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David Sassoli: "l'anomalia ungherese è preoccupante come il caso italiano"
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di Gianni Rossi

David Sassoli: "l'anomalia ungherese è preoccupante come il caso italiano"

Da questo Gennaio, il premier di destra dell'Ungheria, Orban, è anche presidente di turno dell'Unione europea. Una "macchia" politica ed etica per le istituzioni del vecchio continente, da sempre sostenitrici di principi di libertà e uguaglianza, di rispetto del pluralismo e della libera circolazione delle idee. La legge sul ripristino della censura in Ungheria è un vulnus che per ora è stato denunciato dai sindacati nazionali ed internazionali dei giornalisti, che per giovedì hanno organizzato una manifestazione proprio a Budapest, oltre che dai raggruppamenti europei dei partiti socialdemocratici e liberaldemocratici. 

Quelli di destra tacciono, nonostante, a novembre dell'anno appena passato, l'Europarlamento abbia votato a stragrande maggioranza una risoluzione che difende il ruolo dei servizi pubblici radiotelevisivi e il pluralismo.

La legge di censura in Ungheria quanto vi preoccupa e cosa potrebbero fare le istituzioni europee?
"Il caso italiano si estende!
La mancanza di attenzione agli standard europei mette i governi di destra nella condizione di limitare la libertà di stampa e il caso ungherese ne è l'esempio.
Una legge così come quella ungherese nell'Unione europea non si era mai vista. Il premier Orban vuole addirittura legare la libera d'informazione ad un presunto concetto di interesse pubblico, mutandone le presunte violazioni. E' un'estensione delle leggi bavaglio.
Con questa legge vorrebbe addirittura sopprimere le redazioni di Tv e Radio pubbliche, facendole confluire in un unico centro di notizie presso l'Agenzia di Stampa nazionale. Un ritorno al passato degno dello stalinismo e del fascismo, anacronistico per un paese europeo, mentre in Gran Bretagna il vicepremier Glegg sta preparando una legge per ampliare le libertà di informazione".

La Federazione internazionale dei giornalisti sta organizzando una manifestazione a Budapest, cosa potrebbero fare di concreto i movimenti politici dell'Europarlamento?
"Dovrebbero cercare di incoraggiare l'Europa a prendere sul serio la questione della libertà di informazione, che troppo spesso è affidata alle volontà nazionali. Occorre che le istituzioni europee e il Parlamento europeo affrontino con decisione la questione degli standard europei per le TV e Radio pubbliche. Sappiamo che è possibile monitorare il rispetto del servizio pubblico e del pluralismo e, dunque, occorre che la Commissione Europea si prepari ad intervenire, come l'è stato anche richiesto nel novembre scorso con una risoluzione del Parlamento europeo, approvata a stragrande maggioranza.
Finora non l'ha fatto, si è sempre tenuta neutrale, lasciando ai singoli governi di procedere con autonomia. Il caso italiano e quello ungherese dimostrano che la prudenza dell'Europa può minare una delle libertà fondamentali per i cittadini e la tenuta democratica.
La cautela dei giornalisti e dei direttori deve essere rapportata ai codici civili e penali , ma non agli imput e agli interessi dei governi".

Ma il premier Orban è per questi sei mesi anche presidente di turno dell'Unione Europea. Come affrontare questa anomalia?
"Rispetto all'iniziativa sulla legge bavaglio ungherese ci sono forti critiche da parte di importanti governi. In particolare da Parigi e Berlino. Per la Federazione Europea dei giornalisti queste contestazioni sono un punto di forza che possono creare le condizioni perché ci sia un cambiamento. Io credo che sarebbe opportuno che, proprio in virtù di questa nuova anomalia ungherese, anche la nostra Federazione della stampa, dopo il Congresso che sta svolgendo a Bergamo, invii una delegazione qui al Parlamento europeo, per far conoscere alle forze politiche la situazione italiana, che è altrettanto preoccupante".

Libertà di informazione: siamo tutti ungheresi, anzi europei - di Roberto Mastroianni* / L'Ungheria e l'informazione nell’era Orban. Ennio Remondino ne scriveva già dieci anni fa / La legge bavaglio ungherese è incompatibile con la libera circolazione delle notizie - di Franco Siddi / "Una manifestazione pacifica dei giornalisti europei a Budapest, per accerchiare l'autorità di garanzia ungherese" / Il reportage di Andrea Taquini su Repubblica 

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