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“Tutti per uno, uno per tutti. Le nuove strategie dell’informazione Mediaset”
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di Albratross

“Tutti per uno, uno per tutti. Le nuove strategie dell’informazione Mediaset”

Soffia aria di ristrutturazione nelle redazioni  dei telegiornali Mediaset. Dopo vari tentennamenti l’azienda ha annunciato la creazione di una agenzia di notizie centralizzata, il cui primo nucleo partirà ai primi di gennaio,  in  grado di fornire servizi di cronaca, attualità, cultura e spettacolo per tutti  i tg Mediaset, ad eccezione del Tg 5 che, per il momento, utilizzerà solo i servizi di cronaca locale. Il tutto per razionalizzare costi, creare sinergie all’interno del gruppo e soprattutto per favorire il lancio del prossimo canale All news che, dal prossimo autunno, dovrebbe fare concorrenza a Sky tg 24.

Il piano prevede la ricollocazione di un centinaio di giornalisti, ad iniziare dai 12 che vengono dal Tg Com, più la sparuta pattuglia di corrispondenti delle redazioni locali (in tutto 21). Ma il grosso della nascente agenzia, la cui direzione verrà affidata a Mario Giordano,  arriva dal progressivo smantellamento di due redazioni, quella del Tg4 e di Studio Aperto, con il trasferimento nell’agenzia di 35 giornalisti a testa. Di fatto nei due telegiornali rimarranno una trentina fra giornalisti di line (vicedirettori e caporedattori) e conduttori in  grado di preparare le edizioni dei tg e i servizi di politica che rimarranno sotto la supervisione di Emilio Fede e del successore di Giordano alla direzione del tg di Italia Uno.  “La riorganizzazione del lavoro  è necessaria – spiega il Direttore generale dell’informazione Mediaset Mauro Crippa -  per evitare di chiudere le testate che non hanno più una “sostenibilità economica”. In poche parole il Tg4 di Fede che da tempo immemore fa ascolti molto bassi e dello stesso Studio Aperto che spesso finisce sotto la concorrenza del satellite.
“Trattamento di riguardo per il Tg5”  - sono sempre parole di Crippa -  che non esclude in qualche mese un trasferimento di redattori dal maggiore telegiornale Mediaset all’Agenzia  se l’organico previsto attualmente (100 giornalisti) risultasse insufficiente.

Il piano, che sarà operativo nei primi mesi del 2010, ha sollevato malumori e preoccupazione dentro le redazioni che denunciano la “deportazione” dei giornalisti e la progressiva omologazione dell’informazione dei canali del Biscione,  già messi a dura prova dall’incalzare dell’infotainment che la fa da padrone a Videonews, la testata che raggruppa oltre al traballante  Matrix i programmi del duo Brachino-D’Urso, da Mattino 5 a Pomeriggio 5 fino al nuovo spazio della domenica pomeriggio, dal titolo sempre più fantasioso di “Domenica 5”.  Tra l’altro voci non confermate ipotizzano che i vertici di Mediaset stiano pensando ad uno scorporo della nuova Agenzia rispetto ad Rti, società che storicamente  firma i contratti dei giornalisti Mediaset. Obiettivo nascosto quello di abbandonare progressivamente il contratto Fnsi per applicare ai giornalisti trasferiti all’Agenzia il contratto Frt, nettamente più vantaggioso per la stessa Mediaset.

Prove di All news a parte, l’agenzia servirà a ridurre le spese per troupes e collegamenti e a contenere i costi delle trasferte all’estero, con un solo inviato per tutte le testate in grado di coprire vertici internazionali e missioni di ministri e politici all’estero. Il tutto servirà anche a favorire il riposizionamento  all’interno dei tg, stimolando in maniera più o meno esplicita prepensionamenti e sostituzioni per quei colleghi che fino ad ora non hanno dimostrato eccessivo entusiasmo per la linea più aggressiva a sostegno della politica del governo  da parte delle news  targate Mediaset.   La strategia che prevede inizialmente di  tenere fuori dalla porta la redazione più importante e numerosa, quella del Tg5, potrebbe essere una tattica studiata dai vertici del Biscione per portare scompiglio tra le diverse redazioni e indebolire le rappresentanze sindacali  già spaccate dopo il casus belli del servizio di Mattino 5 sul giudice Mesiano che ha portato alle dimissioni dei componenti del Cdr di Videonews e alla protesta di una novantina di  giornalisti contro il nuovo modello di “informazione militarizzata”.  Spaccature che sembrano ampliarsi alla luce della creazione di un fantomatico “Comitato dei giornalisti Mediaset” che, in maniera anonima, cerca di prendere le distanze dalla Fnsi accusata di aver introdotto nel nuovo contratto le agenzie trasversali. Una posizione largamente minoritaria - al momento avrebbe raccolto l’adesione di poco più di una ventina di giornalisti su un totale di 374 – ma che rischia di indebolire ancora di più le fievoli proteste arrivate dalle redazioni coinvolte nel progetto, Tg4 e Studio Aperto in testa, che hanno proclamato lo stato di agitazione.


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