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Berlusconi arrivera' a fine mandato?
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di Nicola Tranfaglia

Berlusconi arrivera' a fine mandato? Il cupo dibattito di ieri alla Camera ha dimostrato, con una certa chiarezza, che il parlamento italiano è oggettivamente lontano dagli umori del paese e che alcuni dei gruppi parlamentari più recenti, come “Popolo e territorio” o “Noi Sud”, non rappresentano vere forze politiche ma  esistono soltanto perché un certo  numero di deputati e senatori ha deciso di sostenere il governo per propria decisione e convenienza personale.
Nella storia del nostro paese questo è sempre accaduto e si chiama “trasformismo”, una delle peculiarità più rilevanti della nostra lunga storia. Alcuni dei nostri uomini politici del passato come Crispi o Giolitti, per citare alcuni dei più grandi e più noti, passarono dall’una o dall’altra parte in determinate crisi del paese.
Lo stesso  è avvenuto in Italia quando un anno fa circa  il dominio populista berlusconiano ha incominciato a incrinarsi: naturalmente qui non diamo giudizi morali ma storici e quelli che dovremmo dare sull’attuale classe politica nazionale sarebbero di necessità assai più duri di quelli che si possono  dare sul periodo liberale di cui parlavo.
Ma proprio quel dibattito ha dimostrato che Berlusconi lascerà il potere soltanto quando sarà costretto a farlo o sul piano parlamentare (e questo mi pare per ora improbabile, visto la fruttuosa campagna acquisti che ha compiuto nei mesi scorsi e che, a quanto pare, continua, sia pure in sordina) o perché le parti sociali(cioè i sindacati di ogni tendenza e altre rappresentanze professionali e del lavoro) mobilitano gli italiani e riescono a non farlo più governare.
Non possiamo prevedere quando questo avverrà, perché i sindacati dei lavoratori sono divisi tra loro e due di essi(la CISL e la UIL) hanno avuto fino a ieri  un buon rapporto con il governo Berlusconi. Lo stesso discorso vale per la Confindustria di Emma Marcegaglia che da alcuni mesi ha detto- non sempre con la necessaria chiarezza-che, se non ci sarà una svolta, difficilmente gli industriali potranno sostenere ancora il governo Berlusconi.
Basta leggere il quotidiano degli industriali, che pure resta diffidente verso le forze di centro-sinistra, per rendersi conto che non sarà facile convincere gli imprenditori a continuare a sostenere l’attuale esecutivo.
Siamo dunque in una situazione di stallo che non sarà facile sbloccare.
Non credo che le parti sociali convinceranno il presidente del Consiglio ad anticipare al 2012 gli effetti della manovra economica prevista nel 2014 né ad attuare provvedimenti per la crescita dell’economia che dovrebbero, con tutta evidenza,caratterizzare la nostra politica economica e che in quella italiana sono del tutto marginali.
Dobbiamo, dunque, aspettarci che si arrivi ai primi di settembre in una situazione difficile che probabilmente sarà sbloccata sulle piazze e non in parlamento dove il dominio berlusconiano è ancora pieno. E’ ormai chiaro che il governo attuale può soltanto durare fino alle elezioni e in questo caso ha tutto l’interesse a completare la legislatura fino all’esito naturale del 2013.
Spetta alle forze di opposizione in parlamento, ma soprattutto nel paese (vista la situazione che c’è nelle due Camere) partire con una forte campagna d’autunno in grado di mandare a casa Berlusconi e consentire agli italiani di scegliere una nuova maggioranza politica.
Ma,  perché questo possa avvenire,  è necessario che le forze politiche di centro-sinistra siano in grado di elaborare una nuova piattaforma, programmatica ed etica, sulla quale invitare gli italiani a tornare alla politica, almeno come cittadini che amano la nostra costituzione e un’Italia moderna e più giusta.    

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