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Enti locali e Governo, ovvero quando sulla manovra le idee sono poco chiare (nei Tg)
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di DENTRO LE NOTIZIE

Enti locali e Governo, ovvero quando sulla manovra le idee sono poco chiare (nei Tg)

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I TITOLI DEL 6 LUGLIO 2010 - Il mondo è bello perché è vario. Ma il vecchio adagio poco ci consola  di fronte al fatto che i tg di prima serata  hanno avuto un comportamento totalmente difforme su quella che fuor di ogni dubbio è la notizia centrale della giornata: lo scontro tra regioni e governo sulla manovra economica. Per i Tg Mediaset, questa notizia sembra esser inventata o quasi. Il giorno di maggior tensione tra governatori, sindaci e amministratori locali da una parte e Governo dall’altra – un governo che ancora non ha ricevuto la delegazione degli amministratori (sembra che lo farà giovedì) – questa notizia, dicevamo, non esiste.

Forse sfuggito al controllo del gruppo un blando riferimento nel tg di minore spessore informativo, per statuto, Studio Aperto. I Tg rai e La 7, al contrario, scelgono tutti di aprire sulla protesta dei Governatori, dedicando titoli e servizi ampi al braccio di ferro in atto. Se poi ci si chiede dei contenuti, oltre alla valenza politica della vicenda, il tg che più spiega e informa è il tg 3 che dedica più di sei  minuti in apertura, ospitando due big rappresentanti di opposte sponde politiche: Il governatore Formigoni ( ed è la seconda volta in pochi giorni) ed il sindaco di Torino Chiamparino. Nella pagina del commento abbiamo deciso di riproporre una sintesi dell’intervento dei due amministratori, convinti che i cittadini abbiano il diritto di essere informati su temi che li riguardano da vicino.
Per il resto, spulciando tra i tg, Studio Aperto ci informa che la bellissima spia che viene dal freddo attentava alle grazie anche dei rampolli di Buckingham Palace; il tg 5 ci da il vaticinio del polpo oracolo  sul Germania Spagna, mentre Emilio Fede ci ricorda che fa caldo, molto caldo.


Il Commento di Roberto Formigoni e Sergio Chiamparino
(Intervista di Giuliano Giubilei al Tg3 delle 19.00)

Formigoni: “Continuiamo a chiedere il dialogo istituzionale con il governo. Francamente non riesco a chiedere che non ci sia lo spazio per un incontro del Governo con le Regioni, i Comuni e gli Enti locali, tanto più che noi avanziamo alcune proposte e continuiamo a sfornarne. La prima è quella dell’uomo di buon senso. I tagli vanno, il totale è quello stabilito. Ripartiamolo però in maniera proporzionale fra tutte le entità di governo, da quello locale a quello centrale.  Abbiamo anche proposto, visto che bisogna ridurre la spesa pubblica, una commissione a costo zero che vada veramente ad individuare dove sono gli sprechi e a tagliare proporzionalmente”

Tremonti ha già detto che per i ministeri non ci sono altri tagli in vista e il peso cadrà sulle Regioni
Francamente mi sembra un apriori che non è giustificato dalle cifre che più volte abbiamo fornito. I ministeri vengono tagliati dell’1%, alle Regioni viene chiesto un sacrificio pesantissimo del 14%. Complessivamente Regioni, Comuni e Province sopporteranno ben oltre la metà della parola.

Chiamparino, voi siete arrabbiatissimi con Berlusconi perché non vi riceve, ma Fitto dice che Lunedì Tremonti vi incontrerà
Il problema non è incontrare solo Tremonti è che giovedì è l’incontro previsto per il parere dovuto in conferenza unificata. Come facciamo a dare il parere se non abbiamo avuto un incontro politico con il governo in cui capire se ci sono dei margini per equilibrare la manovra come abbiamo proposto. Adesso domani abbiamo l’ufficio di presidenza, non voglio anticipare giudizi ma è evidente che in queste condizioni non possiamo presentarci alla conferenza unificata

Formigoni, lei ha già ripetuto. Ma i governatori alla fine che forme di protesta attueranno. Siete anche pronti a rimettere le deleghe al governo?
Continueremo testardamente a chiedere il dialogo istituzionale. Non vogliamo il conflitto. Ma l’accordo sul governo su una manovra che è essenziale. Dopo di che, se non ci fosse neanche un cambiamento, la restituzione delle deleghe che ci sono state assegnate, non sarebbe un gesto di conflitto ma un fatto inevitabile. Se non abbiamo più i fondi per fare andare i treni dei pendolari, per dare aiuti alle imprese, soprattutto alle piccole o piccolissime, per dare aiuto alle famiglie, non potremo che rimettere le deleghe. Sarà una presa d’atto di una situazione in cui non vorremmo che il paese fosse costretto a vivere.


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