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Articolo 21 - Editoriali
Se le chiavi di villa Certosa schiudono le porte di Strasburgo
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di Pino Finocchiaro

"Tutte le ragazze lo chiamavano papi", racconta Barbara Montereale a Repubblica. Più che un racconto intimo, delle segrete intimità del capo del governo in carica, il ritratto che traccia di Silvio Berlusconi è quello di un imperatore circondato da favorite e procacciatori di quegli affetti che l'uomo più ricco d'Italia non riesce a coltivare da solo.

Dopo tanto parlare di gossip ed escort pronte a vendersi in cambio di moneta sonante, il racconto della giovanissima madre pugliese che riceve doni e una busta generosamente farcita di denaro contante in cambio di sorrisi, più che un Re Nudo ci mostra un imperatore solitario che vorrebbe elargire benefici laddove gli è preclusa l’intesa col bene.

Un imperatore arrabbiato che a Cinisello Balsamo urla, sino a farsi ingrossare le vene del collo, all'ennesimo fraintendimento.

E’ un racconto dettagliato dell’amicizia con Patrizia D'Addario quello che fa esplodere il caso delle escort a Palazzo Grazioli. Barbara Montereale conferma che ad invitarle è stato l'imprenditore pugliese Giampaolo Tarantini. "Mangiammo e scherzammo con il presidente”.

Nel frattempo, sul settimanale del complottardo gruppo dell'Espresso appaiono le tristi immagini di una pilotina coi colori dell'arma nei secoli fedele che scorta uno scafo d’altura gravato in coperta da un dovizioso carico di perizoma e mini prendisole pronti allo sbarco in quel di Villa Certosa.

“Nella Villa mi accolse Licia Renzulli – spiega Barbara Montereale - è lei che organizza la logistica dei viaggi delle ragazze, e smista nelle stanze”


Insomma, Barbara è stata a Villa Certosa, ad accoglierla la dott. Licia Ronzulli, che rotti gli ormeggi dal molo sardo è approdata in questi giorni agli scranni di Strasburgo essendo stata eletta nel frattempo europarlamentare pdl. Di lei, Silvio Berlusconi ha detto. “Licia Ronzulli è una laureata che dirige 50 persone con un’équipe di medici e che a Strasburgo terrà le fila dei nostri europarlamentari, per garantirne le presenze”.

Licia Ronzulli con una nota minaccia querele per accostamenti impropri ma poi precisa, confermando i fatti: “tengo a precisare che più di una volta, in occasione di vacanze, sono stata ospite a Villa Certosa con mio marito ed ho avuto modo di collaborare con il presidente Berlusconi nell'accoglienza degli invitati: politici, imprenditori, amici. Adirò le vie legali nel caso in cui il mio nome fosse utilizzato in contesti impropri e irrispettosi della realtà e della mia storia personale e familiare".

Insomma, qui il problema non è se le chiavi di Villa Certosa schiudano le porte di Strasburgo ma la sensazione che provano in questo momento i giovani che vorrebbero accostarsi alla politica o i più maturi che tendono a distaccarsene con un senso di grande sfiducia.

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, commenta così l’intera vicenda: «Non credo che ci sia un rischio di instabilità per il governo. C'è un rischio di minore fiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, cioè del fondamento della democrazia». E aggiunge . “«È questo un tema che non riguarda governo o opposizione, ma tutti gli attori della politica italiana».

Spiega la giovane madre di Modugno. “Il presidente è una persona bellissima e disponibilissima”.

L'amica Patrizia D'Addario, quella che ha fatto detonare il gossip e propalato la scossa che un noto sismologo di nome Massimo aveva in qualche modo previsto, aveva un compito ben preciso.

Per Barbi, la D'Addario era a Palazzo Grazioli per "lavorare", e quella notte lavorò.

Perché Patrizia rimase? Barbara ha spiegato: "Per lavorare. Sapevano tutti a quella cena che lei era una escort". In effetti, ha raccontato ancora Barbara l'amica Patrizia quella notte rientrò nella stanza che condivideva con lei solo alle 8 del mattino

E quando i complottardi di Repubblica le chiedono se ha raccontato le stesse cose alla finanza, lei commenta esile: "Mi hanno fatto meno domande di voi". Ma l'amore per quelle che tutte tranne lei chiamano Papi, è fuori discussione. Barbi dice: "Quello che penso io è: 'meno male che Silvio c'è'. Scrivetelo mi raccomando".

Barbara è stata accontenta. E il villaggio globale della politica è entrato in fibrillazione.

"Chi legge i giornali vede situazioni familiari abbastanza particolari e non vorrei che da una parte ci fosse la retorica del 'Dio, patria e famiglia' e dall'altra quello che stiamo vedendo in questi giorni".  Afferma Francesco Rutelli, pd, innescando la scintilla sul palco di Levico Terme, alla festa della Cisl, tanto che e il governatore pdl della Lombardia, Roberto Formigoni, gli risponde secco ""Mamma mia, come sei caduto in basso".  Nessuno pronuncia il nome di Berlusconi ma il riferimento è chiaro.

La maggioranza non è poi così compatta in difesa del premier. "Berlusconi è ben saldo alla tolda di comando di Palazzo Chigi ed è l'opposizione che deve preoccuparsi di evitare uno sfaldamento interno"', spiega il ministro Gianfranco Rotondi.

Eppure Marcello Veneziani, sulle pagine di Libero, lo esorta a dire la verità sull’inchiesta di Bari. Perché “i fatterelli che emergono non intaccano il governo, non hanno nulla di penale o criminale ma sono un brutto segno di malcostume e leggerezza”. “Faccia tre cose – prosegue Veneziani rivolgendosi al premier – primo, smetta di negare tutto, è poco credibile. Ammetta la sua leggerezza e il suo punto debole”. Secondo “chiuda palazzo Grazioli e villa Certosa o alle visite di Stato o a quelle di piacere, scelga lei”. Terzo “sciolga la corte, si liberi di quel bavoso e squallido giro di cortigiani” giacché il pensatore di destra scorge in quel gradino “più infimo” un “pessimo giro di zoccole e papponi che oscillano tra spettacolo e prostituzione”.

Il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, ritiene Berlusconi vittima di una campagna politico-giornalista ma lo invita a “parlare all’Italia” per “difenderci da queste scosse” perché “un uomo di Stato si rivolge al paese in modo diretto, alto. Non ingaggia risse, non passa per spiegazioni non sempre dettagliate, non lascia parlare il suo avvocato”.

Per il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto " siamo di fronte a spinte scoordinate in vista del G8 dell'Aquila". Ma per quanto riguarda i servizi segreti, Cicchitto ammette che "di sicuro c'e' un problema di funzionalita': se un fotografo riesce ad immortalare il premier nella sua casa privata per tre anni di fila, vuol dire che l'efficienza degli apparati è dubbia e richiede incisivi perfezionamenti."

Il Copasir (Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica),  presieduto da Francesco Rutelli, ascolta i vertici dei servizi, Asie e Aise, che dovranno rispondere ad una batteria di diciotto domande sull'effettiva riservatezza degli spostamenti del premier e la segretezza dei dettagli dei suoi transiti per gli aeroporti, dopo i casi delle feste a villa Certosa e delle polemiche sui voli di Stato.

Mentre sui giornali sfilano dettagli sul letto grande di palazzo Grazioli, mentre alcuni tg trascurano non i dettagli ma la notizia per intero, la procura di Bari cerca di riportare le cose nel loro autentico contesto di gravità affermando che “l’indagine è seria” . Fonti vicine alle indagini, come le definisce il cronista dell’Ansa, Roberto Buonavoglia, “si soffermano proprio sulla capacità di Gianpaolo Tarantini di piazzare ragazze a politici un po’ di tutti gli schieramenti”.

Soprattutto, dalle indagini della procura di Bari emerge che l’acceso a palazzo Grazioli durante le feste organizzate dal premier era “incontrollato”. Circostanza che le fonti citate dall’Ansa ritengono “molto preoccupante”.

La sensazione espressa su questo sito dal portavoce di Articolo21, Beppe Giulietti, che se complotto c’è viene da “larga parta di quei poteri che appena un anno fa lo scelsero come campione dei loro interessi” e che dopo quanto accaduto “non lo ritengono più spendibile sul piano internazionale e nazionale” è condivisa da molti osservatori della politica.

Trova riscontro nelle valutazioni tecniche di Gioacchino Genchi, consulente della magistratura entrato nel ciclone della politica per il suo archivio ricavato da tabulati telefonici: “Berlusconi è stato tradito da qualcuno del suo entourage. Da un suo fedelissimo. Pure un bambino capisce che certe foto non si possono fare se qualcosa non funziona”.

Già. Poi quel bimbo cresce. E se un giorno gli propongono di impegnarsi in politica, disgustato, risponde "no, grazie".

pinofinocchiaro@iol.it

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