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Intercettazioni. Parla il pm anticamorra Ardituro: “Escluse dalla norma indagini di mafia e terrorismo? Solo uno slogan”
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di Nello Trocchia

Intercettazioni. Parla il pm anticamorra Ardituro: “Escluse dalla norma indagini di mafia e terrorismo? Solo uno slogan”


Il relatore, la maggioranza e il ministro esecutore non riescono a fornire motivazioni convincenti per spiegare l’ordine berlusconiano di rivedere le intercettazioni, privando la magistratura di uno strumento fondamentale e imbavagliando la stampa. Pur di arrivare ad una revisione si imbastiscono campagne fondate su menzogne colossali. Menzogne sui costi, sul numero di intercettati e menzogne anche sugli effetti che una controriforma potrebbe avere. Di certo la norma in discussione ridimensionerà notevolmente la lotta alla mafia e alla collusione politica. “ Quando si dice per le indagini contro la mafia e contro il terrorismo non cambia niente è solo un facile slogan”. A parlare è Antonello Ardituro, pm anticamorra presso la Procura di Napoli. “ Si può anche scrivere una regoletta che esclude le indagini di mafia e terrorismo dalla riforma, ma il sistema ha una sua complessità. Limitare le intercettazioni per altri reati quali la corruzione, la concussione, il riciclaggio che sono fondamentali per la vita delle organizzazioni criminali ha un riflesso sulle indagini di mafia”. Quelli che vengono chiamati reati spia. “ Sono reati che appartengono ad una fascia intermedia che prima vengono attenzionati dagli investigatori. Limitare le intercettazioni per questi reati significa bloccare sul nascere molte indagini che potrebbero diventare indagini contro la criminalità organizzata”. Questa legge oscena in discussione al Senato, non solo blocca le indagini contro corruttori, affaristi e banditi vari, ma manda gambe all’aria anche il sistema giudiziario: prevedendo il collegio per autorizzare le intercettazioni e non più solo il gip. “ Attribuire ad un collegio la competenza per autorizzare le intercettazioni porterà una serie di problemi di incompatibilità all’interno del procedimento che aumenteranno le difficoltà organizzative dei tribunali. Aumenteranno le incompatibilità, diminuiranno i magistrati che potranno svolgere funzioni nel singolo procedimento. Insomma, la paralisi”. Ecco il punto salvare corruttori, banditi, mafiosi o similari e dall’altra colpire (economicamente, nella manovra) la magistratura e il funzionamento della macchina giudiziaria. Al pm Ardituro chiediamo se è riuscito a capire le ragioni di questa modifica normativa: “ Io non riesco a capire, sinceramente. Quando vedo i dibattiti in tv nessuno mi dice perché vogliono burocratizzare il lavoro dei magistrati? Perché vogliono introdurre questi ostacoli alla nostra attività quotidiana?  C’è il sospetto che si voglia abbassare il livello di accertamento dei reati, reati che coinvolgono non i pregiudicati, i criminali, ma quella fascia grigia di insospettabili che, in questo modo, vedrebbe aumentare la soglia di impunità”. Ardituro non ha dubbi: "Ci avviciniamo verso una fase di abbassamento notevole del livello di contrasto alla criminalità organizzata nel nostro paese”.


Ascolta l’intervista ad Antonello Ardituro

www.federalismocriminale.it


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