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Articolo 21 - Editoriali
La dolce vita di Beirut
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di Tiziana Ferrario

Per l’ultima borsa di Hermes da 40 mila dollari o l’ultimo modello di Porsche c’è la lista di attesa, così come per il ristorante sospeso nel vuoto a 50 metri di altezza, vista mare, dove si cena legati con delle cinture di sicurezza. Sulla Corniche, la sera si sta in coda  tra Ferrari e Maserati, che si possono noleggiare per il periodo in cui ci si ferma in città. A Beirut l’estate impazza e i turisti sono tornati, non solo dai vicini paesi del Golfo, ma anche dall’Europa. Alla fine di quest’anno, saranno due milioni quelli che avranno passato le loro vacanze nel paese dei cedri, scintillante come non accadeva da anni, soprattutto dopo la guerra del 2006, solo 4 anni fa, che aveva fatto mille morti. Anche gli investitori sono tornati e da poco hanno aperto due mega alberghi cinque stelle, il Four Seasons e l’Hilton. Grande festa  la scorsa settimana per l’inaugurazione del negozio di Louis Vouitton, e febbrile attesa per l’inaugurazione a fine luglio della boutique di Hermes nel souk di Beirut, ricostruito completamente dopo la devastazione della guerra civile. Ora nel  centro della capitale libanese ci sono fontane con l’acqua che scorre su pareti di marmo nero e boutique del lusso con tutti i marchi delle grande firme, italiane e francesi in testa. A ricordare le ferite della guerra civile sono stati lasciati volutamente  un palazzo e un cinema, distrutti dalle bombe e dalle sventagliate di mitra,  monumenti  di quello che la furia umana e l’odio possono produrre. E’ davanti a quelle macerie che  in agosto si esibirà il compositore francese Michel Jarre. Ma sono tanti gli artisti internazionali che passeranno da Beirut in queste settimane, come vasta è l’offerta di spettacoli di ogni genere. Si può scegliere di trascorrere un serata di musica tra le meravigliose rovine greche e romane di Baalbek o di andare tra le montagne dello Chouf nello splendido  Palazzo di Beiteddine, esempio di architettura feudale, che ospita un Festival internazionale. Tutto questo in un paese dove le voci di una nuova imminente guerra con Israele si rincorrono in uno scambio verbale feroce e quotidiano tra Beirut e Tel Aviv  e un terzo della popolazione di 4 milioni, sopravvive con 4 dollari al giorno. Secondo un recente studio delle Nazioni Unite i poveri sono aumentati del 5 per cento rispetto al triennio 2004-2007, mentre il debito pubblico supera i 50 miliardi di dollari dovuti alla ricostruzione dopo la guerra. La forbice tra ricchi e poveri si sta allargando, ma  niente  ferma la voglia di spendere di chi i soldi ce li ha veramente. E così la Mc Laren ha già  annunciato l’apertura a Beirut, oltre che in Arabia Saudita, del centro di assistenza per la sua prima auto sportiva destinata al mercato privato, la  MP4 12C, che inizierà ad essere consegnata  solo dal 2011. E i  grattacieli che stanno prendendo il posto delle belle case antiche libanesi offrono appartamenti che vanno dai 400 ai 700 metri quadri, ma scriveva due giorni fa il quotidiano L’Orient le jour, le dimensioni delle nuove abitazioni si stanno riducendo perché gli espatriati preferiscono avere case più facili da gestire nel periodo che rimangono in Libano. E così secondo l’ultimo sondaggio immobiliare nelle nuove costruzioni si stanno proponendo  appartamenti più “piccoli”: 380 metri quadri,  una trentina di metri  in meno dello scorso anno. Viva Beirut e la voglia di vivere dei libanesi! La  guerra per il momento può attendere.

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