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Articolo 21 - ESTERI
I guai del sud Sudan
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di Fabrizio Noli

I guai del sud Sudan Il 9 luglio prossimo, sulla base del referendum tenutosi tra il 9 e il 15 gennaio del 2011, un nuovo stato africano vedrà la luce. Stiamo parlando del Sudan del Sud, o Sud Sudan. Ci sono volute ben due guerre civili in Sudan, la prima tra il 1956 e il 1972, la seconda tra il 1983 e il 2004, per un totale di due milioni e mezzo di morti, per giungere agli accordi di pace di Naishava, del 2005, che portarono alla fine delle ostilità tra il Movimento di Liberazione del Sudan, rappresentante del Sud Sudan, tradizionalmente abitato da popolazioni nilo-sahariane, di religione cristiana e animista,  e il governo sudanese, rappresentante del Nord, arabo e musulmano. Con la pace, sono state poste  le basi prima per l’autonomia e poi per l’indipenza del Sud Sudan. Il nuovo stato contera’ poco piu’ di 8 milioni di abitanti, i numeri non sono certi, su una superficie di 619.745 chilometri quadrati. Definire però il problema del Sud Sudan come il frutto di una semplice contrapposizione etnico-religiosa ci porterebbe fuori strada. A pensarla così è Marija Herceg, delegata dall’associazione onlus Perigeo per i rapporti con l’Etiopia e responsabile della sede croata dell’associazione, che non nasconde un forte pessimismo per il futuro del neo-stato, anche sulla base dei numerosi focolai di tensione e rivolta che lo stanno attraversando…
“Definire la questione sud-sudanese  esclusivamente come il risultato di una contrapposizione etnico-religiosa non è esatto, dato che le distinzioni di questo tipo  non sono sempre state così marcate, in passato. Ricordiamoci anzi che i vari gruppi etnici presenti nella regione hanno sempre avuto una dimensione “clanica”, refrattaria cioè a qualsiasi forma di stato centralizzato. Gruppi che presentano, al loro interno, numerosi conflitti, non certo basati su criteri etnico-religiosi, ma piuttosto su singoli interessi territoriali dei clan! Attualmente, comunque, la situazione del Sud Sudan non presenta prospettive brillanti, definiamole così. Anzi, la maggior parte degli analisti non nasconde una forte dose di pessimismo, in merito alla capacità del futuro governo di mantenere la pace interna, senza portare avanti rivendicazioni ai danni dei gruppi etnici minori. Il rischio, in sintesi, è una serie di guerre civili localizzate!”

Ma come si è arrivati a questo? In fondo, è di pochi mesi fa la scelta referednaria, a schiacciante magigoranza, pro-indipendenza del Sud Sudan. L’impressione, oggi, è che al futuro stato manchi tutto…
“E’ esatto. E’ chiaro, è stata la parte del paese che più ha sofferto per le due guerre civili. Mancano del tutto le infrastrutture e ci sono forti sospetti che alcune delle ribellioni interne di questi mesi siano fomentate dal governo di Karthoum”

C’è anche da dire che il Sudan ha un grande sponsor nella Cina. Che manovre sta attuando Pechino, dato che la maggior parte delle riserve di idrocarburi del paese è situata nel Sud Sudan?
“In realtà sembra che queste riserve siano prossime all’esaurimento…i cinesi però vogliono il controllo assoluto degli oleodotti presenti sul territorio, e non è improbabile che ci sia una loro regia dietro alle rivolte nelle aree di confine tra Sud e Nord Sudan.”

E tornando alla realtà etnico-religiosa del paese?
“Sul piano etnico è un’area nilotico-sahariana, con i Dinca come etnia più importante. Le religioni più importanti sono  il cristianesimo, ma di tipo sincretistico, e vari culti animistici. Un altro problema però, di cuni pochi parlano, è che diverse etnie minoritarie del Sud Sudan si sono rifugiate, nel corso di vari anni, in Etiopia, mescolandosi alle popolazioni già presenti nel paese, apportando però un eccesso di popolazione rispetto alle poche risorse esistenti, il che ha provocato numerose tensioni che poi tornano, come un boomerand, all’interno del Sudan del Sud”

Ma quali responsabilità ha l’ex potenza coloniale, la Gran Bretagna, che in passato spesso ha alimentato, all’interno dei suoi domini, la politica del “divide et impera”?
“E’ una responsabilità che in questo periodo probabilmente viene messa un pò da parte, ma non c’è dubbio che la Gran Bretagna abbia soffiato sul fuoco delle divisioni, esasperando quelle che erano le questioni relative non solo alle divisioni etniche e religiose, ma anche del controllo dei pascoli!”

E il futuro? L’indipendenza è realizzabile anche de facto, o no?
“Sarà molto difficile…gli analisti anzi prevedono per il Sudan del Sud un destino triste, un futuro da “stato fallito”, privo cioè del controllo sul territorio e incapace di fornire ai suoi cittadini i servizi anche minimi!”

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