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di Ahmad Rafat*
L’iniziativa per la libertà d’espressione in Iran, che raggruppa decine di giornalisti, scrittori, poeti, artisti e cineasti iraniani all’estero, aderisce la manifestazione di Roma per la libertà di stampa. Nessuno meglio di iraniani conosce il significato di essere privati del diritto alla libertà d’espressione e alla libertà d’informazione. In questo momento sono rinchiusi nelle carceri della Repubblica Islamica, da almeno 100 giorni, e sottoposti a torture fisiche e psichiche, 16 giornalisti, ai quali ovviamente bisogna aggiungere gli altri 12 già in carcere prima delle elezioni truffa del 12 giugno. Sono agli arresti anche due registi documentaristi.
Proprio perché privati da anni del nostro diritto ad esprimerci liberamente, e impossibilitati da informare l’opinione pubblica senza censura e bavagli, sentiamo il dovere di esprimere la nostra piena solidarietà ai colleghi italiani, impegnati nella difesa di questi diritti fondamentali di ogni democrazia. Convinti che nessuno potrà sentirsi veramente libero fino a quanto ci sarà qualcuno privato delle sue libertà, aderiamo alla vostra manifestazione, e vi chiediamo di non dimenticare che in alcuni paesi come l’Iran, sostenere questi stessi diritti significa carcere e tortura.
*Portavoce dell’iniziativa per la libertà d’espressione in Iran
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