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Articolo 21 - ESTERI
Birmania: per Fassino primi segnali di ottimismo
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di Elisabetta Viozzi

Birmania: per Fassino primi segnali di ottimismo Aung San Suu Kyi nel 1990 ha vinto le elezioni nel suo paese, la Birmania. Ora potremmo essere dunque qui a commentare l’apporto che il suo partito, la Lega per al Democrazia e le sue idee, ispirate alla lotta non violenta per la libertà di gandhiana memoria, hanno dato per l’evoluzione di uno dei paesi più belli del sud est asiatico. Ma non è così: il risultato elettorale è stato rovesciato con la forza dalla giunta militare che dall’89 governa la Birmania con pugno di ferro, Suu Kyi ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni fra prigione ed arresti domiciliari, e il Myanmar, così ribattezzato per capriccio dai militari, rimane il paese arretrato, poverissimo e chiuso al resto del mondo che il regime ha creato, simbolo della violazione sistematica dei diritti dell’uomo. Aung San Suu Kyi, però, non ha mai rinunciato alla sua battaglia per la democrazia, nonostante le sue fragili condizioni di salute e le continue minacce subite. Anche il Premio Nobel per la Pace, ricevuto nel 1991, è un riconoscimento alla sua incrollabile tenacia contro l’oppressione. Da allora gli appelli per la sua liberazione si moltiplicano. L’ultimo, in ordine di tempo,  è quello di Barack Obama, senza precedenti perché rivolto direttamente alla giunta militare birmana, in un faccia a faccia storico con il primo ministro Thein Sein. Piero Fassino, inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania, si dimostra ottimista. Da un lato, l’America e l’Europa, hanno cambiato atteggiamento: non solo sanzioni, sottolinea Fassino, ma anche colloqui e incontri con i leader birmani. E qualche breccia sembra aprirsi anche nella giunta militare: con un’amnistia, sono stati liberati, insieme ai detenuti comuni, anche 150 prigionieri politici. Una goccia nel mare dei migliaia incarcerati per le proprie idee in Myanmar, ma è comunque la prima volta in decenni, ricorda il deputato del PD.  Ed ora la vera sfida sono le elezioni politiche del 2010. Fassino si augura che il rinnovato impegno della comunità internazionale ed il disgelo diplomatico facciano sì, che, questa volta siano davvero libere e prevalga la volontà popolare.

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