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Articolo 21 - Editoriali
Il fantasma
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di Montesquieu

C’è un fantasma nella nostra vita politica e istituzionale , a cui quasi nessuno cerca di togliere il lenzuolo,per svelarne l’identità. Il fantasma dei magistrati politicizzati , a volte definiti protagonisti. Così che ognuno di quanti usino quell’espressione rimane libero di immaginarci,-e,quel che è peggio,di far immaginare-, chi vuole,sotto quel lenzuolo ,a proprio piacimento. Nominativamente, o per categoria. A questa reticente rappresentazione si sottrae il capo del governo,per il quale l’identificazione è autoreferenziale ,ed ossessivamente impressa in chi ascolta Per lui,e viva la chiarezza,politicizzati sono quei giudici,spesso milanesi ma non solo,spesso pubblici accusatori ma non solo,che procedono nei suoi confronti. Sarebbe  giusto, almeno nei confronti di quelli che non rientrano nella categoria,che  gli altri,nel trattare il tema,si impegnassero a far capire a chi ci si riferisce, almeno vagamente. Gli altri, proprio tutti. Perchè abbiamo avuto (e abbiamo)indagini e processi con al centro dei politici, ma forse è il caso di chiedersi se non sia opportuno soffermarsi piuttosto o anche sui criteri di selezione ,e sulla correlata qualità dei gruppi dirigenti, direttamente o indirettamente, politici,piuttosto che sulle inclinazioni ideologiche dei magistrati. Abbiamo  la certezza  di magistrati ,importanti, dediti al commercio di sentenze,e ,in relazione all’acquirente, forse politicizzati anch’essi,almeno in un rapporto mercenario con la politica che non è una rarità , soprattutto oggigiorno. Dentro e fuori il recinto mal cintato della politica.   E altri tipi ancora,ma non è questo il cuore della questione.  Il cuore della questione è che contro quei magistrati cosiddetti politicizzati-quelli della prima,non reticente definizione -è scagliata la incisiva legge (la diamo per approvata definitivamente ,per scaramanzia) sulle intercettazioni,intese quale  mezzo di indagine ed anche di informazione dei cittadini. Per  capirne appieno la portata basterebbe,prima ancora della lettura del testo,che non è possibile a tutti,soffermarsi sul giudizio di uno dei due storici avvocati deputati, ovviamente di quello oggi solo deputato,almeno con riferimento a quel cliente.Se la legge è perfino per lui un testo “restrittivo” , prendiamo questo giudizio  insospettabile  quale metro di paragone per una valutazione oggettiva.    E limitiamoci a questo.  Aggiungendo ,solo,un paio di considerazioni di contorno .

La prima,un’esortazione,probabilmente destinata a rimanere   inappagata: quando parlate,voi che ne parlate -ed escluso l’unico che in materia parla chiaro-, usate ai cittadini ed elettori la cortesia di far capire a chi vi riferite .Almeno per funzione, processo ,procura,tipo di reato. Ad esempio, i giudici della procura milanese,”quelli”,per intenderci,sono politicizzati e protagonisti?                                                    
Ancora:i richiami che vengono dall’alto sono stati in questi anni ,sempre o quasi,opportuni e puntuali . Spesso un goccio d’acqua nel deserto .Può capitare,però,  sfortunatamente,che un richiamo,il più autorevole,nel merito anche giusto ,piombi nel momento meno opportuno. Ad esempio,in coincidenza con la posizione della questione di fiducia in tema di restrizione delle intercettazioni. La fiducia significa  “prendere o lasciare”: e se si sbaglia si torna al vecchio lavoro,sempre che il datore di lavoro non sia il medesimo. Alla faccia del parlamento come libero confronto di idee e di posizioni prevalenti,come è scritto nella Costituzione.                                  

Per finire ,in tema di opposizioni. D’accordo   che la battaglia sul controllo dei mezzi di informazione ,quelli di cui non si ha già il possesso,dà subito i suoi frutti,e rende difficile far giungere le altre voci al di là del muro. In questo caso la voce degli altri non è giunta abbastanza,e gran parte dei cittadini,quelli che le notizie non sono abituati ad andarsele a cercare,   possono  correttamente pensare che la guerra al crimine e l’ obiettivo sicurezza siano parte già verificata ed attuata del programma del governo.  Questo è ,tra i mille problemi dell’opposizione –oggi, delle opposizioni-,uno non secondario da risolvere :  come superare,nelle emergenze, il muro del silenzio,o della informazione capovolta .Non si può, ovviamente, impedire che il governo metta la fiducia là dove le norme ,e  strati di pessimi  precedenti ,lo consentono: è più facile riuscire ad allontanare dall’aula della democrazia un dittatore dei tanti che circolano,e hanno amici nel nostro paese. Per capirci,la conferenza stampa dei capigruppo della maggioranza,e altri congegni del genere, sono solletico per chi spara con i mortai. Né i giornali inglesi,spagnoli o tedeschi possono occuparsi di tutto,in Italia.                                                                             

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