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Articolo 21 - Editoriali
Un ricordo di Mohamed Aden Sheikh all'Università di Roma Tre
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di Shukri Said*

Dallo scorso primo ottobre 2010 la stella di Mohamed Aden Sheikh non illumina più la buia notte che sta attraversando la Somalia. Chi non l’ha conosciuto ha perso l’occasione di incontrare un uomo bello e affascinante, onesto e generoso, saggio e sapiente. A chi negli ultimi giorni della sua vita gli ha parlato, diceva: “Non parliamo delle ore che mi restano da vivere, ma dei giorni che mancano all’apertura dell’ospedale in Somalia.”. Quella del nuovo ospedale in Somalia era l’ultima iniziativa che aveva intrapreso assieme ad Emergency e non cessava, nonostante la malattia che lo aggrediva rapidamente, di stimolare incontri e sollecitare soluzioni affinché si realizzasse. Tenacia e la determinazione, vestite di una sorridente gentilezza e di una profonda cultura, furono la cifra distintiva della vita straordinariamente intensa di Mohamed Aden Sheikh. Nato pastore in un remoto villaggio, era giunto agli studi in medicina a La Sapienza di Roma, con specializzazione a Bologna, favoriti da una borsa di studio dell’amministrazione fiduciaria italiano AFIS. Tornato in Somalia, il dittatore Siad Barre l’aveva nominato ripetutamente ministro: della sanità, della cultura e dell’informazione da cui, infine, si dimise per contrasti sulla censura. In un territorio come la Somalia dalla cultura tribale ed un’economia fondata sulla pastorizia nomade, più che sull’agricoltura, la salute per tutti sarebbe stato un miraggio per chiunque, ma Mohamed Aden riuscì a diffondere in tutto il Paese gli ambulatori nazionali favorendo la vaccinazione universale e l’assistenza alle donne e ai neonati. Dalla necessità di intellighenzia nella nuova Somalia nacque l’incarico ministeriale per l’alta formazione e Mohamed Aden fondò a Mogadiscio, in quattro anni, la prestigiosa Università Gahayr gemellata con La Sapienza di Roma. Promosse l’alfabetizzazione di massa e convertì in lingua scritta quella tradizionale somala, da sempre orale. Fu un traguardo fondamentale per l’identità nazionale che sino ad allora aveva riservato l’uso dello scritto alle classi più abbienti che potevano studiare l’arabo, l’italiano o l’inglese. Nonostante queste aperture nel 1973 iniziarono i primi screzi con il Dittatore che portarono ad un primo arresto nel 1975 di nove mesi poi superato da Siad Barre che reintegrò ministro Mohamed Aden. Ma i motivi di contrasto si aggravarono giungendo al secondo arresto, nel 1982, durato sei anni di isolamento in condizioni disumane nel carcere sotterraneo di Labatan Girow. Fu la mobilitazione internazionale del Parlamento Europeo e di Amnesty International a salvargli la vita. Al processo del 1987, anche in seguito alla mobilitazione dei Radicali con Marco Pannella ed Emma Bonino in prima linea, egli fu assolto da ogni accusa, ma fu mantenuto dal Dittatore agli arresti domiciliari ancora nove mesi. Recuperata la libertà per motivi di salute nel 1989, Mohamed Aden si trasferì in Italia, dove a Torino riprese, con l’attività medica, anche l’iniziativa politica. E’ stato assessore comunale dal 1997 al 2001 come indipendente per l’ala DS ed attualmente era direttore di una clinica per anziani, Presidente dell’Associazione Soomaaliya Onlus, Presidente del Centro piemontese degli studi africani e ancora impegnato negli ambulatori per gli extracomunitari. Per contribuire a risolvere il rebus della Somalia dopo la guerra civile del 1991, Mohamed Aden Sheikh scrisse diversi testi ed in particolare Arrivederci a Mogadiscio. Somalia: l’indipendenza smarrita (Edizioni Associate, 1994) e La Somalia non è un’isola dei Caraibi-Memorie di un pastore somalo in Italia (Diabasis, maggio 2010). Era convinto che la soluzione della Somalia, pur con l’intervento internazionale, dovesse partire dal basso coinvolgendo gli islamici moderati che per un certo periodo, nel 2006, avevano ottenuto il favore della popolazione dopo gli sfasci dei “Signori della guerra”: una soluzione che era stata affondata dall’intervento etiopico ed americano chiesto dal ex governo provvisorio somalo di Abdullahi Yuusuf. Per una singolare coincidenza della storia, poco dopo la scomparsa di Mohamed Aden Sheikh, la comunità internazionale ha individuato un nuovo primo ministro per la Somalia in Mohamed Adbullahi Mohamed, anch’egli nato a Mogadiscio, ma di formazione americana. Gli osservatori guardano con ottimismo a questo nuovo giovane attore della vicenda somala che auspichiamo faccia tesoro delle indicazioni di Mohamed Aden Sheikh verso l’islamismo moderato quale catalizzatore delle tensioni che agitano il Paese delle cinque stelle.

Un ricordo di Mohamed Aden Sheikh

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI ROMA TRE

Centro Interdipartimentale di STUDI SOMALI

16.30 Saluti: il Rettore Prof. Guido Fabianì, S.E.l’Ambasciatore della Somalia Nur Hassan Hussein , il Direttore del CSS Prof. Annarita Puglielli

16.45 Gian Paolo Calchi Novati – L’uomo e il ministro: una politica per la Somalia

17.15 Interventi di: Pierluigi Malesani, Kaha Mohamed Aden, Annarita Puglielli

 

Parteciperanno: Felicita Torrielli, Biancamaria Tedeschini Lalli, Luciana Castellina, Pietro Petrucci, Abdalla Omar Mansur, Luigi Goglia, , Mario Stefanini, Antonio Cappelli, Paolo Sannella, Ugo Troya, Kadigia Ali Mohamud.

 

Facoltà di Giurisprudenza, Sala del Consiglio

Via Ostiense 159, I° Piano - Roma

*Segretaria e Portavoce dell’Associazione Migrare
www.migrare.eu

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