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di Redazione
"Per la prima volta, in nove anni di conflitto e di conseguente crisi umanitaria, si è registrata nella prima metà del 2011 il rientro di sfollati nei propri villaggi ma da giugno questo trend si è interrotto a causa di nuovi scontri e bombardamenti sia in Darfur sia nel vicino Sud Kordofaned. In sei mesi sono stati registrati oltre 70 mila nuovi sfollati". E' quanto si legge nel Rapporto 2011 - 2012 di Italians for Darfur sulla crisi umanitaria nella regione presentato ieri in Senato dalla presidente dell'organizzazione, la giornalista e africanista Antonella Napoli, dal presidente della Commissione Diritti umani, il senatore Pietro Marcenaro, dal portavoce di Articolo 21 Beppe Giulietti e Riccardo Noury di Amnesty International.
"Il numero degli sfollati che hanno deciso di far rientro nei villaggi di origine - ha sottolineato la Napoli illustrando il Rapporto - nella prima fase del 2011 aveva superato i nuovi arrivi. Un milione di persone, dall'inizio dell'anno fino all'estate scorsa, ha lasciato i campi profughi gestiti dal Coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite. Contestualmente sono diminuite le organizzazioni umanitarie internazionali operanti nella regione e sono state attuate dal Governo sudanese nuove misure restrittive sul movimento degli operatori umanitari. Oggi in Darfur si muore di dissenteria, malaria e tante altre malattie che nel mondo occidentale sono curabili. L'assistenza alla popolazione è stata di molto ridotta, in particolare nelle aree di Dar al Salam nel Nord Darfur, dove le autorità hanno imposto restrizioni alla distribuzione di beni primari come medicine e beni di assistenza agli sfollati di Shangil Tobaya. La stagione delle piogge, inoltre, è stata particolarmente pesante, soprattutto nel Nord Darfur, con la distruzione di case, scuole e fattorie".
"Nei primi mesi del 2012 oltre 5.000 persone hanno lasciato l'area di Shangil Tobaya - ha concluso la presidente di Italians for Darfur - a seguito degli scontri tra forze governative e gruppi ribelli riconducibili al SLM di Minni Minawi portando così a quasi 14 il numero dei nuovi rifugiati".
Nel corso della conferenza è stato presentato dai testimonial della nuova campagna di sensibilizzazione Tony Esposito e Mark Kostabi, artista di fama internazionale, un'opera inedita realizzata per Italians for Darfur (grafica e olio su tela con foto di Antonella Napoli tratte dal libro "Volti e colori del Darfur") la cui vendita sosterrà i progetti in Sudan dell'associazione.
Il portavoce di Articolo 21, Beppe Giulietti ha espresso apprezzamento per il lavoro di sensibilizzazione svolto attraverso blog e social network da Italians for Darfur e ha deplorato quello che considera un black-out informativo su temi tanto drammatici:
"A tre delitti, in questo paese, sono state date decine di ore a reti unificate, mentre delitti collettivi come quello perpetrato in Darfur vengono di fatto passati sotto silenzio, per convincere tutti che il tema principale è la sicurezza individuale e che quello della sicurezza collettiva è un tema di nicchia", ha osservato Giulietti che ha ricordato anche l’ingiusta chiusura delle sedi internazionali della Rai, in particolare quella in Africa, a Nairobi.
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