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Articolo 21 - Editoriali
Roberto Scarpinato “La legge sulle intercettazioni: un disarmo unilaterale dello Stato, un disastro civico nazionale”
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di Coordinamento Primoluglio

Sono Roberto Scarpinato, sono Procuratore Generale presso la corte di Appello di Caltanissetta.

Ritengo  che questa legge che si propone di riformare il regime processuale delle intercettazioni possa veramente trasformarsi in un DISARMO UNILATERALE DELLO STATO nei confronti della criminalità e possa avere delle ricadute anche di carattere macroeconomico.
Pensiamo che la lezione della Grecia ci ha insegnato come la corruzione possa condannare un paese al default economico.
Gli analisti internazionali ormai sono concordi nel ritenere che la crisi economica della Grecia sia stata determinata dalla corruzione della sua classe dirigente che aveva abolito tutti i sistemi  di controllo.
Ecco, in un paese come l’Italia, dove secondo la Corte dei Conti la corruzione raggiunge un fatturato di sessanta miliardi di euro l’anno,in un paese in cui la corruzione è protetta da un muro invalicabile di omertà collettiva, dove i testi non parlano, dove  le carte sono a posto le intercettazioni sono state fino ad ora sono state l’unico strumento per rendere visibile la inarrestabile macchina della corruzione.

Con la nuova legge di riforma questo sarà molto difficile perché  con le intercettazioni che durano soltanto settantacinque giorni  e con tutte le difficoltà processuali che ci saranno, veramente  verremo privato di uno strumento importante.

Per non parlare poi delle ricadute sulla mafia.
Basti considerare che questa nuova legge prevede che gli imprenditori e i commercianti che sono estorti non possano essere intercettati se non c’è una loro richiesta scritta.
Ora, in una realtà come quella siciliana calabrese campana, dove i commercianti e gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare gli estorsori sono una piccola minoranza, noi chiediamo sostanzialmente l’impossibile: chiediamo alla massa degli imprenditori di sottoscrivere e di lasciare agli atti del processo  che sono stati loro a chiedere di essere intercettati, mentre invece fino ad ora, come si sa, la magistratura li intercetta a loro insaputa, visto che non collaborano, non denunciano gli estorsori; in questo modo è stato possibile individuare tanti estorsori e condannarli.
E in ogni caso il commerciante o l’imprenditore potrà sempre dire che lui non sapeva di essere intercettato.
E questo è il meno, perché poi questa nuova riforma sulle intercettazioni non ci consentirà di accertare tutti i reati che costituiscono la normale declinazione  ormai della borghesia mafiosa, che è diventata egemone come era stata in passato e che non delinque attraverso fatti cruenti di sangue ma attraverso atti ordinari, truffe, appropriazioni indebite, reati societari, bancarotte che possono  essere scoperti soltanto grazie a uno strumento  di penetrazione all’ interno di quel mondo oscuro e blindato che è la borghesia mafiosa che è le intercettazioni.

Ecco perché ritengo che, al di là delle ricadute  per quanto riguardo il diritto dei cittadini di essere informati, questa legge sia un vero e proprio DISASTRO CIVICO NAZIONALE che è come se estendesse un velo di invisibilità sulla macchina del potere e sui suoi misfatti e sulla criminalità mafiosa.

In questo modo è stato possibile. E questo è il meno, perché poi questa  riforma sulle intercettazioni non ci permetterà

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