell’appello, nomi e cognomi, per la maggior parte titolari di case editrici, ma le firme sono giunte anche da singoli cittadini, insomma da quella società civile che si muove con quel senso di responsabilità di cui parlavo prima. Ognuno di noi oggi è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, deve finire la moda del rimpallo di responsabilità. Oggi l’imperativo è “metterci la faccia” e in molti l’hanno fatto aderendo all’appello. Dalle firme si evince che il tema è comunemente sentito da diverse categorie, dai professionisti, insegnanti, medici, operai, pensionati, addirittura ha lasciato la propria firma un pescatore, cosa curiosa ma che ci ha fatto molto piacere. Inoltre abbiamo avuto il sostegno di molti artisti come Paola Turci o il pianista Enrico Pierannunzi. Stranieri e intellettuali come Zygmunt Bauman hanno lasciato messaggi importanti che abbiamo pubblicato sul nostro sito. Questo perché l’anomalia italiana preoccupa l’Europa, come mi è stato più volte detto. Nel pamphlet di Maurizio Viroli dal titolo “La libertà dei servi”, che stiamo per pubblicare, l’autore ci spiega come sia sottile la linea che separa la libertà dalla schiavitù. Viroli ci conferma che è vero che in Italia siamo ancora liberi, ma ci mette in guardia sul fatto che nel nostro paese, in modo particolare, esiste un potere forte, un potere in grado di condizionare qualsiasi situazione  e addirittura persona, limitando così le libertà, di pensiero, di azione, di espressione di ogni singolo cittadino, lavoratore, professionista. Mia moglie, ad esempio, lavora al Tg1, dunque può capire di cosa stiamo parlando.

Oggi pomeriggio come svilupperete l’incontro al Quirino?
Ci sarà la breve introduzione di un giovane scrittore, Paolo Di Paolo, che coordinerà la giornata. Seguiranno gli interventi di un editore e un libraio, poi di due costituzionalisti Stefano Rodotà e Alessandro Pace che ci spiegheranno perché questa legge è un ulteriore bavaglio per la nostra democrazia. Poi seguiranno le letture con diversi autori, Andrea Camilleri aprirà il reading. Da domani in centinaia di librerie del paese saranno previste letture e incontri, per tutta la settimana.

*direttore di Confronti


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