di Valter Vecellio
Questo voto referendario è stato ed è importante, avrà una valenza storica. Dopo i ripetuti, pervicaci, dolosi tentativi di uccidere questo strumento referendario, gli italiani gli hanno restituito nuova vita, se ne sono riappropriati. Il massiccio affluire di cittadini elettori che si sono voluti riprendere la “seconda” scheda elettorale, a onta dei tanti tentativi di scipparla, lo documenta e testimonia. Già solo questo è motivo di conforto e ottimismo. La percentuale dei votanti, infatti, è stata inferiore solo al referendum sulla legge sul divorzio e sulla legge sul finanziamento pubblico ai partiti.
Abbiamo votato quattro SI senza esitazione alcuna, al di là dei quesiti su cui ci si doveva pronunciare. SI contro chi ha cercato fino alla fine di truffarci, sottraendoci il referendum; SI contro chi ha fatto di tutto e di più per non informarci sulla posta in gioco; SI contro chi ci ha invitato domenica ad andare al mare e – pur ricoprendo un ruolo istituzionale – al mare c’è andato veramente: e ora c’è da auspicare che ci resti. SI contro chi voluto politicizzare il referendum, così come prima ha voluto sguaiatamente politicizzare le elezioni amministrative. Come si dice, a brigante, brigante e mezzo. Anzi: quattro briganti, sotto forma di SI.
In una situazione “normale”, di tipo svizzero o americano, ci avrebbero informato e ognuno di noi avrebbe votato (o non votato) secondo scienza e coscienza; ma non siamo né in America né in Svizzera. Siamo nell’Italia degli imbroglioni che hanno paura che il “loro” imbroglio sia stato “sgamato”, e hanno ragione di aver paura. Hanno cercato di correre ai ripari come sanno e come possono: annullando, o cercando di annullare, come è stato fatto in passato, la nostra possibilità di esprimerci con la scheda referendaria. Lo hanno fatto in passato, hanno cercato di farlo in occasione di questi quattro referendum.
Abbiamo questi mezzi a disposizione, questi mezzi abbiamo usato. Si dirà che è uso distorto dello strumento referendario, e – anche – che ci si illude, che non è questa la via, il mezzo, ecc.; vedremo. Può essere che sia nel torto. Però oggi 13 giugno 2011 è una bellissima giornata, come bellissime giornate sono state il 12-13 maggio del 1974. Sono stati quattro SI liberatori, di rivolta contro i compromessi e le compromissioni, gli inciuci, le volgarità e le sguaiataggini di una maggioranza che crede di poter fare quello che vuole ed è ora che se ne vada a casa. E si dirà che è un errore ridurre a questo i referendum; ma se di errore si tratta, credo sia salutare e benefico. Più di quanto si creda e si immagini.
Come sia, domenica mattina, appena votato, uscendo dal seggio, mi sono sentito felice e “leggero”. Avevo “solo2 tracciato quattro croci su quattro schede, nulla di più. Sufficiente tuttavia per farmi sentire cittadino tra cittadino, contro chi vorrebbe ridurmi allo stato di suddito. Un vertice di felicità raramente raggiunto.