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Ballarò non va in vacanza. Floris: “Domenica saremo a L’Aquila"
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di Paola Venanzi

Ballarò non va in vacanza. Floris: “Domenica saremo a L’Aquila"

Mentre il presidente della Rai, Paolo Galimberti, spera che la Vigilnanza “Batta un colpo”, il leader dell’Italia dei Valori,  Antonio Di Pietro,  punta il dito contro il Consiglio di Amministrazione della Rai reo di aver  “preso una decisione grottesca e connivente”. E c’è chi a stare fermo non ci sta. Giovanni Floris ha deciso: porterà la sua trasmissione all’aria aperta. Da domani Ballarò verrà trasmessa da quattro  piazze italiane. “Ho scelto una città del nord, una del centro e una del sud – spiega Floris ai microfoni di Italia Radio Web – ed una piazza per noi speciale, L’Aquila, perché del terremoto ci siamo sempre occupati e continueremo a farlo”.  E chi si aspettava di assistere a quattro “faccia a faccia” tra i candidati alle elezioni regionali resterà deluso o piacevolmente sorpreso.

Ascolta l’intervista di Paola Venanzi

RIZZO NERVO: DECISIONE CDA PROVA GENERALE DI CENSURA; VAN STRATEN: VIENE MENO IL DOVERE DEL SERVIZIO PUBBLICO
Questa decisione è la prova generale per la chiusura di determinate trasmissioni. Sono preoccupato: dopo le elezioni regionali del 28 marzo quale altra strada verrà presa dal CDA per impedire ai programmi già chiusi e ad altre trasmissioni di andare in onda?”. Non usa giri di parole il consigliere Nino Rizzo Nervo, espresso dal centrosinistra, contrario alla decisione, presa dalla maggioranza di centrodestra del CDA, di proseguire nel black-out dei programmi di approfondimento informativo (Annozero, Ballarò, Porta a Porta, L’ultima parola), anche se l’escamotage trovato è di appellarsi di nuovo alla Commissione parlamentare di Vigilanza per sapere se si può modificare il Regolamento. Ma quel Regolamento, da tutti i giuristi, dal TAR del Lazio e persino dall’AGCOM è stato definito contrario sia allo spirito della legge 28 sulla Par Condicio sia alle interpretazioni contenute nelle sentenze della Corte Costituzionale.
“E poi in quel Regolamento”, ricorda Rizzo Nervo, “non c’è nessuna indicazione per sopprimere le trasmissioni di informazione. Questa decisione, quindi, è grave in quanto mai era stata presa una delibera di attuazione del genere. Decontestualizzando l’accaduto, si comprende come il tutto si inserisca in una strategia: di fatto la delibera è lo strumento finale, insito nelle pressioni telefoniche, così come si evince dalle intercettazioni operate dalla Procura di Trani”.
Rincara la dose l’altro consigliere del centrosinistra Giorgio Van Straten: “Le trasmissioni che Berlusconi non voleva, di fatto non ci sono. E con i probabili ballottaggi elettorali, non andranno in onda nemmeno dopo. Certo, si corrono più rischi a non farle! Diventando “più realisti del re”, la maggioranza del CDA e il direttore generale espongono la RAI alle sanzioni dell’AGCOM, in quanto si viene meno al dovere del servizio pubblico di informare, specie in periodo di campagna elettorale e proprio quando ancora le Tribune elettorali non erano partite. Vorrei ricordare che siamo ancora in “periodo di garanzia” e, quindi, si è creato un disquilibrio tra la RAI e le concorrenti private: meno ascolti creano danni e altri problemi all’azienda! Ma, a quanto pare, sono preoccupazioni scomparse per gli altri membri del CDA”.
Martedì il DG della RAI, Masi, verrà sentito dall’Ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza in merito a quest’ultima decisione. Ma nulla cambierà. Il progetto di Berlusconi (ora formalmente indagato dalla Procura di Trani, in seguito alle intercettazioni telefoniche) si è definitivamente compiuto. Grazie ad interpretazioni da “legulei” sia la Vigilanza, sia la maggioranza del CDA hanno imbavagliato la RAI. E, se non avverranno cambiamenti politici (l’esito delle elezioni regionali, lo scollamento della maggioranza del PDL, l’aggravarsi della crisi economica), la RAI è destinata ad avvitarsi in un’asfissia informativa, a crollare negli ascolti in determinate fasce orarie, a macinare altri debiti, dovuti anche a minori introiti pubblicitari.
Il cavallo di Viale Mazzini continuerà così a procedere nella sua caduta plastica, mentre il conflitto di interessi regnerà sovrano sulla società. E gli italiani saranno ancora meno liberi, meno informati, meno felici e più poveri. 
 
GIUSEPPE GIULIETTI: IL BAVAGLIO RESTA PER VOLERE DEL "PADRONE"
"Non vi e' bisogno di attendere i testi di eventuali intercettazioni per comprendere quali siano le ragioni che hanno spinto la maggioranza di destra nel CdA della Rai a confermare quelle norme bavaglio esplicitamente sconfessate dal Tar e perfino dall'autorita' di garanzia. Il bavaglio deve restare perche' cosi' ha voluto il signore e padrone del conflitto di interessi. Contrasteremo tale decisone in tutte le sedi possibili e promuoveremo tutte le azioni utili a determinare le decisioni di un gruppo dirigente che ha dimostrato di non poter svolgere alcuna funzione di garanzia".

CARLO VERNA (USIGRAI): RAI RISCHIA DI ESSERE SANZIONATA
"Avevamo sperato in un sussulto di autonomia della maggioranza del cda della Rai,che andasse al di la' del dato burocratico, vista la valutazione di Tar e Agcom. Anche perche' il tempo e' sostanza e in questo caso la sostanza e' la democrazia. La nostra speranza andava al di la' dei nostri timori, che sono stati confermati. La scelta di tipo politico che e' stata fatta e' passata per il facile pilatesco percorso gia' tracciato, quando e' stato recepito peggio di come era stato scritto il brutto regolamento della Vigilanza. Alla luce delle valutazioni dell'Agcom ora temiamo persino che la Rai possa essere sanzionata per essere venuta meno ai suoi doveri di servizio pubblico". Lo dichiara Carlo Verna, segretario Usigrai.

FRANCO SIDDI (FNSI): CDA RAI NON HA AVUTO CORAGGIO
''Il Cda della Rai non ha avuto coraggio. Non voglio dire che esegua degli ordini perche' questo lo lascio dire agli altri. Ma c'e' chi vuole che alcune trasmissioni non vadano in onda. Vogliono mettere a tacere voci come quelle di Santoro e Floris ma anche di Vespa e Paragone. Noi saremo in prima linea per evitare che queste voci di spengano''. Sono le parole del segretario della Fnsi Franco Siddi che ha commentato le ultime decisioni del consiglio di amministrazione della Rai sulla par condicio.

ROBERTO NATALE, DECISIONE CDA SI RITORCERA' CONTRO CHI L'HA VOLUTA
Non ha dubbi Roberto Natale, presidente della Fnsi, sulla scelta del Cda Rai di confermare lo stop ai talk show politici: "E' una decisione che si ritorcera' contro chi l'ha voluta". Nel corso della presentazione di 'Giro d'Italia', i quattro incontri, previsti a Torino, L'Aquila, Roma e Cosenza, in sostituzione alla trasmissione televisiva 'Ballaro'', Natale ha aggiunto: "E' uno stimolo per continuare contro l'insopportabile clima di pressione sull'informazione in generale".  "Uno scandaloso spettacolo -sottolinea Natale- che ancora una volta ha dato oggi la maggioranza del consiglio di amministrazione. Non hanno nemmeno sentito il dovere del raffronto con quello che hanno fatto altri gruppi dirigenti in queste settimane, che sentendosi lesi nel loro diritto, dovere di informare hanno combattuto e vinto una battaglia".        "Non c'e' bisogno di attendere l'esito delle inchieste giudiziarie di Trani -prosegue Natale- non ne abbiamo bisogno per dire che e' scandaloso il comportamento di un componente dell'autorita' per le garanzie delle comunicazioni, che mentre dovrebbe essere parte di una funzione di garanzia concerta con il presidente del consiglio azioni per stroncare l'informazione. Un degrado -conclude- non solo dell'informazione ma anche della democrazia".

SERGIO ZAVOLI: DA CDA SI ATTENDEVA SCELTA DIVERSA
''Mentre si fanno sempre piu' stretti i tempi rimasti per trovare una ragionevole soluzione del problema, abbiamo preso atto del mandato conferito dal Consiglio di Amministrazione al Direttore Generale di sondare la Commissione di vigilanza al fine di studiare eventuali strade alternative. Si attendeva una scelta diversa in ordine all'invito di ripristinare i programmi d'approfondimento nel periodo elettorale, per i quali era gia' stata ritenuta non obbligata la loro soppressione''. E' il commento del Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, sen. Sergio Zavoli, alla decisione odierna del C.d.A. della Rai.    In base alla richiesta del Direttore Generale della Rai, il prof. Mauro Masi verra' ascoltato a Palazzo San Macuto  domani martedi' 16 marzo, alle ore 13,30.

FEDERCONSUMATORI: RICORREREMO A CONSIGLIO DI STATO
"Dispiace dover constatare che l'auspicato sussulto di responsabilita' e di ragionevolezza da parte del Cda Rai non c'e' stato. Alla luce di questa grave mancanza non ci daremo certo per vinti, e proseguiremo la nostra battaglia per restituire ai cittadini il diritto a un'informazione libera e trasparente, anche presentando al Consiglio di Stato il nostro ricorso contro il regolamento della commissione di Vigilanza Rai". Lo dichiara Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori, che prosegue: "Si tratta di una questione della massima urgenza e rilevanza, dal momento che la ragionevolezza, nel nostro Paese, sembra essere sottoposta alle volonta' di chi dimostra simpatia per sistemi e culture poco inclini alla democrazia, piuttosto che essere improntata ai valori fondamentali alla base della nostra Costituzione".

PAOLO GARIMBERTI "AMAREGGIATO", FIDUCIOSO SU VIGILANZA
E' amareggiato il presidente della Rai, Paolo Garimberti, per l'esito della riunione del Cda di oggi.
Amareggiato, a quanto si apprende da fonti vicine alla Presidenza, "per la divisione", evidente in seno al Consiglio, e "per la mancata ripresa dei talk show". Garimberti si era gia' detto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore. Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabro', recapitata oggi, potesse sbloccare la situazione. Calabro' nella missiva informava di aver scritto anche alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il Presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio anche se auspicava "un segnale interno ed esterno di una maggiore reattivita' e senso pratico". Il Cda, a maggioranza, ha dato mandato al Direttore Generale, Mauro Masi, di scrivere alla Vigilanza per ottenere ulteriori chiarimenti. Garimberti, che ha votato contro questa soluzione, aveva auspicato in Consiglio che, ascoltando l'invito di Calabro', si facessero ripartire i talk show e contemporaneamente si scrivesse quella lettera. Ora, dicono le stesse fonti, il Presidente Rai "attende fiducioso che dalla Vigilanza si batta rapidamente  un colpo".

VINCENZO VITA: CDA RAI DI FATTO FAVORISCE CONCORRENZA
"La blindatissima e poco fantasiosa maggioranza del Cda Rai ha ribadito secondo copione la cancellazione dei talk dal servizio pubblico in campagna elettorale. Ci si risparmi ora per lo meno il balletto sulla commissione parlamentare di Vigilanza, che e' un organo parlamentare e che ha gia' emanato, sempre a maggioranza, un regolamento che, pur assai negativo, non escludeva i talk. Dunque la maggioranza del Cda si e' assunta una specifica responsabilita'". Lo afferma Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro della commissione parlamentare di Vigilanza Rai.
"Va ricordato, tra l'altro, che il Cda e' un organo di amministrazione e con la scelta assunta favorisce di fatto la concorrenza - aggiunge -. Di tutto questo dovra' rispondere nelle sedi competenti. Rimane il retrogusto amaro di una campagna elettorale che vedra' assai parzialmente presente proprio il servizio pubblico. In violazione del contratto di servizio, tema sul quale ha competenza l'Autorita' per le Comunicazioni".

PIERFERDINANDO CASINI: PIU' POLITICA C'E' IN TV MEGLIO E'
In televisione, piu' politica c'e' e meglio sarebbe, soprattutto in vista delle elezioni regionali, onde consentire ai cittadini di capire cosa e' stato fatto e quali sono le proposte programmatiche dei partiti. Ne e' convinto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che ha risposto cosi' a chi gli domandava un commento al 'no' espresso dai consiglieri della maggioranza del Cda della Rai ai talk show politici. Ragion per cui la vicenda e' stata ora rimandata alla commissione di Vigilanza, alla quale spettera' la decisione di ripristinare o meno le trasmissioni di confronto politico. "Sono tutte discussioni -ha detto infatti Casini- che non interessano alla gente. Comunque piu' politica c'e' alla televisione, per capire quello che si e' fatto e quello che non si e' fatto, e le posizioni dei partiti, piu' giusto sarebbe".

ROBERTO RAO: PREVALE PAURA MAGGIORANZA PER TEMI VERI
"Sulla chiusura dei talk show ci sono binari che corrono paralleli, il Cda della Rai e la Commissione di Vigilanza". Lo dichiara in una nota Roberto Rao, Capogruppo dell`Udc in Commissione di Vigilanza Rai.  "Oggi - prosegue l`esponente centrista - il Cda a maggioranza ha deciso di non cambiare la sua scelta pilatesca di sopprimere i talk show. Questo espone la Rai ad avere un ruolo ancillare rispetto alla concorrenza in questa campagna elettorale per quanto riguarda l`informazione e l`approfondimento. La paura della maggioranza di affrontare i temi veri del Paese ha prevalso, al di là della cortina fumogena delle polemiche sulla presentazione delle liste e sulle intercettazioni".  "Purtroppo - ha concluso Rao -, abbiamo motivo di ritenere che un analogo timore prevarrà anche in Commissione di Vigilanza, dove la maggioranza si prepara a chiudersi a riccio rispetto a qualsiasi modifica del Regolamento. Nonostante questo, ostinatamente, continueremo a chiederla anche in sede parlamentare".

FULVIO  FAMMONI (CGIL), DECISIONE CDA EPILOGO PREANNUNCIATO
''Un epilogo preannunciato nelle parole di esponenti del centro destra''. Lo afferma Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, commentando le ultime decisioni del consiglio di amministrazione della Rai sulla par condicio. ''Un rimpallo di responsabilita' che lascera' le trasmissioni bloccate fino al voto delle regionali'', aggiunge. Per Fammoni, ''la Rai non potra' svolgere il suo ruolo di servizio pubblico e sara' fortemente danneggiata negli asciolti a favore dell'emittenza privata, di cui il premier e' il principale proprietario. Oltre che un tema di pluralismo e democrazia ecco come sempre prepotentemente rispuntare il conflitto di interessi''.  Secondo il dirigente sindacale, ''il collegamento con l'inchiesta di Trani e' proprio questo: ci si affanna a dire che i fatti sono penalmente irrilevanti ma cosi' si conferma il dato politico nei fatti. E per questo che si vuole riprendere e approvare in tempi rapidissimi la legge sulle intercettazioni. A tutto questo - conclude Fammoni - deve essere opposta la piu' ferma opposizione da chiunque abbia a cuore il pluralismo e la liberta' di informazione''.

PIERLUIGI BERSANI: COSE DA PAZZI OSCURARE PROGRAMMI DI INFORMAZIONE
"E' una cosa da pazzi in un paese moderno, occidentale, avanzato che si decida ad un certo punto di spegnere la luce. Questo mi pare assurdo". Lo ha detto il leader del Pd Pierluigi Bersani a proposito delle polemiche sulle sospensioni dei programmi di informazione politica della Rai parlando con i giornalisti a Firenze a margine di un convegno nazionale del Pd sulla sanita'.       
"Il centrodestra della commissione di Vigilanza e del consiglio di amministrazione della Rai -ha aggiunto Bersani- non vuole che si parli della situazione del paese e quindi trovera' tutte le scuse per non farci vedere programmi di approfondimento. Programmi nei quali io non chiedo che ci siano i politici ma non accetto che non si possano esaminare i problemi del paese, con responsabilita', professionalita', equilibrio".

ANTONIO DI PIETRO: CDA RAI ASSERVITO A MAGGIORANZA DI TURNO
"Il Consiglio di amministrazione Rai è ormai un organo asservito alla maggioranza di turno. Bisogna toglierlo di mezzo prima o poi, come anche l'Agcom che è asservita alla politica". Lo ha detto il leader dell'Idv Antonio Di Pietro commentando con i giornalisti alla Camera la decisione del Cda Rai di non sbloccare i talk show politici dopo il via libera del Tar alle reti private.  "Il Cda - ha insistito Di Pietro - è nominato dai politici, non è possibile che i controllori vengano nominati dai controllati".

PAOLO GENTILONI: DAL CDA IL SUICIDIO DELLA RAI
''La Rai sara' dunque l'unica televisione senza programmi di informazione politica durante la campagna elettorale, ossia nel momento di maggiore interesse per l'opinione pubblica. E' una decisione scandalosa, un autentico suicidio per la Rai appena mascherato dallo scaricabarile sulla commissione di Vigilanza''. Lo dichiara in una nota il deputato del Pd, Paolo Gentiloni, a proposito della conferma della sospensione dei talk show da parte del Cda Rai.
''A questo punto -prosegue Gentiloni- il rinvio alla Vigilanza appare infatti come un mero alibi, visto che il Cda avrebbe potuto decidere autonomamente la fine del black out. Siamo di fronte a una chiara violazione degli obblighi di servizio pubblico, oltre che della legge sulla par condicio e per questo mi auguro che AgCom intervenga per imporre, sia pure all'ultimo minuto, un cambio di rotta anche alla Rai''.

CLAUDIO FAVA:  PER CDA RAI O SILENZIO O EDITORIALI TG1
"Per gran parte del Consiglio di amministrazione della Rai il silenzio e l'omissione restano gli unici strumenti legittimi per fare informazione in campagna elettorale. Fanno eccezione solo gli editoriali di Minzolini...". E' la posizione di Sinistra Ecologia Liberta' affidata a una nota di Claudio Fava, coordinatore della segreteria nazionale, sulla decisione del cda Rai di confermare lo stop ai talk show.

GIOVANNI FLORIS, UN ERRORE DECISIONE CDA RAI

La decisione del consiglio di amministrazione della Rai sui talk show e' "un errore". E' l'opinione di Giovanni Floris, conduttore di 'Ballaro',espressa presentando nella sede della Federazione della stampa il suo progetto 'Giro d'Italia'. "C'erano tutti i motivi - ha detto - per andare in onda ma se l'editore non vuole noi ci adeguiamo e intanto partiremo con il nostro 'Giro d'Italia'. Io chiedo al mio editore fiducia che garantisca il mio lavoro. Ma il vero problema e' il rapporto tra la Rai e gli organismi di controllo".     Aggiunge Flioris: "ormai la situazione e' caotica e grottesca perche' penso che l'editore dovrebbe avere interesse a mandare in onda i talk show, proprio quello che hanno chiesto gli editori privati quando anche le loro trasmissioni erano state bloccate".

PANCHO PARDI, CDA RAI E VIGILANZA GIOCANO AI DUE COMPARI
''Cda e Vigilanza fanno il gioco dei due compari: a turno uno bara e l'altro fa il palo. Del resto entrambi gli organismi sono a maggioranza di centrodestra e dunque obbediscono ad ordini precisi, come e' stato rilevato anche dalle intercettazioni dei giorni scorsi''. Per il senatore Pancho Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, ''siamo nella situazione paradossale per cui le televisioni private, tra cui quelle del presidente del consiglio, hanno il diritto di informare, le tivu' pubbliche, pagate con i soldi dei cittadini, no. Un altro elemento assai paradossale e' la manfrina con cui i colonnelli del premier dicono che tutto questo dipende dalla legge sulla par condicio. Ogni legge, anche la migliore, puo' essere rovinata se chi la deve interpretare lo fa in totale malafede. La par condicio non e' la migliore delle leggi possibili, ma la destra di governo sta facendo di tutto per ridicolizzarla raggiungendo cosi' un duplice scopo: impedire gli approfondimenti politici sulla Rai nell'immediato e subito dopo cancellare la legge e non avere piu' regole. Nella giungla ad avere vantaggi sarebbe come al solito il presidente del Consiglio. Le intercettazioni di questi giorni - conclude Pardi - potranno anche non avere rilevanza penale ma fotografano una realta' che vede il premier considerare i commissari dell'Agcom e il direttore del Tg1 come sgherri al suo servizio''.

PAOLO FERRERO: SI FAVORISCONO SEMPRE I SOLITI
Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, in una nota afferma che "nonostante la sentenza del Tar che, venerdi' scorso, ha accolto il ricorso di Sky e la 7 contro il regolamento deciso dall'Agcom e anche dalla Commissione di Vigilanza della Rai nel periodo della campagna elettorale, regolamento che vieta la messa in onda dei talk show politici sulla tv di stato, il cda della Rai perdura nell'errore e non sblocca i talk show politici. L'organo di governo della tv pubblica ha infatti approvato a maggioranza una delibera che conferma quella che sospendeva la messa in onda di Annozero, Porta a porta, Ballaro' e Ultima parola. In questo modo, insomma, e peraltro con l'ancora ad oggi perdurante mistero sulla messa in onda delle Tribune politiche, che dovevano sostituire i talk show e di cui non si sa ancora nulla, siamo alle solite: fa campagna elettorale solo chi se lo puo' permettere ed ha i soldi per farla, mentre il servizio pubblico non garantisce uno spazio pubblico adeguato e paritario al dibattito politico. Una vera ingiustizia e un vero danno inferto alla democrazia, alla liberta' d'espressione e alla pari dignita' di tutte le forze politiche. Rischiamo davvero, dunque, che oltre al danno dei decreti 'ad listam' si aggiunga la beffa di regolamenti delle Tribune Politiche e di diritto all'informazione 'ad partitem', e cioe' modellati per favorire sempre e solo i soliti noti”.

MARCO PANNELLA: DENUNCEREMO CDA RAI E MASI
"Non siamo in grado di 'provare' concussioni o corruzioni, per intanto, pero', annuncio, insieme a Marco Beltrandi, deputato radicale membro della commissione di Vigilanza, di aver dato mandato all'avvocato Giuseppe Rossodivita di depositare presso la Procura di Roma una denuncia per abuso d'ufficio, interruzione di pubblico servizio e frode nelle pubbliche forniture, nei confronti dei membri del Cda Rai e del direttore generale Masi che, ancora con la decisione di oggi e dall'inizio della campagna elettorale, hanno bloccato i talk show senza mandare in onda neppure una tribuna elettorale negli orari e dunque con gli ascolti voluti dal Parlamento, cosi' violando e tradendo il regolamento della Commissione di Vigilanza e cancellando il servizio pubblico di campagna elettorale". Lo si legge in una nota del leader radicale Marco Pannella che prosegue: "Manderemo a Trani, nel frattempo, e poi valuteremo se anche a Perugia, un corposo dossier con le denunce radicali depositate a Roma nei confronti dei vertici della Rai negli ultimi 12 mesi, corredate da dati, spunti investigativi e finanche l'indicazione degli strumenti possibili di acquisizione della prova. Alle richieste di sequestri e di misure interdittive la Procura di Roma ha sempre risposto con l'inerzia investigativa e richieste di archiviazione. Auspico che il vento di Firenze e Trani, spazzi via qualche nebbia di troppo dalle parti di Piazzale Clodio".

 CONTRO L'OSCURAMENTO DELLA LEGALITA' E IL BAVAGLIO ALL'INFORMAZIONE, SERVE UNA RISPOSTA DI TUTTI. GLI ESPOSTI CONTRO LA CHIUSURA DEI TALK DI APPROFONDIMENTO E GLI INTERVENTI 

Firma l'appello di Art.21 contro il bavaglio


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