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di Paolo Serventi Longhi*
La protesta degli italiani contro questo governo inetto e pericoloso continua. Per sabato 3 dicembre la segreteria della Cgil ha convocato una grande manifestazione a Roma per lo sviluppo e contro i tagli. La confederazione di Susanna Camusso non si fa intimidire né dai violenti, che hanno tentato di strumentalizzare la pacifica manifestazione di sabato scorso, né da ministri come Maroni o sindaci come Alemanno che vogliono imporre pretestuosamente gravissime restrizioni alle libertà democratiche e al diritto di manifestare, appunto, la protesta e il dissenso. Come dimostra l’assurdo divieto per un mese alle manifestazioni e ai cortei di un sindaco figlio del peggiore squadrismo romano. Un provvedimento preso quattro giorni prima l’annunciata manifestazione nazionale dei lavoratori della Fiat e di Fincantieri organizzata dalla Fiom. Un “primo cittadino” spalleggiato, peraltro, dal ministro dell’Interno che sabato ha gestito male e tardivamente una situazione di ordine pubblico che tutti, a cominciare dalle forze dell’ordine, prevedevano già molto difficile. Si è evitato, come è stato detto da molti, qualunque tipo di intervento preventivo per isolare i violenti lasciando a poliziotti e carabinieri il compito arduo di scontrarsi con centinaia di “neri” quando questi si erano compattati, per di più armati come mai in passato. Un atteggiamento sospetto, questo del governo, impegnato a spostare il centro dell’attenzione dell’opinione pubblica da una fiducia conquistata con la corruttela, da procedimenti giudiziari sempre più stringenti per il premier, da profonde divisioni nella maggioranza proprio sulle misure per fronteggiare la crisi. Un governo bollito e una maggioranza frantumata si ricompattano su ipocriti e antidemocratici provvedimenti repressivi. Con l’avallo di qualche anima populista dell’opposizione. Bel risultato hanno ottenuto i violenti: dare fiato alle destre, accomunare nel giudizio la contestazione radicale ma civile e di massa con le loro bravate, legittimare l’attacco al sindacato e alle forme democratiche della protesta. Venerdì prossimo la Cgil e la Fiom saranno in piazza a Roma per il lavoro e i diritti: non possiamo pensare, come ha dichiarato Susanna Camusso, che si impedisca a migliaia di lavoratrici e di lavoratori di sfilare in corteo e di esprimere pacificamente, come sempre, la loro rabbia.
*tratto da Rassegna sindacale
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