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di redazione
Il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, se definitivamente approvato, provocherebbe gravi violazioni alla libertà d' informazione, comportando al tempo stesso una forte compressione al diritto di cronaca ed una limitazione del diritto dei cittadini ad essere informati. Lo sostiene un rapporto predisposto da un gruppo di studio che ha operato nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli di Federico II, coordinato dal prof.Roberto Mastroianni.
Sul diritto ad informare e su quello ad essere informati, il mondo della professione giornalistica e quello accademico s'incontreranno in un convegno promosso dall'Università napoletana e dall'Usigrai per mercoledì 15 luglio, che si svolgerà alle ore 10 presso l'aula Pessina dell’ateneo partenopeo, al Corso Umberto I, 40.
Interverranno fra gli altri il segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, il presidente della Federazione nazionale della stampa Roberto Natale, il presidente dell'Unione italiana cronisti Guido Columba , il portavoce dell'associazione Articolo21 Giuseppe Giulietti e il segretario dell'Usigrai Carlo Verna. Parteciperanno anche i vertici campani di ordine dei giornalisti , associazione della stampa ed unione cronisti, Ottavio Lucarelli, Enzo Colimoro e Renato Rocco. Per la parte accademica oltre alla partecipazione del Prof. Roberto Mastroianni interverranno il Prof. Filippo Donati e l’Avv. Caterina Malavenda, presiede il Prof. Sandro Staiano.
In una breve anticipazione del rapporto si legge anche " il diritto all'informazione trova fondamento oltre che nella nostra Carta Costituzionale (art.21), anche in accordi internazionali (in particolare, nell'art.10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo) che il legislatore , sulla Cost.117, deve rispettare . Elementi di contrasto appaiono l’ampliamento delle ipotesi coperte dal segreto istruttorio e il regime di divieto assoluto di pubblicazione, quindi anche per riassunto, cui verrebbero sottoposti gli atti relativi ad intercettazioni; l’aggravamento della disciplina sanzionatoria a carico dei giornalisti; la previsione di una responsabilità anche a carico dell’editore. In tal modo verrebbe ad essere ingiustificatamente sacrificata la funzione primaria della stampa d’informare i cittadini su questioni di pubblico interesse. Qualora il testo approvato alla Camera divenisse legge, si renderebbe necessario esprimere i rimedi predisposti dall’ordinamento interno e dal diritto internazionale per rimediare alla lesione dei principi fondamentali dell’ordine democratico.
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