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Articolo 21 - Editoriali
Sciopero del lavoro migrante: è il momento di osare!
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di redazione*

Noi migranti e italiani, uomini e donne appartenenti ai coordinamenti,
collettivi e reti di Bari, Bologna, Brescia, Mantova e basso
mantovano, Milano, Padova, Roma, Torino sosteniamo le lotte dei
lavoratori e delle lavoratrici migranti che in Francia preparano allo
sciopero dei migranti del prossimo primo marzo. Dopo la storica
esperienza statunitense della “giornata senza immigrati” del primo
maggio 2006, la centralità del lavoro migrante si afferma
prepotentemente in Europa.
Tutti noi sappiamo che oggi, mentre la crisi produce povertà e
precarietà e fa dei migranti una forza lavoro da usare o espellere, e
mentre allo stesso tempo i dati indicano nei migranti una componente
fondamentale dell’economia del nostro paese, uno sciopero del lavoro
migrante, sostenuto dai lavoratori e dalle lavoratrici italiani,
rappresenterebbe la risposta politica più adeguata contro la
precarizzazione e contro il razzismo. Pensiamo che lo sciopero dei
migranti debba essere costruito insieme ai lavoratori francesi perché
la situazione del lavoro migrante è simile in tutta Europa. Occorre
gridare forte la nostra opposizione alle forme di mobilità sempre più
costrette a cui l'Unione europea vorrebbe costringerci attraverso
agenzie di reclutamento, faccendieri di ogni specie, imprese di
appalto che muovono a loro piacimento pacchetti di lavoratori tra le
frontiere. Si vorrebbero migrazioni ordinate e migranti ordinati sulla
base delle variabili esigenze produttive.
Alcuni di noi all’interno dell’esperienza del Tavolo Migranti hanno
già contribuito a organizzare sostenere lo sciopero del lavoro
migrante che il 15 maggio 2002 ha coinvolto l’intero distretto
industriale di Vicenza, e che ha segnato uno dei momenti più alti
della lotta dei migranti in Italia e in Europa. In questi anni,
abbiamo sostenuto la proposta politica dello sciopero del lavoro
migrante contro il razzismo e la legge Bossi-Fini all’interno dei
percorsi che hanno portato alla grande MayDay del 1° maggio 2008, alla
manifestazione nazionale di Milano “Da che parte stare” del 23 giugno
2009 e a quella di Roma dello scorso 17 ottobre.
Sappiamo perciò quanto è difficile e quanto è importante uno sciopero
dei migranti e delle migranti. Sappiamo quanta speranza produce e
quanti lo dichiarano preventivamente impossibile, pericoloso o persino
dannoso. Sappiamo che questo vuol dire tentare percorsi nuovi, in
grado di superare diffidenze, divisioni tra migranti e italiani, così
come sterili contrapposizioni tra schieramenti. Sappiamo che non basta
dichiararlo, ma che bisogna organizzarlo. Consapevoli di tutte queste
difficoltà, ma con tutta l’ostinazione che la situazione presente ci
impone, noi sosteniamo da oggi una campagna politica per
l’organizzazione anche in Italia dello sciopero delle migranti e dei
migranti. Per combattere la legge Bossi-Fini, il “Pacchetto
Sicurezza”, il razzismo istituzionale che dal Ministero degli interni
si diffonde nelle grandi città e nei più piccoli comuni di provincia,
le denunce, gli appelli e la solidarietà non sono più sufficienti.
Bisogna avere il coraggio di considerare i migranti protagonisti delle
loro vite e non solo del loro lavoro. È il momento di osare lo
sciopero del lavoro migrante!

*Coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in Italia
Per partecipare, sostenere, diffondere la campagna per lo sciopero del
lavoro migrante in Italia: coordinamentosciopero@gmail.com

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