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Salviamo Sakineh. 9 settembre iniziativa di Articolo21 al Festival di Venezia
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di Ahmad Rafat *

Salviamo Sakineh. 9 settembre iniziativa di Articolo21 al Festival di Venezia

E’ difficile rimanere indifferenti davanti alla notizia che nel Terzo Millennio, una donna venga condannata alla lapidazione, solo perché ha avuto relazioni sessuali fuori dal matrimonio. Notizie simili ci riportano secoli indietro. Si ha l’impressione di vedere un film storico, oppure ancora peggio di vivere un incubo. Invece, è tutto vero. Non molto lontano da qui, in paesi con i quali l’Italia ha buone relazioni diplomatiche e ottimi rapporti economici, donne come Sakineh Mohammadi Ashtiani rischiano la morte per aver amato qualcuno. Una morte atroce, come lo è morire di lapidazione. Tra poche ore inizia la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Non sarebbe stato male proiettare, da qualche parte, un film intitolato “The stoning of Soraya” (La lapidazione di Soraya) del regista Cyrus Nowrasteh, realizzato nel 2008 e basato su una storia vera, quella di Soraya, una delle prime donne lapidate nella Repubblica Islamica dell’Iran.

Per salvare la vita di Sakineh (43 anni), madre di Sajjad (22 anni) e Farideh (17 anni) si sono mobilitati personalità del calibro di Nicholas Sarkozy, Carla Bruni e Umberto Veronesi. Il governo iraniano per bocca del portavoce del suo Ministero degli Esteri ha detto che sta esaminando “forme alternative” di esecuzione della pena. In altre parole Sakineh potrebbe essere impiccata anziché lapidata. Nello stesso giorno che Ramin Mehmandoust, portavoce della diplomazia di Teheran rilasciava queste dichiarazioni, la Corte Suprema di Teheran confermava la condanna alla lapidazione di altre due persone, un uomo e una donna (Vali Janfeshani e Sarieh Ebadi) detenuti attualmente nel carcere di Urumieh. In realtà Teheran non ha alcun’intenzione di non lapidare Sakineh, ma di prendere tempo. Già nel passato, in altre occasioni, alcuni minori non sono stati impiccati fin quando era in corso una campagna internazionale a loro favore, ma non appena la tensione è calata, senza preavviso le sentenze sono state eseguite. Così sono finiti sulla forca l’omosessuale Makan  Moloudzadeh e la pittrice Delara Darabi.

Per Sakineh si sono mobilitati ovunque, da Parigi a Washington, da Tel Aviv a Bakù. A Roma ci sarà una manifestazione davanti alla sede dell’ambasciata iraniana il prossimo giovedì 2 settembre. A Venezia su iniziativa di Articolo21 e con il sostegno del mondo del cinema, la giornata del 9 settembre sarà dedicato a raccolta firme e altre iniziative per salvare Sakineh e tutte gli altri, donne e uomini, condannati alla lapidazione in Iran. E’ importante che personaggi del cinema italiano ed internazionale, cosi come esponenti della politica e della società civile aderiscano a questa iniziativa. Sakineh non è la sola ad essere stata condannata alla lapidazione nella Repubblica Islamica. Altre 13 persone in questo momento attendono questa morte atroce.


* membro dell’esecutivo d’Information, Saftey & Freedom e portavoce dell’Iniziativa per la Libertà d’Espressione in Iran


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