Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
Silvio, finalmente "canta". Ecco l'ultima compilation. Lo abbiamo intervistato
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Giorgio Santelli

Silvio, finalmente "canta". Ecco l'ultima compilation. Lo abbiamo intervistato

L'INTERVISTA IMPOSSIBILE
Uscirà, fra breve, l'ultima compilation di Silvio e Api. la coppia che sta spopolando il pop di questi anni '20. E' una calda estate e proprio oggi, 28 agosto 2020, abbiamo raggiunto il paroliere e interprete nella sua villa in Brianza. Una chiacchierata con lui, per raccontare il suo successo musicale e per fare anche un po' di memoria. Sono ormai passati quasi 4 anni da quando silvio abbandonò la carriera politica dopo aver venduto tutte le sue aziende per aprire la sua casa discografica, la Mediadisc per dedicarsi completamente alla musica. Questa l'intervista.

Bene Silvio. Presto esce il tuo nuovo Cd. Cantante istrionico, artista tuttotondo. Nel passato hai avuto esperienze importanti anche alla guida del governo. Insomma, meglio di Gilberto Gil che fu addirittura ministro della cultura del Brasile. Di te si è detto di tutto. Compreso che la tua vena di cantante nasce in risposta alle accuse che hai ricevuto nel corso della tua presenza a Palazzo Chigi. Palamara, rieletto da poco a capo del sindacato dei Magistrati, ha detto. "Con noi non cantava mai. Sarà per questo che ora canta sempre".
"I soliti magistrati comunisti. Devo pensare con Api (così chiama Apicella, ndr) di dedicare loro una canzone. Pensavo ad un titolo del tipo "rosso negativo". Comunque veniamo a noi! - e qui scatta sull'attenti -. Questo nuovo Cd è frutto della mia esperienza ventennale alla guida del Paese. Un cd d'amore in risposta all'odio di quei tempi.

E alcuni titoli sembrano proprio ricordare il periodo più buio, quello dell'estate del 2010. Sono passati ormai 10 anni. Ma all'epoca eri alla fine di una stagione che vedeva crollare le tue più grandi storie d'amore. Prima la tua seconda moglie, Veronica. Un'addio dal sapore salato, in termini economici. Già avevi detto addio a Pierferdi, e poi l'addio all'allora tuo delfino nel Pdl, Gianfranco Fini. E' forse lì che nasce la traccia principe del nuovo cd: "Se tu non fossi tu"?
C'hai preso. Devo dire proprio che c'hai preso. Mi sono sentito tradito, nel mio più intimo, direi quasi sodomizzato. Eravamo usciti da una vittoria meravigliosa. Mai tanti parlamentari in più di qualsiasi altra maggioranza. La mia trovata del predellino di Milano fu esaltante. Già a quei tempi mi rispose un po' male, dicendomi che con quella mia sceneggiata eravamo arrivati alle comiche finali. Ma poi bastò alzare un po' la voce e se ne stette buono. Del resto, nella nostra storia, l'uomo sono io e l'uomo ha da comandà... bello sto' titolo per una canzone, non trova?

Sì, ma torniamo a noi. Poi che successe...
Successe che all'epilogo, con la nascita del gruppo di Fli e poi con la rottura continua, in una riunione ristretta in cui eravamo io, lui er pelato, 'rdiavolo e il portavoce. Si provava a ricucire ma non c'era verso e allora è lì che gli dissi: "Se tu non fossi tu, sarebbe meglio, faresti parte di un dettaglio".

Proprio il titolo della canzone che dà il titolo al cd...
Esatto. E che fosse una frase storica, direi quasi mitica, ce ne siamo accorti subito. Vuoi perchè ho visto scendere una lacrima dagli occhi di Gianfranco. E poi perchè "er pelato" si è messo immediatamente a declamare una poesiola su due piedi. Proprio una poesia che cominciava con quella frase. Ed io ho colto al balzo la cosa. Ho chiamato Api, che era nella sua stanza del Palazzo e abbiamo cominciato a musicarla

E Gianfranco?
No. Lui se ne è andato. Da allora ci siamo incontrati poche volte. E la tristezza dei suoi occhi, ogni volta che ci incontriamo, mi dice che quella frase fece effetto.

Si dice anche che c'è una canzone in dialetto napoletano. Umberto come l'ha presa?
Non benissimo. Più di una volta mi ha suggerito, attraverso La Trota, di realizzarla in dialetto milanese. ma avevo già scritto molte cose. Quindi, alla fine, ha accettato la cosa. Il titolo è 'o core dint' 'o zucchero.

Ma qualche frase... qualche parola del brano?
Gliele accenno.

In tutto chillo che devi fà / 'o bello lato puoi truvà
e se lo truovi 'o giuoco va / ogni lavuro chiu semplice è/ chiù sereno sta.

O vuò capì che 'u trucco è tutto a' cà

O piettirusso o nido vuole fà / ma 'nu poco 'e pace chiù nun ha
Ha dà scappa da cà a dellà / ma anche se continua a faticà / cuntinua a cinguettà

Basta 'nu poc'he' 'zucchero e la pillola va giù / la pillola va giù / la pillola va giù

Non vorrei azzardarmi. Ma la canzone mi sembra nota. Le dice nulla Mary Poppins?
Non la conosco. E' forse il nuovo premier inglese. Una sorta di Tatcher degli anni 2020?

Perchè, lei si ricorda anche di Margareth Tacher?
Non ne ho in mente la fisionomia. Ma se fosse stata una bella gnocca me ne ricorderei.

Non perde questa sua vena maschilista che l'ha accompagnata per tutta la sua parentesi politica. direi di non andare sulla cattiva strada e di continuare a parlare di lei come chansonierre. Altri tre brani. C'è anche l'inglese. Con stay with Me. A chi l'ha dedicata?
Al mio amico George dabliù Bush. Con lui ho duettato negli stati Uniti quando, alla fine delle riunioni, andavamo in qualche locale a Manhattan travestendoci da persone comuni e cominciavamo a cantare davanti ad un whisky. Bei tempi. Il testo, per lo più in italiano, è un omaggio all'america. Che ci ha salvati dal Comunismo. E' per questo che nell brano dico "Ai considered de fleg of iunaitid steit nos only de fleg of de cauntri, bad is iuniversal messags of fridom end dimocrasi".

Mi scusi. Ma la rima?
Non c'è rima. Perchè è il mio primo brano rap, e fa da controcanto il bel messaggio di Bush che, innegabilmente, si è accorto della mia perfetta pronuncia dicendomi "Your english is very good" che inframezza la continua riproposizione del mio refrain.

Ma il titolo, mi permetta, che ci azzecca?
Intanto le proibisco di utilizzare il verbo azzeccare. Un verbo che mi perseguita, nei miei sonni di persona un po' in là con l'età da quando sulla scena politica è apparso quel questurino di Di Pietro. Veniamo al titolo. C'entra eccome. Stay with me. Nel senso che George Dabliù Bush deve stare con me, nel mio personale pantheon dei grandi uomini. Io, il più grande premier italiano degli ultimi 150 anni e lui il più grande presidente degli Stati Uniti dall'epoca di Colombo.

Veniamo agli ultimi due titoli. "Ma se ti perdo". A chi l'ha dedicata?
Alla vita. Alla mia vita. Sà, ormai è da un po' di mesi che ho superato i sessanta e non mi arrendo. Grazie alle cure di Don Virzì penso di avere di fronte a me un paio di lustri, ma in ogni caso mi interrogo su quando perderò la vita. Un ragionamento molto intimo e spirituale. Ancora no so' quello che farò dopo la mia dipartita. Quindi la canzone è una sorta di pensieri per quel futuro.

L'ultima. Quann 'o core, di chi parla e a chi la dedica.
E' la canzone dedicata al mio grande amico Umberto. Il suo cuore ha fatto le biozze. Lo sappiamo. Ha avuto problemi, in passato, cardiocircolatori. E' un tentativo per fargli capire che è ora che lasci anche lui la vita politica. Quell'atteggiamento un po' sbarazzino, quel capello ancora alla motociclista senza casco dopo una gara, è ormai superato. si dovrebbe ritirare. Come ho fatto io. Non accetterei di perderlo. Ed ho un sogno. Cantare insieme a lui Italia. Lo fece, una ventina di anni fa nel salotto di Bruno, a Porta a porta, insieme al compianto Mino Reitano. Purtroppo ora lui è impegnato al Quirinale. Gli ho ceduto volentieri quel posto alla fine della mia carriera politica. Del resto l'è un bau fiieu (Un bravo figliolo). Me lo diceva sempre la mia mamma, che dopo le nostre luinghe litigate ci fece fare pace. Del resto la mia mamma portava il suo cognome. A tutto c'è un perchè.

n.b. - L'intervista è falsa ma alcune esternazioni sono vere. Come sono veri i titoli dei brani e il disco in uscita. Buon ascolto.


Letto 5618 volte
Dalla rete di Articolo 21