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Università: giornalisti sul tetto per un'informazione corretta
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di Rete29Aprile

Università: giornalisti sul tetto per un'informazione corretta

Questa mattina, sul tetto della Facoltà di Architettura di Roma, diversi giornalisti hanno risposto con la loro presenza, all’appello avanzato dalla Rete29Aprile per una informazione piena, corretta e approfondita sulla “riforma” dell’Università. Hanno raggiunto il presidio Roberto Natale, presidente del sindacato unitario giornalisti italiani (FNSI); Corradino Mineo, direttore di RAINews24; Giorgio Santelli, RAINews24; Carlo Verna, segretario sindacato giornalisti RAI (USIGRAI); il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e il segretario dell’associazione Tommaso Fulfaro ed Alberto Baldazzi; Paolo Butturini, segretario associazione stampa romana; Roberto Secci di Reporter Senza Rete; Santo Della Volpe, vicepresidente di Libera Informazione.

A questa delegazione, alla quale va il sentito ringraziamento della Rete29Aprile, il presidio ha rinnovato la richiesta di far giungere all’opinione pubblica le ragioni per le quali ricercatori precari e non, studenti e universitari in generale lanciano l’allarme per le ricadute potenzialmente distruttive del ddl Gelmini. Il sistema universitario va certamente riformato, ma per massimizzarne le potenzialità e sradicarne i vizi; questo ddl opera in senso opposto.

Dal tetto giunge dunque la richiesta di dare voce e volto alle criticità del ddl Gelmini, che, purtroppo, viene trasmesso all’opinione pubblica con slogan e parole chiave condivisibili ma sistematicamente contraddette nel provvedimento. Per questo si chiede l’applicazione del “lodo Maroni”, ovvero la possibilità replicare nelle trasmissioni che si sono occupate e si occupano della “riforma” e che, fino ad oggi, a nostro avviso hanno fornito una informazione incompleta e non sufficientemente approfondita. Dai tetti chiediamo il rispetto della Costituzione per le parti relative al diritto all’istruzione e alla comunicazione. Diritti che, a nostro avviso, non possono essere disgiunti.

La Rete29Aprile, per riportare il discorso sui contenuti, lancerà da domani, domenica 5 dicembre, una serie di brevi trasmissioni autoprodotte per disvelare i dati della realtà che si celano dietro le parole chiave costantemente ripetute dai sostenitori del ddl. Le trasmissioni saranno reperibili sul sito internet della Rete29Aprile (www.rete29aprile.it). La Rete invita la stampa ad essere presente, e comunque ad informare l’opinione pubblica di questa iniziativa pensata e realizzata da chi ha a cuore l’Università libera, pubblica e aperta ed il futuro del Paese.

Sui tetti della facoltà di Architettura a Roma  ho incontrato stamattina un pezzo di bella Italia , gente che continua a credere nella forza del confronto e delle parole e  che chiede all’informazione di non lasciare passare  solo slogan, ma di dare spazio ai contenuti. E’ una richiesta che chiama in causa la nostra responsabilità  di giornalisti . Il ddl Gelmini , questo è il grido d’allarme raccolto, contiene titoli diversi da quello che poi le norme vanno a sostanziare.  Questi titoli tradotti in slogan e ripetuti a reti unificate oscurano un’analisi puntuale del testo. Il diritto di replica che studenti e ricercatori invocano e meritano richiede attenzione adeguata e capacità  di ascolto e rappresentazione (Carlo Verna, segretario Usigrai)

Ancora una volta le notizie devono salire sui tetti per ottenere attenzione. Una rappresentanza del sindacato dei giornalisti e’ andata alla Facolta’ di Architettura, a Roma, ad incontrare i ricercatori che si battono contro il disegno di legge Gelmini. Sono una parte dell’Italia reale, e di questa realta’ chiedono parli l’informazione. A noi giornalisti non compete fare il tifo. Tocca piuttosto fare la fatica di capire e far capire i punti in discussione, anche quando - ed e’ la stragrande maggioranza dei casi - non ci sono immagini di scontri a rendere “spettacolare” il racconto. “Meritocrazia”, oppure “lotta alle baronie”, sono parole accattivanti, che tanto il governo quanto i ricercatori dicono di avere come obiettivo. Sta a noi spiegare all’opinione pubblica quali diverse visioni dell’Universita’ e della ricerca ci siano dietro. Sta a noi assicurare il reale pluralismo delle voci, garantendo quella “par condicio” che non puo’ essere un diritto delle sole forze politiche. (Roberto Natale, Presidente Fnsi)


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