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Tg equilibrati sulle notizie del giorno. Il grido di dolore di Cialente cade nel vuoto
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di DENTRO LE NOTIZIE

Tg equilibrati sulle notizie del giorno. Il grido di dolore di Cialente cade nel vuoto

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I TITOLI DEI TG DEL 15 GIUGNO 2010 - Tre gli argomenti principali della giornata, tutte e tre centrati dalla maggior parte dei Tg  e trattati con equilibrio: la vicenda Pomigliano e Fiat – e finalmente si scende un po’ nei contenuti -; il no delle Regioni alla manovra finanziaria di Tremonti;  le polemiche in atto sul Ddl Alfano sulle intercettazioni. In questo caso mosca bianca è Emilio Fede che, prima ancora di dare la notizia, ha chiosato assicurando che, al di là delle polemiche interne alla Pdl, Berlusconi porterà a casa il risultato per il bene dei cittadini. 

Non sulla stessa posizione gli altri Tg che affrontano sia i dissidi interni  del Pdl che la dura posizione espressa dall’Osce. Sull’intervento da Vienna, il Tg1 è l’unico ad appaiare alla notizia le critiche di Frattini all’organismo europeo. Sulla polemica fra Stato e Regioni un piccolo scoop è quello del Tg3 che affida a Formigoni,  in diretta, l’elenco dei no che giungono dalla Conferenza. Compare in diversi servizi un imbarazzato Cota che firma il documento ma poi, nelle ore successive, lo smentisce. 

Il 32esimo suicidio in carcere, come quasi tutti quelli precedenti, non compare nell’offerta informativa dei Tg. Molto Sudafrica con qualche polemica su radio  Padania che esulta al vantaggio del Paraguay. Nel complesso forse un po’ troppe “trombette” nei titoli dei nostri Tg,  se si considera che La7 dedica alle ormai famose e rumorose  Vuvuzelas sia la copertina che il titolo del televoto. Anche il Tg3 le inserisce nel titolo di chiusura. Facciamo però un passo indietro: forse non è un caso ma mentre i siti e i quotidiani se ne sono occupati, l’accorato appello del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, illustrato dal solo Tg3 di ieri sera, oggi è totalmente scomparso.

Dunque l’invito a tutto il  mondo dell’informazione a recarsi a L’Aquila il giorno 22 di giugno sembra non essere notizia. L’Aquila, del resto, ormai da mesi rappresenta una delle cartine di tornasole dei limiti di attenzione e, certe volte, degli eccessi che la nostra informazione denota a meno che non si tratti di trasferte romane con i vertici di palazzo Chigi. Di questo parliamo nel commento, con un’intervista a Massimo Cialente. Informazione di servizio: Antonello Piroso potrebbe questa sera aver firmato una delle ultime edizioni del Tg La7. In arrivo Enrico Mentana. I Tg cugini non se ne occupano, lo fa però la all news della Rai, Rainews ex 24.


Il Commento di Massimo Cialente, Sindaco de L’Aquila
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Sindaco Cialente: quando troppo, quando niente;  le prime settimane dopo il disastro dell’Aquila hanno visto una presenza dei giornalisti addirittura invasiva, ma adesso lei,  sindaco è , costretto,  è portato a chiamare i giornalisti per il 22 a fare una passeggiata con lei per le strade dell’Aquila … perché?
“ Per due motivi: il primo, perché si sono spenti i riflettori;  il secondo aspetto è che forse è arrivato il momento, vista la situazione davanti alla quale ci troviamo, di raccontare, - forse non più, come se si fosse  in curva nord o curva sud- , agli italiani la condizione oggettiva, vera e reale in cui ci troviamo.”

Sindaco: lei  fa uso sempre più di parole drammatiche e di disperazione ;  anche emotivamente ci sembra provato, perché?
“ Sono provato perché, a parte la stanchezza  -  e non sono l’unico ad averla - , la mia preoccupazione è il fatto che nelle ultime tre settimane ci siamo accorti che non ci sono più soldi, insieme al presidente Chiodi, che è Commissario. Non c’è cassa: non c’è cassa per l’emergenza, non c’è cassa per avviare la ricostruzione: proprio non ci sono i soldi, non ci sono gli euro disponibili; in più, guardi , trovo che questa storia di dover pagare le tasse sia una cosa … francamente allucinante.”

Domani ci sarà una manifestazione proprio sul tema della tassazione.
“ Non solo la tassazione … è proprio  per  chiedere, innanzitutto, di intervenire veramente e adesso nella seconda parte dell’emergenza ed avviare la fase della ricostruzione, ma soprattutto anche per chiedere un flusso vero di risorse. Noi non è che  chiediamo miliardi l’anno, però un flusso sicuro per rifare, ad esempio, tutta l’edilizia popolare, che sta ferma perché mancano i soldi: teniamo la gente negli alberghi, ma non ricominciamo a fare le case.”

Noi dell’Osservatorio TG qualche settimana fa abbiamo riportato una frase abbastanza ingiuriosa: qualcuno ha definito le proteste degli aquilani delle “ lamentazioni vuote”, e delle “frattaglie”: cosa rispondere? Anche quello è un pezzo del mondo dell’informazione.
“ Si, indubbiamente: però chiedo loro di venire qui e di vedere; questo è il discorso: che tutti bisogna che vedano quello che si è fatto, - e secondo me non è stato fatto tutto male, sono state fatte le città temporanee - ; però,  venite e vedere, e vediamo se sono “frattaglie”, parlate con la gente, la gente normale ,  gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani che sono sul lastrico e che entro il 17 di luglio dovrebbero pagare i contributi di sette mesi da versare all’IMPS, cioè cose da portare  gente al suicidio. Cosa devo dire? È chiaro che si sta diffondendo questo mito, non per colpa degli italiani, che sono stati molto solidali, però si sta diffondendo questa  falsa impressione che all’Aquila si è fatto tutto, che all’Aquila è tutto risolto; poi si viene qui e ci si accorge che non c’è più una città, che questa è la più grande tragedia negli ultimi 100 anni che ha colpito il Paese,-  detto non da me ma dalla protezione civile e da tutti i tecnici-; questa è la realtà: è un’operazione che si voluta affrontare senza mettere una tassa di scopo, che si è sempre introdotta per tutte le emergenze, anche e per fortuna molto meno serie delle nostre, e che invece qui non si è voluto mettere; ed adesso scopriamo che questi soldi delle competenze ci sono, ma non c’è la cassa.”

Concludiamo sulla politica. La politica è meglio… sarebbe meglio che stesse fuori da questi argomenti, da una situazione drammatica come quella dell’Aquila. Però lei … uomo di centrosinistra e Chiodi, governatore di centrodestra, su questo la pensate uguale? Al di la delle sfumature…
“ Assolutamente: ne abbiamo già parlato e abbiamo  deciso che, se tra oggi e domani non arriveranno delle risposte certe,  assumeremo delle posizioni con una grande solidarietà; domani parteciperà anche la Provincia, che da alcuni mesi e guidata dal centrodestra. In questo momento chi si trova ad amministrare, a guidare ed avere tante responsabilità sulle spalle come le abbiamo noi, in questo momento non è un problema il governo di centrodestra o centrosinistra: qui c’è un buco sulla carta geografica dell’Italia, c’è un buco di disperazione, un abisso di disperazione, che è un problema di tutti gli italiani: è di tutti il Parlamento. Non è un problema del governo, che l’opposizione sottopone a critiche oppure con il quale collabora: è il problema dell’Italia, di una grande tragedia. Il problema è “ Come siamo arrivato qui?”; questo un giorno dovrà essere oggetto d’un  ampio dibattito:  com’è successo che mentre il Paese per altre tragedie gravi, è rimasto unito anche negli anni successivi,-  si ripensi dal Vajont in avanti- , l’Aquila si sia ritrovata all’improvviso come se giocasse in un derby con divisioni da curva sud e curva nord. La cosa ci ha danneggiati e ci sta danneggiando tantissimo – avrà visto anche sui quotidiani di stamattina i giudizi sulla mia proposta …, qualche attacco gratuito e non vero anche alla mia persona .“

Berlusconi vi ha abbracciato strettamente nelle prime settimane, e adesso vi sta respingendo:  potrebbe questa essere una sintesi, malevola, magari, da parte mia?
Non so se è Berlusconi, non so se è lui … diciamo che è il Governo che non riesce a trovare una solidarietà intorno all’Aquila.


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