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Articolo 21 - Editoriali
Noi non ci rassegniamo
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di Susanna Camusso

"Due manovre In due mesi, addirittura tre negli ultimi sei, senza contare i vari summit, come l'ultimo di Villa San Martino, e i maxiemendamenti

Ci troviamo di fronte ad un governo che ha perso la bussola, che di manovra in manovra, tutte con effetti depressivi, costruisce e rafforza l'idea di un paese senza futuro.

Manovre che smentiscono ogni volta le promesse fatte fino al giorno prima, che giorno dopo giorno smantellano la credibilità delle nostre istituzioni e rompono il patto con i cittadini.

Manovre irrispettose della nostra Costituzione, che per decreto tentano di cambiarla e stravolgerla, tagliando diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori, cancellando le festività del 25 aprile, del 1 maggio e del 2 giugno che incardinano l'identità e la memoria del nostro paese.

Manovre che dicono ai giovani: aspettate, mettetevi in coda, per voi non c'è lavoro, non c'è istruzione, non c'è cultura.

Quella cultura, che dovrebbe rappresentare il nostro grande patrimonio, uno dei principali beni e una delle principali risorse del paese. E che invece di essere tutelata, valorizzata e utilizzata come straordinario fattore di sviluppo, viene tagliata e depressa.

Lo si è fatto in tanti modi e lo si continua a fare anche con questa manovra sbagliata e iniqua.

Il governo aveva detto: nessun taglio alla cultura. Sappiamo però tutti che sono gli enti locali i principali finanziatori della cultura e dello spettacolo e che gli insopportabili tagli agli enti locali, previsti dalla manovra, non colpiranno, dunque, solo i cittadini, con più tasse e meno servizi, ma ricadranno come una vera e propria pietra tombale su questi settori.

Esistono, pertanto, motivi di merito, costituzionali e culturali per dire "NO" ad una manovra sbagliata ed ingiusta e per volerla cambiare.

Il mondo della cultura, dell'informazione e dello spettacolo, può svolgere, in questo senso, un ruolo fondamentale.

Per martedì, 6 settembre, la Cgil ha proclamato lo sciopero generale, perché cambiare la manovra si può.

Si può chiedere a chi ha di più di pagare di più, si può chiedere a chi non ha mai pagato di pagare, perché la crisi si contrasta con la giustizia sociale e il rispetto del lavoro, anche di quello pubblico.

Riempiremo 100 piazze, con le voci ed i volti del lavoro e dei pensionati.

Siamo certi che ci saranno tra di noi anche le voci ed i volti della cultura, dello spettacolo e dell'informazione, ovvero tutte quelle voci che danno corpo alla democrazia e al futuro del paese.

Noi non ci rassegniamo

Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil

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