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Rivolte a Ponte Galeria: "Quella struttura andrebbe chiusa"
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di Bruna Iacopino

Rivolte a Ponte Galeria: "Quella struttura andrebbe chiusa"

Giorni tesi al Cie di Ponte Galeria dopo la notte di rivolta che tra il 29 e il 30 ha sconvolto il centro portando all'arresto di 19 persone, processate per direttissima nella giornata di oggi per  reati di danneggiamento aggravato, minacce, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. E' di qualche ora fa la notizia secondo cui per 15 di loro il giudice ha deciso di convalidare l'arresto, perchè “non colte in flagranza di reato”. Divergono, però, le ricostruzioni di quella notte, passate a mezzo stampa o veicolate dalla rete. Se da una parte c'è chi afferma si sia trattato di un tentativo di fuga ben orchestrato da parte dei reclusi, organizzato in maniera tale da consentire l' “evasione” di 4 persone, che, stando a qualche organo di stampa, sarebbero “pericolosi criminali”, dall'altro lato le testimonianze in diretta arrivate dal Cie stesso tramite contatto telefonico ( e riportate sul blog di fortresseurope o trasmesse in viva voce da Radio ondarossa), le ricostruzioni fatte da associazioni come a Buon diritto e dallo stesso Garante dei detenuti del Lazio, raccontano una vicenda ben diversa. La rabbia sarebbe effettivamente esplosa in seguito al tentativo di fuga da parte di 3 o 4 persone, tentativo a cui avrebbe fatto seguito, però, un violento pestaggio a carico di uno degli “ospiti” del centro, intercettato prima che riuscisse a fuggire. Da lì sarebbe partita la rivolta vera e propria con incendi di materassi e cuscini, lancio di oggetti, danneggiamenti a fili elettrici e tubi dell'acqua. Un danno complessivo, si legge dalle agenzie di stampa, di circa 200.000 euro. “È iniziato tutto verso le 22,30 – racconta R. - quando la polizia ha picchiato uno dei ragazzi che aveva tentato la fuga insieme a altri quattro o cinque che sono riusciti a scappare. Allora è esplosa la rabbia. Alcuni dei detenuti hanno iniziato a lanciare agli agenti delle bottigliette dell'acqua, poi hanno divelto le porte e i bagni, e hanno dato fuoco ai materassi e alle coperte e sono saliti sui tetti. Saranno stati una ventina di persone”; e ancora: “Sono dieci giorni che sto dentro, e ogni giorno ne ho vista una. Chi si taglia con le lamette, chi minaccia il suicidio”. La testimoninaza viene riportata insieme ad una sigla sul sito di fortresseurope ed è analoga, nei contenuti, alle telefonate registrate e trasmesse da radio ondarossa. Non è questa la prima volta che il Cie di Ponte Galeria è teatro di rivolte e scioperi da parte degli immigrati reclusi. Solo negli ultimi 15 giorni se ne sono registrate tre di fila. “ Un dato rilevante-  sottolinea Anna Pizzo consigliere regionale uscente del Lazio di Sinistra e libertà, che segue con attenzione la vicenda - che fa capire l'esasperazione che si vive...”
Esasperazione legata a lunghi periodi di vera e propria “detenzione” ( fino a 6 mesi) inaccettabili per chi è consapevole di non aver commesso alcun reato, inammissibile per chi ne ha commessi, e ha già scontato una pena detentiva all'interno di strutture carcerarie vere e proprie, dove qualità del cibo e assistenza sanitaria sono carenti, dove vige il sopruso, dove pestaggi, atti di autolesionismo e tentatiivi di suicidio sono all'ordine del giorno, benchè divenga sempre più difficile verificare, e dove, come scritto dalla stessa Anna Pizzo sul sito di Carta, “...le forme del vivere sono ridotte alla pura sopravvivenza...”. Il tutto nonostante alcune novità, di scarso rilievo a quanto pare, introdotte dal cambio di gestione, dalla Croce Rossa alla cooperativa Auxilium: “ ...una imbiancata alle pareti, la riapertura di una mensa più o meno degna di questo nome e uno spaccio al quale possono accedere i reclusi che ricevono dall’amministrazione pubblica sette euro ogni due giorni per comperare le cose di cui hanno bisogno.” Si legge ancora su Carta, e un miglioramnto, dice la Pizzo, all'ambulatorio esistente, prima destinato ad essere “semplice distributore di psicoframaci”.
“La situazione non è molto migliorata- commenta ancora la Pizzo- per ammissione di poco tempo fa del prefetto, e ultimamamente, dello stesso nuovo direttore di Auxilium, quella struttura andrebbe chiusa perchè non c'è nessuna possibilità, né economica e neanche logica di farla vivere in questo modo.”

Ascolta l'intervista a Anna Pizzo

 


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