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di Stefano Trasatti*
L'Agenzia Redattore Sociale (www.redattoresociale.it) aderisce alla manifestazione del 19 settembre per la libertà di informazione indetta dalla Fnsi.
Siamo una testata che, in apparenza, non dà fastidio a nessuno. Non occupandoci di politica e di politici, non siamo mai stati messi sotto accusa, né "censurati". Eppure avvertiamo sempre più nel giornalismo il timore di riprendere e approfondire le notizie e i temi da noi trattati (e non solo da noi). Evidentemente parlare in un certo modo di immigrazione, di carcere, di disabilità, di Rom, di povertà, di discriminazioni - sottolineo parlarne in un certo modo e non solo come risulta del Palazzo - si ritiene possa disturbare e quindi esporre a pericoli.
E' giusto allora manifestare per il diritto a un'informazione libera, ma occorrerebbe cogliere l'occasione anche per ritrovare quel coraggio quotidiano di pubblicare semplicemente le notizie in quanto tali, e non solo le notizie che la politica si aspetta di veder pubblicate. Di preoccuparsi dei lettori e non solo di certi lettori.
"Familiarity breeds contempt", dicono gli inglesi: troppa familiarità genera mancanza di rispetto. L'indipendenza del giornalismo dalla politica, e anche un po' di distacco e diffidenza, è il primo passo per essere giornalisti più liberi. E temuti.
*(direttore responsabile)
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