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Articolo 21 - Editoriali
Il Popolo delle Libertà Soppresse: sui seni rifatti decidiamo noi
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di Simone Luciani

Di primo impatto, viene da domandarsi per quale labirintico percorso mentale il Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana si vada a occupare delle ragazze che scelgono di rifarsi il seno. Tanto più che il disegno di legge del quale oggi il governo ha avviato l’esame (che, per la cronaca, vieta l’impianto di protesi mammaria a fini estetici a tutte le minorenni del nostro amato paese) porta la firma della pur brava Francesca Martini, sottosegretaria in genere dedita ai diritti degli animali. Si potrebbe facilmente criticare il provvedimento ricordando che ben noti esponenti del Popolo delle Libertà (a partire dal suo leader) hanno fatto ampio uso delle chirurgia estetica. Eppure, sarebbe un argomento di scarsissimo spessore, soprattutto dal punto di vista di chi ritiene che non sia affar proprio occuparsi dei capelli finti o dei seni finti del prossimo. Altri sono invece i quesiti da porsi, e il tema, che paga la sua appartenenza all’effimero, non è detto che li faccia emergere.
Ad esempio: siamo sicuri che il fenomeno sia così esteso o così grave da rendere necessario un intervento del governo? Sull’estensione si direbbe di no: secondo la società scientifica che si occupa di chirurgia estetica, solo 5 interventi di mastoplastica su 100 riguardano le minorenni. Dunque, immaginiamo che il governo ritenga il fenomeno estremamente grave. E la domanda, semplice semplice, è: perché? L’intervento crea problemi di salute se viene svolto a 17 anni e mezzo anziché a 18? Pare proprio di no. Il motivo è prettamente morale, come sottolinea la stessa Martini: “Questa norma rappresenta uno “stop” a tutela delle adolescenti al dilagare di una inconsapevolezza diffusa che rasenta l’incoscienza rispetto all’accesso ad interventi di protesi mammarie che comportano rischio clinico e che non possono diventare fattore di moda o di costume.” Ribadiamo che il rischio clinico è esattamente lo stesso per una diciassettenne o per una diciottenne (partendo dall’ovvio presupposto che nessun medico compirebbe interventi dannosi per una paziente, e se invece ne esistono non c’è bisogno di questo DDL per mandarli in galera). Quanto ai “modelli”, sarebbe facile cavarsela ricordando che rispetto alla loro diffusione non sono indifferenti le tv del premier. Ma, anche qui, si volerebbe troppo basso. Piuttosto, non crediamo che, ragionando con la discutibile logica dei “modelli”, l’intervento al seno possa essere diverso dall’andare tutti i giorni dal parrucchiere o passare una buona percentuale di tempo della propria vita in una palestra a rassodare i glutei. Vogliamo vietare tutto? O, se proprio lo si ritiene necessario, è più sensato, più logico e più produttivo intervenire con gli strumenti dell’educazione?
E arriviamo, così, alla domanda di sfondo: è giusto intervenire, anche con gli strumenti dell’educazione? Tradotto: è giusto che lo Stato intervenga per limitare gli interventi che un cittadino (maggiorenne, minorenne, uomo, donna) può compiere sul proprio corpo per ragioni esclusivamente morali? D’accordo, può non piacere (e non piace a chi scrive) la cultura del culto religioso del proprio corpo: ma è giusto vietarla? Anzi: è giusto vietarne un pezzetto? Un pezzetto che, ancora una volta, riguarda la gestione del proprio corpo da parte della donna (pur minorenne), quando l’estremismo ‘ipercosmetico’ riguarda, eccome, anche i maschietti (pur minorenni). Un pezzetto che, discriminando maggiorenni e minorenni, puzza perfino di incostituzionalità, e puzzerà fin quando non si entrerà nell’ottica che decisioni di questo tipo riguardano la ragazza, la famiglia e il medico, e non lo Stato , che continua a essere ‘di diritto’ e non ‘etico’. Basta poco, a smascherare il moralismo, il maschilismo e il bigottismo che muovono questa maggioranza e questo governo, che ancora una volta danno l’impressione di conoscere esclusivamente il metodo del divieto, e che ritengono la loro concezione della vita (quella ostentata a livello pubblico, ovviamente…) l’unica possibile. Il Popolo delle Libertà Condizionate alle Loro Concessioni. 
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