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Articolo 21 - Editoriali
9 luglio una giornata di blackout dell’informazione in Italia: un assaggio di quello che potrebbe accadere
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di redazione

In un'intervista pubblicata online (http://rsfitalia.org/ e http://en.rsf.org/italie-july-9th-the-information-blackout-07-07-2010,37889.html), il segretario generale di Reporter senza frontiere Jean-François Julliard ha espresso il proprio sostegno a tutti i giornalisti italiani che saranno in sciopero il 9 luglio in segno di protesta contro la proposta di legge che riforma le norme in materie di intercettazioni telefoniche e ambientali. Una legge draconiana che prevede il carcere fino a due mesi per i giornalisti per i giornalisti che pubblicheranno estratti di intercettazioni telefoniche dopo che un giudice ha ordinato la loro distruzione e fino a 464.700 € di multa per i loro editori.
Secondo la proposta di legge, approvata dal Senato, le stesse sanzioni sono previste per chi pubblica le intercettazioni pubbliche e gli atti di indagine, compresi quelli non secretati, fino all’inizio del processo, il che in Italia vuol dire spesso alcuni anni. Il disegno di legge prevede che le vicende giudiziarie possano essere raccontate per riassunto.
Le nuove norme stabiliscono, inoltre, pene detentive per quei reporter non iscritti all’ordine dei giornalisti e che fanno uso di telecamere nascoste o registratori audio nel corso della loro attività

“Salutiamo questa protesta da parte dei media italiani" ha dichiarato Reporter senza frontiere. "Dimostra che i problemi sollevati dal progetto di legge non sono motivati da alcun capriccio irresponsabile o dal desiderio di difendere gli interessi di una professione. L'edicola sarà vuota, i siti di informazione difficilmente saranno aggiornato e gli italiani saranno fornite solo parzialmente informati di quanto succederà il 9 luglio. Questa situazione atipica è un assaggio di quello che potrebbe accadere in Italia se la Camera dei Deputati non farà il proprio dovere”.
 
"Questo disegno di legge è un attacco all’inchiesta giudiziaria. Se il Parlamento italiano è pronto a cambiare quella che è la base del diritto fondamentale della stampa, perché dovrebbe fermarsi qui? Che cosa dobbiamo pensare del disegno di legge che prevede la concessione di una licenza per le tv via web? Come può essere accettabile per le televisioni di Stato a non essere in grado di organizzare dibattiti politici durante una campagna elettorale? Il governo italiano sta chiaramente non difendendo l'interesse pubblico per quanto riguarda notizie e informazione. Ci auguriamo che questo non sia anche il caso del Parlamento e che gli italiani non debbano ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo per ottenere la protezione per il loro diritto alla stampa libera e indipendente.
 
"L’impatto di questo disegno di legge non si limita in Italia. E’ fondamentale che i parlamentari italiani tengano conto delle ripercussioni internazionali che potrebbero esserci nel mettere in discussione il ruolo della cronaca giudiziaria. La legalizzazione della censura per mezzo di un arsenale legislativo sempre più sofisticato è in crescita. Dittature straniere hanno imparato a imitare le ambiguità delle leggi europee. Cerchiamo di non offrire loro, sotto il falso pretesto di difendere la privacy, una nuova opportunità per giustificare i loro abusi”.
 
“Come membro fondatore dell'Unione Europea, inoltre, l'Italia ha una responsabilità permanente nella difesa delle libertà civili e a questa legge non si deve permettere di minare questo impegno. Se l'Italia volta le spalle a uno dei principi dell’indipendenza della stampa, come l'Europa può sperare di far sentire la propria voce sul tema della libertà di stampa? Quale credibilità sarà in grado di mantenere il Parlamento europeo se da una parte condanna giustamente le pratiche repressive in altri paesi e dall’altra le tollera in uno dei suoi membri?”
 
"Ribadiamo il nostro appello a tutti i membri della Camera dei Deputati in Italia di rifiutare di votare questa legge. Ci auguriamo che la cultura democratica del Parlamento prevarrà. Chiediamo inoltre al Parlamento europeo, che sta tenendo una sessione plenaria a Strasburgo, di intervenire in questa materia. La tenuta di un semplice dibattito sulla situazione della libertà di stampa in Italia è stata stranamente negata da alcuni deputati europei. Sembra che la persistenza e l'amplificazione di queste questioni meritano qualche attenzione in più", ha dichiarato Reporter senza frontiere.

Per l’occasione Vauro ha donato una propria vignetta a Rsf che è pubblicata sui siti internet di Rsf Italia e Rsf Internazionale.

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