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Popolo in piazza per acqua pubblica, no al nucleare e contro il legittimo impedimento
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di Roberto Secci

Popolo in piazza per acqua pubblica, no al nucleare e contro il legittimo impedimento

Cento.. duecento... trecentomila persone . Un serpentone multicolore ha attraversato la città di Roma per la manifestazione del 26 marzo per “l'acqua pubblica, contro il nucleare”, promossa dal Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune e dal Forum dei Movimenti per l'Acqua  In corteo prima e in piazza San Giovanni poi,  c'erano moltissimi amministratori di centrosinistra e alcuni di centrodestra per dire che la battaglia per l'acqua pubblica e contro le centrali nucleari è bipartisan. Ad arrivare per primi in piazza San Giovanni i gonfaloni di diversi comuni e provincie d'Italia: Campobasso, Iesi, Giulianova, Capannori, Cagliari, Civitavecchia e Aprilia. Le bandiere azzurre del comitato si sono alternate a quelle arcobaleno, di Legambiente, Arci, Emergency, Wwf e di diversi sindacati: Cobas, Fiom, Cgil, Usb.  E ancora:  il Forum dei movimenti per l'acqua e il gruppo "Sos rinnovabili".  E poi la politica:  Rifondazione comunista, Sinistra critica, Sinistra ecologia e Libertà, Verdi, Italia dei Valori e il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo .
Presenti anche studenti libici provenienti dall'università di Perugia, riconoscibili per le molte bandiere verdi. Quasi un anteprima per la manifestazione di sabato prossimo, sempre a Piazza San Giovanni, “contro la guerre” promossa  da Gino Strada.

Sicuramente un passo importante nella campagna di sensibilizzazione in vista dei referendum del 12 giugno: due sì per dire no alla privatizzazione del sistema idrico e uno per bloccare il ritorno al nucleare. Senza dimenticare- come ha ricordato il portavoce dell'Italia dei Valori Leoluca Orlando – il referendum sul legittimo impedimento.
Se l'obiettivo dei comitati promotori dei referendum (come ovvio) è raggiungere il quorum, portare cioè alle urne più del 50% degli italiani, non possiamo essere completamente soddisfatti. Intanto  perché il Governo, solo qualche settimana fa, ha detto no “all' Election Day” ( la possibilità di far svolgere amministrative e referendum nella stessa data) motivando la scelta come “da tradizione” per casi di sovrapposizione del genere già capitati in passato. Anche se in verità di “tradizionale” ha solo il fatto di rivelarsi vergognosa e criminale. Vergognosa perché sperpera 300 milioni di euro: scelta incomprensibile in un periodo di tagli e vacche magre come quello attuale... Motivata solo da un intento “criminale”: scoraggiare gli italiani a tornare alle urne ( in alcuni casi sarà la terza volta)  e far mancare il quorum alla consultazione . Si tenta anche di “spostare” l'attenzione del referendum sul nucleare facendo approvare il provvedimento sulla moratoria nucleare di 12 mesi. Dobbiamo poi denunciare il black out informativo di buona parte delle reti televisive pubbliche e private non solo sulla manifestazione di Roma ma sui referendum in generale. L'ordine del governo è forte e chiaro: oscurare la data referendaria  del 12 giugno il più  a lungo possibile. E allora dobbiamo reagire e fare il possibile affinché tutti siano informati sui quesiti referendari: stampiamo volantini, fotocopiamo appelli e mettiamoli nelle cassette del nostro condominio, sulle scrivanie dei nostri colleghi di lavoro, nelle portinerie delle fabbriche, nelle scuole e nelle università .

Articolo 21, Libera e la Tavola della Pace hanno promosso un comitato per la legalità repubblicana e per illuminare i referendum. L’obiettivo è consentire ad ogni cittadino di essere di essere informato in modo da poter scegliere liberamente su questioni decisive per il futuro dell’Italia: dal nucleare all’acqua pubblica sino al legittimo impedimento, la vera madre di tutte le controriforme della giustizia. Il 7 Aprile il Tar Lazio prenderà una decisione sul ricorso depositato dal Comitato referendario «2 Sì per l'Acqua Bene Comune» per chiedere l'accorpamento della data del referendum con le elezioni amministrative. Noi non rinunciamo alla battaglia politica per ottenere l’election day, anche se siamo consapevoli che non sarà facile. La nostra proposta è di organizzare una settimana di mobilitazione -  tra il 25 aprile e il 1° maggio, due date importanti per il nostro Paese - nel corso della quale sia possibile organizzare iniziative unitarie e bipartisan dedicate ai referendum, con lo scopo di far sentire la nostra voce a favore dei quesiti e contro la truffa mediatica in atto. La nostra richiesta è rivolta a tutti: anche a coloro che non hanno firmato, a chi ha ancora dubbi e ha bisogno di confrontarsi, persino a chi voterà no. Strappiamo il bavaglio mediatico. 

 Articolo21: e adesso organizziamo il ''referendum week''. L'adesione del Popolo ViolaIn piazza il popolo dell'acqua che dice no al nucleare - di Bruna Iacopino 


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