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Articolo 21 - Editoriali
Una grande giornata d’indignazione nazionale
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di Gianluca Palma*

Domenica 6 febbraio, sono stato ad Arcore e ho partecipato alla manifestazione organizzata dalla Rete Viola per chiedere le dimissioni del Presidente Berlusconi.
E’ stata senz’altro una giornata positiva, infatti, più di 5000 persone sono accorse nella cittadina dove risiede il Premier, partendo con pullman e treni dalle primissime ore del mattino, per manifestare il forte sdegno e dissenso nei confronti di una persona, quale l’on. Silvio Berlusconi, che ormai da tempo sta trattando l’Italia senza il minimo rispetto della popolazione intera, offendendo persone che svolgono il proprio lavoro in maniera seria e onesta, come i magistrati, gli scrittori e i giornalisti che riportano semplicemente i fatti alla luce del sole, così come è giusto fare.
E’ gravissimo e vergognoso il comportamento che il Presidente sta avendo nei confronti del genere femminile, avallando l’idea della donna-oggetto e della mercificazione del sesso.
Così com’è inconcepibile il suo atteggiamento nei confronti delle Istituzioni, quali il Presidente della Repubblica e il Parlamento, considerati quasi come un impiccio nel suo disegno eversivo e assolutista di “governo della Cosa Pubblica” a suo piacimento.
In un Paese allo sfascio più totale, dove le classi lavoratrici sono sempre le più vessate e dove la cultura, intesa come conoscenza, bene comune, sta subendo uno smantellamento totale a cominciare dai pesantissimi tagli alla scuola e all’università pubblica, alla ricerca, così come all’editoria e al mondo dell’arte e del cinema; dove l’individualismo sempre più forte sta annullando il concetto di convivenza civile tra le persone, del rispetto delle diversità nel quadro generale di comune appartenenza allo stesso Stato; ebbene in questa disperata situazione è dovere di tutti i buoni cittadini unirsi tra loro e porre fine a questo scempio sociale, politico, economico, culturale e istituzionale.
Sono molte le iniziative previste nel mese di febbraio, a partire da quelle svoltesi il 5 e il 6 organizzate rispettivamente da Libertà e Giustizia a Milano e dalla Rete Viola ad Arcore, continuando con le iniziative che si svolgeranno nei prossimi giorni, ossia il 12 con sit-in in tutta Italia e il 13, quando si terrà la giornata nazionale di mobilitazione indetta dalle donne “Se non ora, quando?”.
Questo è il chiaro segnale che la popolazione italiana si sta svegliando dal torpore nel quale per troppo tempo è rimasta assopita.
Ma è necessario unire tutte le mobilitazioni confluendo in un’unica grande giornata( o, se le forze lo consentissero, in più giornate) in cui come cittadini ci “riappropriamo” delle nostre Istituzioni, bloccando il centro di Roma con un grande corteo che arrivi fino a Montecitorio, dove occupiamo tutto il piazzale antistante al Palazzo, tutti uniti cantando l’inno di Mameli e tenendo in alto la Costituzione, sventolando unicamente il tricolore, senza bandiere di nessun partito.
Sarebbe importante, a mio avviso, costruire così questa grande giornata. Senza palchi, dai quali vengono lanciati i soliti slogan e proclami dai soliti noti che sortiscono pochi effetti, ma semplicemente con un megafono con cui venga data voce ai semplici cittadini, quelli che non vengono MAI ascoltati, liberi di dare sfogo alla propria indignazione.
Ecco come immagino questa “grande giornata d’indignazione nazionale” e, se ci saranno le condizioni, sarò ben lieto di contribuire a costruirla.

* Studente universitario

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