Articolo 21 - ESTERI
La denuncia di Italians for Darfur: l'Italia viene meno a impegni umanitari
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di redazione
 "Mentre il Consiglio di sicurezza dell'Onu rinnova all'unanimità la missione di pace in Darfur e la Comunità internazionale é sempre più impegnata a prevenire una nuova guerra civile in Sudan, l'Italia - con il voto finale oggi in Senato - sceglie di abbandonare la regione dove é in corso la più grande crisi umanitaria del mondo con la scusa di non aver ottenuto i visti per i militari che dovevano dare supporto a Unmid". E' quanto denuncia l'associazione 'Italians for Darfur, promotrice della campagna per il Sudan in Italia. "Venire meno agli impegni nei confronti del Darfur - si legge in una nota - non é solo una decisione politica sbagliata che causa un danno d'immagine al nostro Paese, che nega il suo contributo all'Onu, che tra l'altro si era proposta di sbloccare i problemi burocratici che bloccavano la missione italiana, per il mantenimento della pace in Sudan, ma é anche un'azione vile soprattutto perché l'Italia é tra i garanti del rispetto dell'accordo di pace del 2005 che sancì la fine dell'ultra ventennale guerra civile tra Nord e Sud". "Questa grave decisione arriva nella fase più cruenta del conflitto in Darfur - sottolinea Antonella Napoli, presidente dell'associazione - che oggi é più violento che mai. Lo testimoniano gli oltre mille morti negli ultimi due mesi. Mezzo milione di darfuriani rischia di non ricevere le razioni alimentari, da cui dipendono per la sopravvivenza, a causa delle proibitive condizioni di sicurezza peggiorate dopo gli ultimi pesanti scontri tra forze governative e forze ribelli nel centro e nel nord Darfur, che hanno tagliato i principali nodi stradali dell'area. Dal 2008 ad oggi 17 operatori umanitari sono stati rapiti e 27 peacekeepers dell'Unamid hanno perso la vita e il bilancio rischia di aggravarsi visti i sempre più frequenti attacchi ai caschi blu, - conclude la Napoli - spesso non adeguatamente equipaggiati".
"Mentre il Consiglio di sicurezza dell'Onu rinnova all'unanimità la missione di pace in Darfur e la Comunità internazionale é sempre più impegnata a prevenire una nuova guerra civile in Sudan, l'Italia - con il voto finale oggi in Senato - sceglie di abbandonare la regione dove é in corso la più grande crisi umanitaria del mondo con la scusa di non aver ottenuto i visti per i militari che dovevano dare supporto a Unmid". E' quanto denuncia l'associazione 'Italians for Darfur, promotrice della campagna per il Sudan in Italia. "Venire meno agli impegni nei confronti del Darfur - si legge in una nota - non é solo una decisione politica sbagliata che causa un danno d'immagine al nostro Paese, che nega il suo contributo all'Onu, che tra l'altro si era proposta di sbloccare i problemi burocratici che bloccavano la missione italiana, per il mantenimento della pace in Sudan, ma é anche un'azione vile soprattutto perché l'Italia é tra i garanti del rispetto dell'accordo di pace del 2005 che sancì la fine dell'ultra ventennale guerra civile tra Nord e Sud". "Questa grave decisione arriva nella fase più cruenta del conflitto in Darfur - sottolinea Antonella Napoli, presidente dell'associazione - che oggi é più violento che mai. Lo testimoniano gli oltre mille morti negli ultimi due mesi. Mezzo milione di darfuriani rischia di non ricevere le razioni alimentari, da cui dipendono per la sopravvivenza, a causa delle proibitive condizioni di sicurezza peggiorate dopo gli ultimi pesanti scontri tra forze governative e forze ribelli nel centro e nel nord Darfur, che hanno tagliato i principali nodi stradali dell'area. Dal 2008 ad oggi 17 operatori umanitari sono stati rapiti e 27 peacekeepers dell'Unamid hanno perso la vita e il bilancio rischia di aggravarsi visti i sempre più frequenti attacchi ai caschi blu, - conclude la Napoli - spesso non adeguatamente equipaggiati".
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