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La legge bavaglio ungherese è incompatibile con la libera circolazione delle notizie
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di Franco Siddi

La legge bavaglio ungherese è incompatibile con la libera circolazione delle notizie

La nuova legge sui mass media in Ungheria che limita in modo pesante la libertà di stampa e introduce forme di censura è motivo di preoccupazione e protesta di tutti i giornalisti italiani e del loro Sindacato internazionale. Se non cambieranno le cose le nostre organizzazioni non solo intensificheranno la cooperazione con i colleghi europei, e ungheresi in particolare, perché l'Unione Europea dichiari la legge bavaglio entrata in vigore il 1 gennaio contraria al trattato e alla Carta fondamentale dell'Unione stessa, ma parteciperanno a ogni iniziativa pubblica e giurisdizionale che dovesse ritenersi indispensabile per far arretrare un disegno antidemocratico e liberale.

E' chiaro a tutti che la nuova legge ungherese è incompatibile con la libera circolazione delle notizie, delle idee e delle diverse opinioni che hanno diritto di cittadinanza e che sono la condizione attraverso la quale si identificano i Paesi democratici.

La richiesta di chiarimenti avanzata dalla vice presidente dell'Esecutivo europeo deve trovare risposta immediata e correzioni di rotta prima che si diffonda nei Paesi di nuova democrazia - e produca spinte regressive nei paesi di antica adesione ai principi della libertà e del pluralismo - una malattia grave e irreparabile.

Avevamo detto in Italia, contrastando vari tentativi di disegni di legge liberticidi (come quello sulle intercettazioni che cancellava il diritto di cronaca giudiziaria) - che la nostra battaglia era una battaglia di civiltà e di libertà senza confini. Oggi, sostenendo le proteste e le battaglie i colleghi ungheresi contro le invasioni di campo dello Stato, fino a nuove forme di censura preventiva, sui media riconfermiamo il senso universale dell'impegno civile della stampa e dei giornalisti, per promuovere una pubblica opinione consapevole affinché possa far arretrare definitivamente disegni di questo tipo. E' veramente inconcepibile che, nel XXI secolo, ci sia un potere pubblico che, con norme di legge, ritenga normale arrogarsi il potere di sanzionare i media in virtù di una attività di informazione considerata "politicamente non equilibrata".

La nostra solidarietà ai colleghi ungheresi è totale e si unisce, in questa fase, allo sconcerto per una legge cosi brutalmente contraria alla carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, promulgata, peraltro, proprio nei giorni in cui l'Ungheria assume la presidenza dell'Unione.
Tutto ciò stride con i valori dell'europeismo storico e indispensabile più che mai per un'Europa che avanzi insieme come entità istituzionale che metta in rapporto popoli e civiltà sulla base dei valori fondamentali di libertà e, quindi, di pace e di convivenza civile.

La Fnsi è pronta a supportare i colleghi ungheresi, se sarà necessario, anche alla Corte di Giustizia europea, mettendo a disposizione il dossier predisposto con altre associazioni italiane di difesa della libertà dell'informazione (come Articolo 21) con illustri giuristi per contrastare leggi liberticide. Nello stesso tempo sostiene tutte le iniziative sovranazionali messe in campo dalla Federazione Europea dei Giornalisti (Efj) e Mondiale (Ifj). Il prossimo congresso della stampa italiana sarà anche in questo un momento significativo di azione civile per la libertà.


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