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Articolo 21 - Editoriali
Rai, come al tempo del Duce, solo direttori con tessera
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di Federico Orlando*

Cara Europa, leggiamo su alcuni siti, in particolare quello di Articolo 21, che oggi (ieri, ndr) 14 luglio, anniversario della Rivoluzione francese come avete ricordato in un vostro articolo, il   consiglio di amministrazione della Rai, su proposta del direttore generale Masi, procederà alla sostituzione di Corradino Mineo, il direttore di Rai News che da anni ci addolcisce il caffè del mattino, dopo che una  quasi sempre agitata Emanuela Falcetti ce lo ha mandato di traverso alla radio. Ma che cavolo sta succedendo a via Mazzini? Se, come si legge nei titoli dei siti, la sostituzione di Mineo è un “nuovo saccheggio della Rai”, perché i partiti dell'opposizione non  trasferiscono qualche migliaio di persone attive, dalle loro feste d'estate alla sede della Rai? Forse, alle prese con  una manifestazione di tipo aquilano, i saccheggiatori potrebbero essere indotti a limitarsi: avrebbero una scusa da opporre al padrone di palazzo Chigi, non avendo il personale coraggio di farlo.
Mario Santini, Aniello D'Angelo, Elio Rampini, Roma

Cari amici, con me sfondate una porta aperta. E' dal 14 settembre 2002, cioè dalla grande (e purtroppo ultima) manifestazione di Nanni Moretti e dei girotondi con annessi partiti e movimenti sociali a piazza San Giovanni, che lo sostengo: in avvenire le manifestazioni contro il saccheggio governativo della Rai e in genere dell'informazione bisogna farle non nei luoghi topici dei comizi, ma presso le sedi sensibili: Saxa Rubra, viale Mazzini, Palazzo Chigi. C'era un milione di persone (dicevano) ad ascoltare e applaudire a San Giovanni, ma rimasero parole. La macchina berlusconiana va avanti a saccheggiare l'informazione come a distruggere le basi etiche della giustizia, compra magistrati corrotti e protegge briganti di governo, rimuove professionisti sperimentati e cautamente critici e li sostituisce con tesserati del Pnf (Partito nazionale fascista),  proprio come all'Eiar di Mussolini (sorrida: il 26 luglio 1943, il giorno dopo l'arresto di Mussolini e la sua sostituzione con Badoglio, strade e piazze prossime alle sedi Eiar erano un brulicare di distintivi del Pnf che funzionari e dirigenti radiofonici staccavano dall'occhiello  e cercavano di gettare, non visti). Creda a me che di Ventenni ne ho visti più d'uno: finirà così anche con  gli attuali gerarchi e risciacquatori  di cervelli della Rai. Facciamoci questo auspicio oggi (ieri, ndr) 14 luglio, nel 221esimo anniversario della Rivoluzione che rase al suolo uomini e cose dell'antico regime. Vi dice niente che il rettore della Sapienza Frati, dopo  fuoco e fiamme contro i suoi docenti e studenti per gli esami all'aperto e al buio, abbia fatto marcia indietro dichiarando di sostenere la protesta? Vedrete che presto verranno analoghe dichiarazioni da parte di dirigenti e gerarchi Rai incaricati, come di diceva una volta , di “opere di giustizia” per conto del governo.
Ho letto anch'io l'appello-diffida sul sito di Art.21, affinché i dirigenti di viale Mazzini non colpiscano “interessi stessi dell'azienda pubblica”, con le loro scelte di interesse privato del governo. Se ritenete, firmate anche voi l'appello-diffida a “non avallare queste e altre decisioni che vanno a incidere negativamente sui bilanci della Rai”. Personalmente, essendo stato per tutta la vita su posizioni di estrema minoranza e dunque quasi sempre all'opposizione, non ho per la Rai una simpatia sviscerata: ma c'è (e c'è stato) modo e modo di servire l'interesse delle maggioranze senza  offendere l'interesse di tutti all'informazione. Non è concepibile che, se un signore dell'Onu denuncia la legge sulle intercettazioni che il governo sta varando, i tg diano notizia della replica di Frattini senza aver prima comunicato il fatto a cui il ministro degli esteri replica. E' così che nulla resta nella memoria e si dilava il cervello. Da giovani, pensavamo che Goebles, Zdanov, Pavolini non avrebbero più avuto eredi. Invece. 

* Europa Quotidiano - 14 luglio 2010

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