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Articolo 21 - Editoriali
Sabra e Chatila. Il dramma dei profughi palestinesi in Libano
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di Nicola Lofoco

“Siamo vicini al popolo palestinese ed ai sui problemi, ed auspichiamo una rapida soluzione per tutti i profughi presenti in Libano dal 1948 ad oggi”. Con queste parole Ahmad Hariri, segretario generale del “Future Movement” , fondato dal compianto  Rafik Hariri, ribadisce da Beirut la vicinanza del suo partito ai drammi che quotidianamente affliggono i profughi palestinesi in Libano. Ancora oggi, i palestinesi presenti nel “paese dei cedri” non hanno alcun tipo di diritto civile. Le dichiarazioni di Hariri giungono in un momento particolare: l’anniversario della strage di Sabra e Chatila, con l’uccisione di oltre 3.500 persone civili palestinesi avvenuta nel settembre del 1982. In soli 3 giorni, dal 16 al 18 Settembre 1982, in piena guerra civile, il gruppo della “Falange Libanese”  fece irruzione nei campi profughi di Sabra e Chatila, dove venne commessa una vera e propria mattanza sugli abitanti dei campi. Non e` difficile neanche oggi reperire dal web foto ed immagini che danno la viva testimonianza di quanto atroce sia stata quella strage. Andando a Chatila, poi, si possono incontrare molti familiari delle vittime. Ti accolgono con le lacrime agli occhi, con umiltà e con le foto dei propri cari ben strette tra le mani. Vi e` chi chiede di aiutarli ad avere giustizia, o anche chi chiede il “perche` ” si torna in quel posto a ricordagli quei tragici giorni. Puoi solo dire loro che li lascerai ancora ad attendere. E li lascerai in un campo profughi dove i bimbi ti guardano incuriositi e giocano con le pistole. In un campo, dove le condizioni igienico-sanitarie sono inesistenti. Ma chi furono i veri responsabili di quell’eccidio ? Il 6 Giugno 1982 le forze armate israeliane avevano invaso il Libano dando inizio all`operazione “ Pace in Galilea”. Il gruppo della “Falange “ divenne uno dei primi alleati di Israele.  All’epoca dei fatti ministro della difesa israeliana era Ariel Sharon. E sarà proprio una commissione di inchiesta israeliana denominata “Kanan “ che nel 1983 riconoscerà lo stesso Sharon responsabile dell`eccidio in quanto a pianificazione e direzione. Nel 2001 un tribunale belga aveva chiesto che Sharon, divenuto nel frattempo primo ministro, venisse processato per quella strage, ma l` estradizione non venne concessa, ed il processo non e` mai iniziato. Nessuna giustizia per i morti di Sabra e Chatila. In questi giorni sono ripresi i negoziati di pace tra il presidente israeliano Benjamin Netanyahu ed il presidente dell` “Anp” Abu Mazen. Trattative che non sono riconosciute dalle organizzazioni palestinesi piu` radicali  come Hamas. Sempre da Beirut, infatti, Hamas fa sapere che “non riconosce queste trattative perche` fatte da chi non rappresenta il popolo palestinese. Il 75%  dei palestinesi non ha dato il proprio consenso ad Abu Mazen e alla sua politica”. A pagare a caro prezzo una situazione di continua instabilita` politica e di conflitto sono sempre gli oltre 400.000 profughi palestinesi presenti su tutto il territorio libanese. Nel 2007 e` stato distrutto un altro campo, quello di Nahr al Bared. Nel campo avevano trovato rifugio i terroristi del gruppo “Fatah al-Islam” , da molti ritenuto la cellula di Al Quaeda in Libano. L'esercito libanese pur di liberarsi di loro ha letteralmente distrutto totalmente il campo che, sino ad allora, era ritenuto il migliore tra i 12 campi profughi palestinesi in Libano. Una parte del campo e` stata ricostruita, ma per terminarlo servono ancora ben 210 milioni di dollari.
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