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Articolo 21 - Editoriali
Fiorello e il suo padrone
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di Fernando Cancedda*

“Rupert Murdoch!?! Molto, ma moolto, mooolto più che Berlusconi!”. E' l'ultima puntata del “Fiorello show”, affollatissimo come sempre il teatro-studio di Sky. “Tutto questo è suo!”, sospira incantato la star; afferra un microfono: “anche questo è suo!”; si tocca il petto per indicare se stesso: “e pure questo è suo!”. Il tycoon di Sky ha appena concluso la sua apparizione sull'enorme schermo alle sue spalle, per ringraziare (in inglese, con traduzione simultanea) pubblico e abbonati oltre che per fare i complimenti alla trasmissione.
Fingendosi sbalordito per tanto onore e degnazione, Fiorello è stato come sempre bravissimo nel trasformare in spettacolo di classe anche una “marchetta” per il suo principale (altro che Bruno Vespa). Applausi.
Non vorrei però che la qualità ancora apprezzabile dei canali italiani di Sky riuscisse ad incantare l'opinione pubblica italiana e i suoi maggiori esponenti sulla resistibile ascesa di quest'altro imperatore mediatico. Che cosa cambierebbe se, come anni fa sembrava dovesse accadere, prendesse il posto del cavaliere?
Chi sia e che cosa rappresenti il padrone di Sky lo racconta proprio oggi al “Corriere della Sera” Tarak Ben Ammar, socio e amico di Berlusconi e di Murdoch. “Rupert sa benissimo che se ha il monopolio del satellite in Italia lo deve a Berlusconi, tra i due non c'è nessuna guerra”. E ancora: “Murdoch è il tycoon che Berlusconi vorrebbe essere, se non fosse entrato in politica. Un tycoon 'globale'. E a Murdoch, ossessionato dalla politica, non dispiacerebbe essere lo statista che è Berlusconi. La differenza è che Rupert è molto più a destra”.
Che sia più a destra è possibile, posto che Berlusconi è al di fuori (o al di sotto) di qualunque collocazione politica. L'informazione televisiva dei canali Fox e Sky, negli Stati Uniti come altrove, è nota per le sue posizioni conservatrici se non addirittura reazionarie. E se un pezzo pregiato della collezione, il “Times” di Londra,  è  oggi assai critico nel giudicare il comportamento del nostro premier, potrebbe anche essere – come dichiara Ben Ammar – perché Murdoch si è impegnato a “non interferire sulla linea editoriale” del quotidiano storicamente più prestigioso d'Europa.
 Meglio non fidarsi troppo della neutralità del “business”. Se un altro imperatore dei media si affaccia all'orizzonte, magari per prendere il posto del primo, non lasciamoci incantare come Fiorello, neppure per burla. Meglio, credetemi, darsi seriamente da fare, finché siamo in tempo, per cancellare la legge Gasparri.

*www.nandokan.it

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