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Articolo 21 - Editoriali
Si al nucleare. Anche con la forza
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di Bruna Iacopino

Mentre l'Italia intera, e i mezzi di informazione sono tutti impegnati a capire cosa stia avvenendo in questi giorni all'Aquila per il vertice del G8, tra arresti e promessi blitz di contestazione nella capitale, il disegno di legge 1195-B, "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” è passato questa mattina in Senato con 154 voti favorevoli, un contrario e un astenuto. Astensione generale invece da parte dell'opposizione nel tentativo di far mancare il numero legale. Il ritorno al nucleare da questa mattina viene nuovamente sancito a norma di legge, checchè ne dicano le regioni, i movimenti, i gruppi ambientalisti.
Stando anche a quanto affermato nelle dichiarazioni di voto dalla senatrice Idv, non ci sarebbero al momento le coperture finanziarie tali da avviare una riforma energetica di queste dimensioni. Il problema tuttavia non è limitato solo a questo.
L'articolo 25 del ddl contiene una norma specifica che delega di fatto tutte le competenze al Governo: dalla decisione finale sui siti di realizzazione e stoccaggio del materiale radioattivo, alla gestione dell'Agenzia italiana per il nucleare che non sarà un'autority indipendente come le altre.
Un esproprio compiuto ai danni dei territori e del loro diritto all'autodeterminazione, un esproprio ai danni delle regioni che in questi mesi hanno più volte sollevato la questione, fino all'ultima rottura, l'ennesima, consumatasi i primi di luglio.
L'articolo 25 stabilisce infatti che laddove venga individuato un sito idoneo, questo venga dichiarato “ di interesse strategico nazionale” cosa che comporta automaticamente la sorveglianza armata dello stesso e quindi l'impiego dell'esercito, indipendentemente dall'approvazione o meno degli enti locali. Del resto questo passagio è stato ben esplicitato dalle parole dello stesso  Ministro Scajola, che nel presentare la legge ha tenuto a sottolineare: "Sono convinto che riusciremo a costruire le centrali nucleari con la condivisione, ma abbiamo previsto strumenti che impediscano ai 'signori del no' di fermare lo sviluppo del nostro paese".
Tanto per essere chiari: i vari No Tav, No Dal Molin, No discarica, No inceneritore... storie vecchie.
Il diritto all'opposizione viene di fatto bloccato.
Il ricordo di Scansano Jonico del resto è ancora piuttosto vivo, come sono già vive le preoccupazioni delle regioni che, stando a indiscrezioni sarebbero state indicate come siti idonei, prima fra tutte la Sardegna che mesi addietro era stata giudicata secondo il rapporto dell'Istituto di geofisica e vulcanologia, come la regione più indicata, perchè a scarso rischio sismico.
Anche se, dopo il no deciso dell'amico Cappellacci, sembra che lo stesso premier si sia dovuto precipitare a smentire.
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