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Potere di tutti, poteri di pochi. Al via la seconda edizione di “Biennale Democrazia”
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di Claudia Consolini

Potere di tutti, poteri di pochi. Al via la seconda edizione di “Biennale Democrazia”

“Di chi è la politica? In quali mani è l’economia? A chi appartiene il sapere? Di chi è il pianeta? Questi alcuni dei temi al centro del dibattito che si è aperto a Torino in occasione della seconda edizione di “Biennale Democrazia”, manifestazione culturale internazionale promossa e realizzata dalla Città di Torino sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. “Questa seconda edizione della manifestazione è dedicata ai futuri cittadini, in particolare ai giovani e alle scuole che  seguiranno, in questi giorni, i dibattiti di Biennale Democrazia. Con l’augurio che la democrazia possa loro mostrarsi come un ideale da coltivare nella nostra esistenza come cittadini. Lo stesso che apparve così prezioso alla generazione del Risorgimento e a quella dei costituenti”. Questo il messaggio del presidente di Biennale Democrazia, Gustavo Zagrebelsky per l’apertura dei lavori della rassegna culturale torinese che quest’anno ha come titolo “Tutti. Molti. Pochi”: una riflessione sul rapporto fra “il potere di tutti” proprio della società democratica e “i poteri di pochi”, cioè la crescente influenza esercitata dalle oligarchie nella vita pubblica.
"Per noi italiani, per noi europei, l'Unione è la condizione necessaria per progredire ancora"- ha detto il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi in chiusura della lectio magistralis con cui ha inaugurato la Biennale al Teatro Carignano. "La globalizzazione - ha proseguito - integra le economie ma la politica rimane ancorata alla dimensione nazionale, spesso inadeguata a esercitare un'influenza rilevante sui processi d'integrazione -. Per questo la cooperazione internazionale è più che mai necessaria".
Con un spirito profondamente europeista il governatore ha voluto caratterizzare questo spazio di riflessione che proseguirà, per cinque giorni, attraverso un laboratorio pubblico che mira, innanzitutto, alla partecipazione attiva dei cittadini alla discussione sul significato originario della parola “democrazia”, sui suoi principi fondativi, sulle prospettive di sviluppo e sugli aspetti critici che, di fatto, caratterizzano le odierne democrazie.
Una grande agorà democratica, dunque, ricchissima di appuntamenti fra dibattiti, lezioni, letture e spettacoli tutti a ingresso libero e con una fittissima agenda di incontri con protagonisti della cultura nazionale e internazionale.
"Il tema posto a base di questa seconda edizione riflette una viva preoccupazione circa le insidie che la concentrazione dei poteri comporta per la vita democratica, questione già oggetto di profonda riflessione da parte del pensiero costituzionalistico in epoche storiche precedenti e ripresentatosi quindi in termini di indubbia attualità''-.
E’ chiaro il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato in occasione della kermesse che quest'anno si colloca nel calendario delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Napolitano ha quindi posto l’accento su uno dei valori fondativi della nostra democrazia rappresentativa sancito dalla Carta Costituzionale:
''Pur in una realtà certamente molto diversa da quella del 1948, la grande attenzione posta dalla nostra Carta al bilanciamento dei poteri ed alla presenza nel corpo sociale e istituzionale di formazioni intermedie costituisce un'eredità preziosa, frutto di lungimiranza politica e di capacità di riflessione sulla complessità degli equilibri sociali''.
Ad infiammare, infine, di poesia e partecipazione la platea del Palaolimpico Isozaki di Torino, a chiusura della prima giornata di lavori, è stato il potere della cultura di Roberto Benigni, che ha portato in scena Dante con il VI Canto del Purgatorio.
Il grande mattatore, durante il suo monologo spettacolo ha affermato, tra battute e sfottò tipici della sua garbata ma appassionante satira politica, che “la democrazia è una parola difficile da pronunciare, oggi in Italia” ma attraverso la lettura di Dante ed “il suo impegno civile che lo ha accompagnato per tutta la vita, soprattutto attraverso la sua opera letteraria” Benigni ha incoraggiato a non smettere mai di pronunciarla, rispettarla e difenderla.


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