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Articolo 21 - Editoriali
Il Miriam Makeba Tribute a Roma
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di Gian Mario Gillio*

«Cosa è il blues?, si chiede lo scrittore afroamericano Ralph Ellison. Il blues è quello che i neri hanno al posto della libertà. Dopo aver saputo della morte di Miriam Makeba, mi è subito venuta in mente questa frase. Mama Africa è stata ciò che per molti anni i sudafricani hanno avuto al posto della libertà: è stata la loro voce. Nel 1963 ha portato la propria testimonianza al comitato contro l’apartheid delle Nazioni Unite. Come risposta il governo sudafricano ha messo al bando i suoi dischi e ha condannato Miriam all’esilio. Trent’anni d’esilio.»  (Roberto Saviano)

«Io un simbolo dell’Africa? Tutto il continente sulle mie spalle? Pesa decisamente troppo. No, non credo di essere un simbolo. Semplicemente la gente mi dimostra tutta la sua simpatia e il suo affetto». Questa era la forza di Miriam Makeba, la semplicità, l’umiltà, la grande energia che sapeva trasmettere con la sua musica. E proprio a Mama Africa, l’artista, la donna, la combattente per i diritti umani, Roma ha dedicato tre giorni di tributo. Un’iniziativa resa possibile grazie all’impegno del Movimento degli africani e al sostegno del Comune di Roma. La kermesse artistico-culturale  si è chiusa il 13 marzo con il concerto che ha visto artisti africani e italiani unirsi sul palco e dove le sonorità di mondi apparentemente lontani si sono incontrate e mescolate presso l’Auditorium Conciliazione di Roma. Il concerto ha riunito grandi musicisti e cantanti come Rossana Casale (madrina dell'iniziativa), Ray Lema, Tasha Rodrigues, Esha Tizafy, Awa Ly, Gabin Dabire, Niccolò Fabi, Raiz (Almamegretta), Fausto Mesolella e i Mediterranea. 'Pata Pata' è stata eseguita da tutte le star insieme sul palco, il pubblico per risposta si è alzato in piedi e ha ballato sulle note della celebre canzone. Tra i momenti più significativi della serata l'incontro avvenuto tra i responsabili del Movimento degli africani e alcuni rappresentanti africani giunti per l'occasione da Rosarno: 'Siamo qui  per ricordare che esiste una sola razza, quella umana', hanno ricordato al pubblico in Sala. Un momento toccante e significativo, ha ricordato Michele Prosperi presentatore della serata e capo ufficio stampa dell'agenzia  'SULLEALI - Comunicazione responsabile' che ha seguito l'evento. Prosperi ha ricordato che la partecipazione numerosa di pubblico è stata certamente una di dimostrazione di affetto del pubblico italiano per l'artista Mama Africa ma anche un segnale concreto  di solidarietà verso tutti gli stranieri presenti in Italia.

Nel video realizzato per la manifestazione Roberto Saviano ha ricordato: «La storia di Miriam Makeba è talmente lunga e bella che trovo difficile poterla sintetizzare in poche parole – ha detto Saviano –, la canzone Pata Pata, l’ha costretta a trent’anni di esilio e questo è incredibile, in quanto il testo non parlava di lotta tra bianchi e neri, non parlava di apartheid, non parlava di lotte africane, non parlava di tutto questo, semplicemente era un inno alla gioia, alla voglia di danzare, la voglia di essere felici. Tutto ciò, paradossalmente metteva ancora più paura, proprio perché lanciava un messaggio universale al quale potevano aderire tutti: il sogno per un futuro di pace, di divertimento, e di speranza per un Sudafrica diverso. Il percorso di Miriam – ha concluso Saviano –  non si poteva dunque fermare e l’unica soluzione era l’esilio, finito solamente quando Mandela, tornato ad essere presidente l’ha richiamata in patria. Per ricordare la sua musica, il suo messaggio e la sua forza, sostengo con forza l'iniziativa: Miriam Makeba Tribute». Il ricordo di Saviano è importante, è stato infatti uno degli ultimi a poter udire la vibrante forza dell’artista, una donna tenace e generosa, fino all’ultima sua esibizione a Castel Volturno (Caserta), dove la cantante sudafricana aveva accettato di esibirsi, in memoria della strage del settembre 2008, che causò la morte di Antonio Celiento, un pregiudicato affiliato ai casalesi, titolare di una sala giochi a Baia Verde e di sei immigrati africani, vittime innocenti: Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams del Ghana, El Hadji Ababa e Samuel Kwako del Togo; Jeemes Alex. Un concerto, tra l’altro, di solidarietà allo scrittore Saviano.

«Miriam aveva appena finito di cantare, e insieme agli altri artisti salutava il pubblico. Poi, il silenzio, ha chiuso gli occhi ed è svenuta – ha ricordato Roberto Meglioli, il manager che l’ha seguita per più di vent’anni di carriera – non è vero che stesse già male, Miriam stava bene, malgrado ci fosse in lei la stanchezza di una vita in turné. I suoi acciacchi erano dovuti all’età e spesso usava la carrozzina, questo è vero ma non aveva problemi di salute». Eppure si è scritto che lei fosse malata già da tempo. «Non capisco chi abbia messo in giro questa voce», ha concluso Meglioli. Miriam Makeba aveva 76 anni e dal 2005 era in tournée in tutto il mondo.

Il tributo dedicato all’artista sudafricana è stato promosso dal Movimento degli africani ha ricordato il segretario Dabre Yacouba: «Il movimento è nato nel 2006 con l’obiettivo di costituire un’occasione di incontro tra gli africani che risiedono in Italia, al di là di interessi personali o di altre associazioni presenti sul territorio. È un movimento al quale si riconoscono tutti quegli africani che, al di là della propria origine geografica, politica o religiosa, intendono promuovere un’immagine reale e positiva dell’Africa, uscendo dall’isolamento che accompagna talvolta l’immigrazione e impegnandosi a combattere, insieme con gli amici italiani, discriminazione, xenofobia e razzismo». Il movimento, in effetti, sembra essere oggi diventato un punto di riferimento per molti africani di diversa origine e ha dato vita a diverse iniziative come ha ricordato Yacouba, «grazie anche all’importante lavoro del nostro presidente Gaoussou Quattara (52 anni “Quatt” come amano chiamarlo gli amici è molto noto per il suo impegno politico e sociale), abbiamo realizzato molti appuntamenti importanti in passato: Italia-Africa nel 2006, ma anche il Comitato Sankara 20° nel 2007, la conferenza Mai più morire come Sher Kan, di mancanza di diritto! nel 2009».

Tra i temi affrontati: La figura di Miriam Makeba e il tema dell’emancipazione della donna in Africa e nel mondo al quale hanno partecipato, Sophie Sow, ambasciatrice del Burkina Faso in Italia; Luisa Morgantini già vice-presidente del Parlamento europeo; Tonio Dell’Olio che con Libera ha dato spinta propulsiva a tutta l’iniziativa; Roberto Meglioli; Cisse Seydou; Alberto Buttaglieri e Mianzoukouta Albert.

La numerosa partecipazione al concerto del 13 sera è stata importante ha ricordato Yacouba: «Il ricavato della vendita dei biglietti sarà destinato al finanziamento di un progetto di lotta alla desertificazione per il rimboschimento del Burkina Faso e per sostenere le iniziative del Movimento degli Africani, volte all’integrazione degli immigrati africani in Italia. Il Movimento rappresenta immigrati provenienti da più di 20 paesi africani».
 
*direttore di Confronti

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