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Articolo 21 - Editoriali
Ci sono voluti 6 morti in un'azienda perchè i mezzi d'informazione riniziassero a parlarne
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di Marco Bazzoni*

E già  sulle agenzie di stampa leggo i vari commenti politici di condanna, con le solite lacrime di coccodrillo.
Ci sono voluti 6 morti in un'azienda (dato provvisorio) perchè i mezzi d'informazione riniziassero a parlarne, come se fino ad oggi, non ci fossero state 3/4 morti sul lavoro ogni giorno.
Mi domando, dove erano i politici, quando ogni giorno accadeva tutto ciò?
Dove era Sacconi, che a parte una una vergognosa campagna per la sicurezza dal titolo "Sicurezza sul lavoro, la pretende chi si vuole bene" e dopo aver stravolto il Dlgs 81/08, con il decreto correttivo (dimezzando tra le tante cose le sanzioni ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, sostituendo in alcuni casi l'arresto con l'ammenda) non ha fatto niente di positivo per fermare questi stragi.
Adesso ha mandanto anche gli ispettori del lavoro per fare le verifiche sul luogo dell'esplosione.
Troppo tardi Sacconi, perchè non sono gli ispettori del lavoro che controllano la sicurezza sul lavoro, ma i tecnici della prevenzione delle Asl, quelli che sono sotto organico da anni, e nessuno governo di destra di centro o di sinistra ha aumentato il personale ispettivo delle Asl.
Troppo facile dire, non controllano, troppo facile dire, mancano i controlli, quando i tecnici della prevenzione Asl sono 1850 e le aziende da controllare 6 milioni.
Cosa ha fatto il Governo Berlusconi per aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro?
Ve lo dico io: nulla!!!
I politici in queste occasioni, dovrebbero avere il buongusto di stare in silenzio, quello almeno sarebbe decoroso.
Perchè la politica ha fatto poco o nulla per fermare queste stragi.
E questo è un dato di fatto!!!
Vorrei che più che le parole ci fossero i fatti, sono quelli che mancano per fermare queste stragi.
Nessuno che dica aumentiamo le pene ai datori di lavoro.
Nessuno che dica, aumentiamo i tecnici Asl.
Anzi, se ti provi a dirlo, senti subito risponderti con una parola: repressione.
Le sanzioni sono troppo basse e pure l'arresto, anzi in molti casi si può optare per l'ammenda.
Inoltre, vi risulta di aver sentito di qualche impreditore che è andato in carcere quando c'è stato un morto sul lavoro nella sua azienda?
Molti, purtroppo se la cavano con pene irrisorie o con la prescrizione, ma il carcere lo vedono solo con il binocolo.
Devono succedere delle vere e proprie stragi come alla Thyssenkrupp di Torino dove morirono 7 operai o alla Truck Center di Molfetta dove morirono 5 operai, perchè gli  imprenditori vengano condannati a grosse pene!!!
Inoltre, voglio vedere se dopo questa strage sul lavoro, ci sarà ancora qualcuno che le chiama vergognosamente e ipocritamente "morti bianche" o peggio tragica fatalità o doveva succedere!!!
Io conosco molte famiglie che hanno avuto un loro caro morto sul lavoro e oltre al dolore è rimasta anche la beffa, perchè i responsabili sono stati condannati a pene bassissime o i processi sono prescritti.
In Italia manca, purtroppo la sicurezza nei lughi di lavoro, ma anche la GIUSTIZIA.
Perchè quando molti di processi finoscono in prescrizione, perchè per arrivare a sentenza ci vuole tantissimo tempo, per le famiglie è come se il loro caro fosse morto un'altra volta!!!
Rivolgo un invito al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si è detto "colpito da dimensioni della tragedia": per favore, richiami tutti i mezzi d'informazione, perchè riaccendano i riflettori sulle stragi sul lavoro, perchè hanno il dovere morale di parlarne sempre, e non ogni tanto o quando accadono delle stragi sul lavoro come questa.
Per fermare questa "strage nell'indifferenza", questa mattanza quotidiana ognuno deve fare la propria parte.
Solo in questo modo è possibile interrompere questa catena di morti, che non fa solo morti, rovina famiglie, e rende tanti giovani orfani e soli.
Il lavoro non può essere una fabbrica di vedove e di morti, deve essere un luogo di vita!!!

* Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
Email:
bazzoni_m@tin.it

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