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Articolo 21 - Editoriali
Politici all'asta? Sulla fiducia
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di Serena Tosi Santoro

Completamente ristrutturato, comodo, è quello che state cercando. Gli acquirenti di immobili rimarranno delusi, questo annuncio non è per loro. E' un affare molto più conveniente. Trattasi di politici battuti all'asta come carne da macello.
E' la nuova ondata della politica do ut des, una delle immagini più saldamente associate al nostro Paese, forse non ancora promossa come si dovrebbe dalla “Magica Italia”, campagna per il Turismo del governo.
Ma cos'è cambiato nel passaggio dalla prima alla seconda Repubblica?
Se la corruzione precedentemente rimaneva un segreto di Palazzo e nel momento della sua posteriore notorietà l'opinione pubblica si scandalizzava, ora ci siamo modernizzati.
C'è più trasparenza e più comprensione. In cosa?
La corruzione oggi avviene alla luce del sole, senza che nessuno più si stupisca.
Il 10 dicembre la procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale contro ignoti sulla vicenda della presunta “compravendita dei parlamentari”, in vista del voto di fiducia al Governo. L'unico salvagente a cui spera di aggrapparsi Silvio Berlusconi, travolto da una tempesta che tra naufragi e smentite, ricerca costantemente la sua ultima ancora di salvataggio.
Antonio Di Pietro, recatosi dal procuratore Giovanni Ferrara, ha dichiarato i suoi dubbi circa ciò che si vociferava da giorni. Un acquisto di voti necessario al governo per la sua apparente sopravvivenza. L'ex pm afferma di essere in possesso di documenti che testimonierebbero le accuse e sicuramente si presenterà nei giorni seguenti in Procura, dove integrerà il suo recente esposto.  All'interno della bolla dapprima politica, successivamente giudiziaria e conseguentemente mediatica ci sono due ex deputati dell'Italia dei Valori, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, migrati rispettivamente al gruppo misto e al partito “Noi Sud”. Uno scandalo aggiuntivo a un'altra inchiesta già in corso sulla compravendita di senatori della medesima Procura, basata questa volta su notizie provenienti dalla stampa.
Secondo le tesi più garantiste non sarebbe corruzione.
Cosa dice la nostra Costituzione?
Nulla in merito, ma possiamo riferirci indirettamente all'art 67 che stabilisce il divieto di mandato imperativo: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.”
Da questo dettame deriva che il parlamentare è libero da vincoli giuridicamente rilevanti nei confronti delle file del partito presso il quale è stato eletto. Il compito del politico è quello di svolgere il suo ruolo perseguendo l'interesse della collettività e non quello esclusivo del suo partito e dei suoi elettori. Pertanto il parlamentare è libero di votare secondo l'indirizzo del suo partito, come può altrettanto sottrarsene.
Qui si parla di ben altro, di repentini cambiamenti di orientamento politico, di veri e propri passaggi ben sospetti di parlamentari ad altri partiti, in vista della giornata apocalittica del 14 dicembre.
Si tratterebbe di una donazione di voti in cambio dell'ottenimento di un probabile beneficio. Economico? Di maggior potere e considerazione all'interno del nuovo partito?
Ma oltre lo scandalo, quanto questo è giuridicamente rilevante a fine penale?
Corruzione o vano tentativo di capovolgimento della situazione attuale frutto del complotto fra le  toghe rosse e l'ex Pm?
Per Di Pietro si tratta di fatti gravissimi, penalmente rilevanti.
Non c'è giurisprudenza su questo e perciò sarà arduo per la Procura determinare se sussiste e quale sia la fattispecie penale. I magistrati rossi non avranno certo carte facili per sovvertire questo governo del fare. In attesa dei successivi sviluppi, nel frattempo la chiusura dei lavori del Parlamento per una settimana permetterà delle trattative migliori senza contare che il voto della fiducia a scrutinio segreto non ostacolerà questo artificioso marchingegno.
Il voto è libero come ci dice l'art 67 anche all'interno del proprio partito. Nel caso in esame i parlamentari escono dal loro partito. Uno degli ex deputati dell'Idv ha dichiarato che non avrebbe mai votato la fiducia se fosse rimasto nelle file del medesimo partito.
Il dato rilevante è che attualmente i due deputati ex dipietristi darebbero il proprio voto di fiducia il 14 dicembre.
Se trattasi di corruzione, questa è indimostrabile?
Quello che fa più sorridere è l'accusa che spesso si sente dalle file del Pdl nei confronti di una sinistra praticante giochetti di palazzo per governare. Quello che si sta verificando ora nella destra berlusconiana come si dovrebbe valutare?
Il Pdl, annusando uno spirito di cospirazione nei confronti della loro parte politica, ha già contrattaccato. Fioccano denunce per accertare il passaggio di parlamentari che in questa legislatura sono passati ad altri partiti, criticando un non interventismo della magistratura che si dimostrerebbe agire politicamente a favore della sinistra.
Tangentopoli ci ha insegnato a non nascondere più questi scambi illegittimi, a non vergognarci più. Ad una politica senza pudore. La coerenza con le proprie idee? Il non scendere a compromessi a discapito di un proprio tornaconto personale? Vecchi, siete vecchi, se vi ponete queste domande ingenue.
Si è aperta la frontiera della tolleranza zero. Verso chi? Verso chi, come voi crede in una società volta all'agire comune e al bene collettivo.
Le prossime leggi?
Un pacchetto trasparenza sulla corruzione sarà il prossimo ddl all'esame delle Camere? Una vera e propria legalizzazione giustificata dagli stessi principi della Costituzione?
Non siamo ancora entrati nella terza Repubblica, quindi non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Date le premesse, non sono molto curiosa.

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